Opinioni

Gli evidenti limiti della normativa. Usura, lotta inadeguata ma i passi avanti servono

Franco Mirabelli martedì 29 marzo 2022

Caro direttore
in questi mesi difficili, di fronte alla crisi economica prodotta dalla pandemia e ora dalla guerra, è cresciuto l’allarme per la possibilità che le difficoltà di aziende e famiglie possano allargare il fenomeno dell’usura. I primi dati confermano un significativo attivismo della criminalità organizzata su questo fronte, ma anche la diffusione di piccoli fenomeni di usura addirittura di dimensione condominiale che coinvolgono famiglie in difficoltà, aggravando la loro situazione di impoverimento. D’altra parte appaiono sempre più evidenti i limiti di una normativa che ha rappresentato un passo avanti significativo nella lotta all’usura ma che oggi mostra, nella sua applicazione, diversi problemi.

L’utilizzo del fondo per le vittime dell’usura va ripensato: la forma del mutuo da restituire non funziona perché non ha consentito il salvataggio e il rilancio delle attività economiche, perché meno dell’80% di quei mutui non vengono restituiti, e perché, in questo modo, non si incentiva adeguatamente la denuncia dei fenomeni usurari fondamentale per colpire i criminali. Da questo punto di vista la legge antiracket che assegna risorse a fondo perduto a chi denuncia per rilanciare la propria attività economica funziona molto meglio e ha consentito di dare duri colpi ai clan. L’altro versante critico riguarda le famiglie che, a oggi, sono escluse dal fondo per le vittime destinato solo alle attività economiche.

Deve essere valorizzato meglio il lavoro delle associazioni antiusura che possono contare su fondi pubblici per supportare le famiglie, ma che non possono godere, nel rapporto con il sistema bancario, del riconoscimento e delle garanzie che chi opera con fondi statali dovrebbe poter avere.

Di fronte a queste urgenze e alla necessità di migliorare la normativa come Pd abbiamo provato, già più volte nell’ultimo anno, a proporre, in diversi provvedimenti, emendamenti che affrontino le questioni più spinose. Il parere governativo non ha mai negato l’attualità delle questioni poste o rigettato le proposte nel merito, ma si è limitato a evocare la necessità di un intervento di riordino complessivo di cui però non abbiamo avuto notizie e che dubitiamo possa essere realizzato in quest’ultimo scorcio di legislatura. Per questo insisteremo a proporre modifiche, in ogni provvedimento utile, per consentire l’accesso al fondo per le vittime di usura anche alle famiglie, per aiutare le associazioni che fanno prevenzione, per favorire le denunce tutelando le vittime, anche istituendo una sorta di codice rosso. Spesso il meglio è nemico del bene e questo è uno di quei casi.

Di fronte alla disperazione delle vittime e alla necessità di fare più prevenzione, al fine di evitare, sempre di più, che chi è in difficoltà ricorra agli strozzini, si può e si devono mettere in campo iniziative e riforme anche parziali senza attendere proposte esaustive di riordino che sicuramente non possono vedere la luce nei pochi mesi che ci separano dalla fine della legislatura. Credo che il Governo debba, a questo punto, scegliere: o raccogliere le sollecitazioni e le proposte che arriveranno ancora dal Parlamento e approvarle, o scegliere la strada di una propria iniziativa parlamentare. Ciò che non è più possibile fare è lasciare tutto com’è, in una situazione di crisi economica che rischia di durare e di essere una ennesima possibilità per gli usurai.

Vicepresidente dei senatori del Pd e capogruppo in commissione Antimafia