L'annuncio di Vendola: sì all'adozione. Per Tobia un papà in più e una mamma in meno
Tobia è un bambino che ha diritto a vivere una vita tranquilla, serena, felice, lontana dai riflettori. Nichi Vendola è un politico italiano, molto conosciuto, omosessuale. Ha un compagno che si chiama Ed Testa. Insieme hanno fatto ricorso all’utero in affitto per avere un figlio. Il seme è di Ed, l’ovulo di una donna californiana, impiantato nel grembo di una donna americana di origini indonesiane. Il bambino, Tobia, nasce con una fecondazione eterologa e, in base alle leggi del Paese, ma non in Italia, diviene figlio di Nichi Vendola e del suo compagno. Nel mondo si levano voci di sconcerto e di ammirazione, con parole pesanti su entrambi i fronti.
In questa confusione trovare lo spazio per una riflessione pacata, che cerchi il bene di tutti – ma proprio di tutti – non è cosa semplice. Eppure occorre farlo. A Vendola, come a tutti gli uomini creati a immagine di Dio, vogliamo bene e per lui desideriamo il vero bene. E vogliamo bene pure al piccolo Tobia. «Tobia è sempre stato mio figlio, ma il tribunale di Roma mi ha riconosciuto l’adottabilità e quindi da ora in poi porterà anche il mio cognome – ha detto in un’intervista – . Per me e il mio compagno è innanzitutto una grande gioia. Poi, certo, è anche una battaglia vinta. Le polemiche sono state frutto di ignoranza, di superficialità, di volgarità. Viviamo nell’epoca degli odiatori seriali». Capisco la grande gioia di Vendola che merita di essere rispettata. Ma non credo che chi, democraticamente e civilmente, abbia espresso posizioni diverse dalla sua sia un odiatore seriale. Le offese di Vendola sono pietre appuntite, scagliate ingiustamente e pericolosamente. Nessuno ha il diritto di costruire la propria gioia sul disagio altrui e nessun uomo potrà mai essere costretto a far da cavia, fosse anche per il bene dell’umanità.
Un tribunale italiano ha, dunque, dato a Vendola il diritto di essere il padre di Tobia, non ci volle nessun tribunale per dire al padre di Vendola che Nichi era suo figlio. Un tribunale può essere smentito da un altro tribunale, mia mamma non potrà mai essere smentita. Per sua natura un tribunale non entra nel discorso etico. Tobia può essere a tutti gli effetti figlio di Vendola. Per il tribunale, appunto. Dietro a questo bambino, che amiamo senza conoscere, ci sono storie tristi di povertà e di diritti delle donne rinnegati. Storie che dovrebbero farci saltare dalle sedie. Non ci interessa nemmeno sapere quanti soldi siano stati spesi perché due donne straniere accettassero di fare un figlio da cedere – donare? vendere? – ad altri. In questa storia c’è un bambino vero, con i suoi sentimenti, la sua psicologia, il suo diritto di avere e rimanere con la mamma. La 'gestazione per altri', modo di dire elegante e falso, non esiste. Nessun essere umano programma un figlio per 'donarlo' ad altri appena nato. Esiste l’aberrante commercio dei figli dell’utero in affitto. Esistono invece bambini già nati, che muoiono di stenti, di fame, di malattie, per la stolta ingordigia degli adulti, che attendono di essere adottati, sfamati, amati. È un’altra cosa. Siamo a un altro livello. Il bambino c’è, mi faccio avanti, me ne faccio carico, sarà mio figlio adottivo. Diamo alle parole il giusto significato. Nella nostra vita possiamo avere avuto un padre spirituale e un padre intellettuale, un padre adottivo o uno zio che ci ha amati magari più di un padre, ma che nostro padre non era. «Che cosa diremo a Tobia quando sarà grande? In realtà lui conosce sia la donna che ci ha donato l’ovulo sia la donna che lo ha portato in grembo. Ci scambiamo foto, video e telefonate. Mio figlio saprà tutta la verità su come è venuto al mondo».
Tobia conosce le 'donne' che gli hanno permesso di venire al mondo, le vede nelle foto e nei filmati, ma non sta con loro. Donne, appunto, come ne incontrerà tante durante la sua vita. Meglio sarebbe stato definirle mamme, le sue mamme, quelle che gli hanno dato la vita e di cui avrà sempre nostalgia. Tobia ha dunque due mamme biologiche, che non lo hanno mai abbracciato, mai cullato, mai allattato e che vede solo nei filmati; un papà biologico e anagrafico che si chiama Ed Testa e un altro papà, Vendola, che impazzisce di amore per lui ma che con la sua nascita non c’entra proprio niente.