I veleni della censura e della xenofobia. E la necessità di non «mitridatizzarsi»
Gentile direttore,
solo “Avvenire” tra i giornali ne ha scritto, e in tv solo il Tg2000 ci ha dato la “bella” notizia del Parlamento francese che approva una legge che prevede multe salate e sino a due anni di carcere per chiunque dia informazioni (o qualsiasi forma di aiuto informativo e orientativo) a donne in difficoltà relativamente alla gravidanza. I telegiornali della Rai non ne hanno fatto neanche cenno. E la Francia sarebbe un Paese – anzi, “il” Paese – fondato sulla libertà! C’è la libertà di irridere Maometto, ma non di aiutare il prossimo in difficoltà e che medita l’aborto di un figlio. Solzenicyn ha scritto che era consuetudine del regime sovietico “sottacere” e “travisare”. Si direbbe che la Rai oggi si comporti allo stesso modo. Il risultato è che ci stiamo impoverendo tutti, spiritualmente e non solo, laici e cattolici.
Angelo Guzzon Cernusco Lombardone (Lc)
Per la verità, gentile signor Guzzon, la notizia relativa al caso di occhiuta censura e di clamorosa illibertà scoppiato in Francia per una legge che, spero, non reggerà all’esame del Consiglio Costituzionale d’Oltralpe è stata “sottaciuta” o “travisata” dall’intero circuito mediatico italiano. Nel mio editoriale di venerdì 17 febbraio scrivevo di temere che saremmo stati «quasi soli» a dare conto del bavaglio che si vorrebbe imporre ai siti «per la vita» francesi, in realtà siamo stati assolutamente soli. E il giorno seguente solo due altri giornali (“Il Foglio” e “La Croce”) con toni chiari come i nostri (anche se con rilevanza molto minore) hanno informato i loro lettori. Sul piccolo schermo a Tg2000 è toccata la stessa sorte. Noi, come lei, gentile amico, ce ne stupiamo ancora. Così come ci stupiamo di dover constatare – è successo domenica scorsa – che le violente espressioni xenofobe di un leader di partito, Matteo Salvini, che è arrivato a parlare di «pulizia di massa», fatta «via per via» e con le «maniere forti» nei confronti di cittadini stranieri immigrati in Italia, abbiano provocato sulla libera stampa di questo Paese soltanto pochissime (e trattenute) alzate di sopracciglio. Potremmo, e forse dobbiamo, parlare di “mitridatizzazione”, cioè di assuefazione ai veleni che alla fine sono e restano letali per tutti, ma non hanno effetto su chi, poco a poco, è stato preparato a tollerarli proprio come fece Mitridate, l’antico re del Ponto, che diede nome a questa speciale condizione frutto di pericoloso addestramento. In questo caso, è un bruttissimo segno. Che fa suonare l’allarme e spinge a mobilitarsi per mobilitare le coscienze. La storia insegna che il rischio di assistere alla manomissione e negazione della libertà e della vita di tutti diventa brutale realtà quando non si vedono più, e non si denunciano come tali, le parole e i gesti e scandalosi scagliati contro la vita e la libertà delle persone più deboli (come i bimbi non nati e gli esseri umani costretti a lasciare la propria terra) e contro le opinioni scomode oppure (a torto o a ragione) considerate minoritarie. Non “mitridatizzarsi” rispetto a tutto questo è un dovere cristiano e una necessità, una necessità umana. La parola del Papa ci è di grande aiuto e incoraggiamento.