Il direttore risponde. I compagni di strada. E il «bene»
Sandro Bordogna
Chi sono i possibili e auspicabili «compagni di strada altrettanto onesti e chiari» dei cattolici? Penso a laici e, magari, anche a diversamente credenti. Penso a uomini e donne capaci di condividere con noi il prezioso fardello dei valori fondativi, quelli che come ci ricorda Papa Benedetto (e io, nel mio piccolo, non manco di fargli eco) sono stati «iscritti nel cuore dell’uomo» già prima della Rivelazione cristiana: l’assoluta difesa della vita umana in ogni fase e condizione (nascente, povera, migrante, minacciata, sfruttata, umiliata, disabile, malata, morente...) da cui derivano la centralità e la dignità della persona umana; la valorizzazione piena della famiglia formata da una donna e un uomo; la libertà di credere, pensare ed educare. Penso a persone capaci di arricchire – con la cultura e la sensibilità di cui sono portatrici – l’umanesimo che tra fatiche e contraddizioni, slanci e conquiste, ha fatto grandi e libere le società segnate dal Vangelo come la nostra. Una società che vogliamo fare sempre più giusta. Spero di essere stato chiaro e di non averla delusa. Ma soprattutto spero che lei non si aspettasse da me un’indicazione sulle più appropriate alleanze di questo o quel partito... Del resto, mi pare che per un cattolico coerente le compatibilità e le incompatibilità programmatiche siano evidenti. L’importante è sapere bene il «bene» che si vuole perseguire, soprattutto in un tempo come questo in cui nella nostra Italia moltissimo è in discussione: leadership, formazioni politiche e lo stesso vecchio bipolarismo.