Il direttore risponde. Fedi impegnate e parole a vuoto
Caro direttore,
ieri mattina una giovane donna madre di due bambini, mi ha confessato, tra le lacrime, che insieme al marito ha dovuto impegnare perfino le fedi nuziali per far fronte alla rata del mutuo in scadenza, non avendo alternativa. Trovo ciò di una drammaticità estrema e vergognosa per un Paese civile. Fatto ancora più drammatico, non si tratta di un caso isolato. Sono tante le giovani coppie che impegnano tutto ciò che hanno. Sono dati che sfuggono all’attenzione dei più perché la grande dignità e il pudore di questi giovani impedisce che la cosa diventi pubblica. Mi vergogno, come cittadina, di vivere in un Paese che costringe i suoi figli migliori a iniziative così drammatiche. Questo è un Paese in guerra. E quelli che cadono, sotto i colpi della scure della crisi sono le famiglie giovani, i laureati brillanti, il nostro futuro... Mentre in tv si snocciolano cifre di corruzioni miliardarie, i più vulnerabili, la parte più sana del Paese, è colpita al cuore. Le Istituzioni, gli apparati, quelli mai sfiorati dal dubbio, i sostenitori a parole delle famiglie, i venditori di promesse, sempre in prima fila, pronti a indossare l’armatura per difendere i diritti degli abitanti "dell’isola che non c’è", facciano sentire ora la loro voce o il loro grido. Il mio è un grido di dolore che spero condiviso da tantissime altre persone di pari sensibilità nella speranza che questo Paese trovi la strada giusta per il cambiamento. L’Italia merita di cambiare e i sacrifici si possono pure fare, anche i più estremi, ma se c’è la speranza di un futuro migliore.
Daniela Trevisi, Lecce