Cannabis light, chi ci ha riprovato e chi oggi si oppone (ieri meno)
Gentile direttore,
sulla prima pagina di “Avvenire” di sabato 14 dicembre ho letto il titolo di apertura: «Manovra sbagliata sulla cannabis light». Mi son chiesto: ma non è lo stesso giornale che salutò con un certo favore la nascita del nuovo Governo con la Lega all’opposizione? Leggo poi l’articolo all’interno di Viviana Daloiso nel quale si parla di un emendamento al Senato presentato dal Movimento 5 Stelle. In realtà l’emendamento sulla libera commercializzazione della cannabis light è opera di 6 senatori dell’attuale maggioranza: 2 del M5s, 2 di LeU, 2 del Pd tra cui la progressista Cirinnà. Chi si è sempre opposto strenuamente alla libera vendita della cannabis light? Fratelli d’Italia con la Meloni che organizzò addirittura un flash mob a Via del Corso per la chiusura dei cannabis shop dopo la sentenza della Cassazione; e Matteo Salvini che dopo la suddetta sentenza emanò una direttiva ministeriale contenente prescrizioni molto restrittive. Ma qui stiamo parlando di persone considerate da alcuni “brutte, sporche e cattive”... Insomma, populisti e sovranisti, che però almeno dimostrano di tenere alla salute fisica e mentale dei nostri giovani.
Qual è il motivo della sua sorpresa, gentile signore? Il fatto che “Avvenire” parli chiaro? Lo facciamo sempre. Al cospetto di qualunque Governo. E a ogni Governo auguriamo di ben fare nell’interesse del Paese e di noi cittadini. A nessun Governo, a nessun governante, a nessuna maggioranza e a nessun partito facciamo – poi – critiche pregiudiziali, ma a nessun Governo, a nessun governante, a nessuna maggioranza e a nessun partito facciamo sconti se compie atti amministrativi e politici che con schietto e libero giudizio riteniamo controproducenti, errati, negativi, persino indecenti e vergognosi. Così, stavolta, sul rischio di una Manovra stupefacente. Mi rendo conto che per lei, come per non pochi nostri connazionali, può anche essere diventato difficile concepire questa forma di libertà professionale e di coscienza in tempi di dilagante logica di schieramento “a prescindere”, ma questo è il nostro stile ed è anche un personale modo di concepire il mestiere che faccio. Il mio impegno di direttore è mantenerlo e rafforzarlo e tanto più nella stagione di transizione complicata e avvincente che stiamo vivendo. Le rispondo mentre la questione della “cannabis light” e dei “cannabis shop” si è momentaneamente chiusa per la decisione della presidente del Senato di dichiarare inammissibile l’emendamento che puntava a riportare sul mercato legale la cosiddetta “marijuana leggera”, quella con fino a 0.5 di Thc (il più importante principio attivo della cannabis, che agisce sul sistema nervoso centrale umano). E qui lei, professor Mauli, sbaglia pretendendo di dare lezione di correttezza informativa. L’emendamento sulla “cannabis light” che era stato approvato è firmato da 12 senatori del M5s, primi firmatari Mollame e Mantero. Altri emendamenti di diverso tenore non erano stati accolti. Basta verificare gli atti parlamentari, cosa che i miei colleghi hanno fatto. Quanto alle strenue opposizioni ai “cannabis shop” ne conosco poche. So però che nel 2016 il via libera finale avvenne in Commissione, sempre al Senato, all’unanimità dei presenti e senza che nessuno dei membri avesse eccepito rispetto alla decisione di votare in sede legislativa, senza dunque far passare la norma in Assemblea. Questo fatto non smentisce che oggi due forze politiche come Fdi e Lega siano schierate con fermezza contro la “cannabis light” nonostante il pressing di settori produttivi agricoli e di trasversali settori di opinione pubblica. Giorgia Meloni è stata chiara, Matteo Salvini deciso (anche se per carità di patria è meglio non citare quel che disse la scorsa estate su “droga” e “amore”). Questo è sotto gli occhi di tutti ed è stato registrato dalle nostre cronache. Le uniche cronache a dare – come sempre – soprattutto fortissima voce alla società civile, cioè ad Associazioni e Comunità in prima linea contro le tossicodipendenze. Un’ultima battuta: nessuno è “brutto, sporco e cattivo”, purché non dica e non faccia cose “brutte, sporche e cattive”. E la «salute fisica e mentale dei nostri giovani» si tutela senza fumo, quel “fumo”, ma anche qualunque altro capace di stordire, anche solo propagandistico. Auguri a tutti, giovani e no, di letture affidabili e utili per impegni civili e a occhi bene aperti.