Il direttore risponde. Bonino va di qua? Io vado da un’altra parte
Franco Monaco
I suoi tre interessanti rilievi mi inducono, caro Monaco, ad alcune considerazioni.Primo: ha ragione, in politica si deve scegliere. E infatti è sulle scelte compiute che gli elettori giudicheranno in coscienza e tramite il voto le varie forze politiche e la qualità e coerenza delle loro eventuali alleanze. Con i radicali come con i leghisti. A proposito di scelte e del "matrimonio" tra Emma Bonino e il Partito democratico, le ricordo solo che è stato Pierluigi Bersani a sottolineare che «le adesioni o le defezioni» al Pd sono appunto «scelte politiche» e a proclamare la «capacità» della leader radicale («senatrice eletta nelle nostre liste» e «fuoriclasse») di «interpretare» il programma del centrosinistra. Lei ora assicura che la cultura radicale alla Bonino non è un "mattone" – per dirla ancora con Bersani – dei «muri portanti della casa comune». Vedremo. Si sa che convivere con i radicali e i loro riti e miti politici non è facile (e nel Pd in questi giorni lo si sta sperimentando per l’ennesima volta). Ma si vede a occhio nudo – e lo enfatizzano gli applausi-sberleffo all’uscita dal partito degli ex teodem – che certo radicalismo anche senza radicali nel Pd è purtroppo di casa.Secondo: è indubitabile che coloro che hanno lasciato il Pd nelle ultime settimane non sono "tutti i cattolici" del Pd. Ma è altrettanto certo che si tratta di un gruppo di politici di cultura cattolica che nel Pd avevano testimoniato coerenza valoriale cristiana e coniugato l’adesione a un progetto politico all’esercizio della libertà di coscienza in materie eticamente sensibili. Non so dirle, caro Monaco, quanto oggi il Pd sia meno "cattolico", ma so che è certamente più povero.Terzo: sulle insidie all’ethos cristiano il discorso potrebbe, in effetti, farsi lungo e complesso. Ma la sua sintetica cortesia mi dà il destro per chiuderlo in poche battute. Gliele offro da elettore cattolico esigente non da direttore di giornale: niente e nessuno mi farà digerire uno schieramento che assegna un ruolo guida a una «laicista ideologica» del calibro e della storia di Emma Bonino. Come diceva – a diverso proposito – un mio laicissimo maestro di giornalismo e di coerenza: da che parte è andata quella signora lì? Ah, bene, io me ne vado di corsa da quest’altra...