Newsletter. Il «colonialismo economico», il saccheggio dell'Africa e papa Francesco
Papa Francesco a Kinshasa accarezza una giovane donna vittima di violenza
Il «colonialismo economico», il saccheggio dell'Africa e la voce di papa Francesco
Un machete e uno stuoino deposti ai piedi della Croce, simbolo di violenze disumane inferte ai corpi e agli animi; una giovane con gli occhi tristi, ridotta a schiava sessuale e infine liberata. Sono solo alcune delle immagini che ci arrivano dal viaggio che papa Francesco concluderà domani, domenica 5 febbraio, nella Repubblica Democratica del Congo e in Sud Sudan. La stampa italiana ha dedicato un'attenzione distratta a questo viaggio apostolico, come spesso accade quando al centro c'è l'Africa. Ma le parole sono state pesanti, hanno scavato in profondità: l'inviata di Avvenire Stefania Falasca ha raccontato un Papa sdegnato dalle sofferenze del popolo congolese, che nell'est del Paese subisce massacri e distruzioni da parte di gruppi armati per l'accaparramento della terra. Ecco, la terra: piena di giacimenti preziosi, la sua ricchezza è stata la rovina della popolazione. «È la guerra scatenata da un'insaziabile avidità di materie prima e di denaro, che alimenta un'economia armata (...) Riempie di sdegno sapere che l'insicurezza, la violenza e la guerra che tragicamente colpiscono tanta gente sono vergognosamente alimentate non solo da forze esterne, ma anche dall'interno, per trame, interessi e vantaggi». Sono parole forti, quelle del Papa, emblema di tanti mali dell'Africa, di ieri e di oggi. È il «colonialismo economico» che si rispecchia, in tutta la sua spregiudicatezza e il suo cinismo, nelle braccia amputate della ragazza a cui il Papa. l'altro giorno a Kinshasa, ha baciato il capo.
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Il Consiglio d’Europa: l'Italia sospenda la cooperazione con la guardia costiera libica. Silenzio da Roma
Con una lettera al ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, la Commissaria per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Dunja Mijatović, ha invitato il governo a ritirare o rivedere i decreti sicurezza e a sospendere la cooperazione con la cosiddetta guardia costiera libica. Roma ha risposto confermando le scelte sulle Ong, ma tacendo su Tripoli. Tra le contestazioni, la decisione di assegnare alle navi di soccorso porti di sbarco del Centro e del Nord Italia e non più vicini all’area operativa. L’accusa è diretta: il governo italiano intende allontanare le navi umanitarie e tenerle impegnate il più possibile al di fuori del Canale di Sicilia. Strasburgo apre anche un nuovo fronte: l’Ufficio per i diritti umani «chiede ulteriori informazioni sui presunti rimpatri di persone dall'Italia alla Grecia su navi private, nelle quali sarebbero state private della libertà in condizioni preoccupanti». Come scrive il nostro Nello Scavo, nei giorni scorsi, infatti, si è appreso che alcuni traghetti sono stati attrezzati con delle celle, in alcuni casi delle gabbie, nelle quali vengono reclusi i richiedenti asilo acciuffati a bordo e riportati in Grecia d’intesa con le autorità italiane. Notizie destituite di ogni fondamento, risponde Roma. Il fronte più spinoso riguarda la cooperazione con la cosiddetta guardia costiera libica, coinvolta nella filiera dei crimini contro i diritti umani commessi a danno di migranti e profughi. Mijatović ribadisce “l’invito a sospendere la cooperazione con il governo libico in materia di intercettazioni in mare”. Argomento che nelle quattro pagine di risposta a Roma, neanche viene preso in esame. La risposta, ancora una volta, è il silenzio.
Ucraina: la guerra e soprattutto la pace
La guerra in Ucraina, senza una drastica sterzata verso la via diplomatica, rischia di dilagare. Allargandosi agli Stati vicini, ma anche ai Paesi europei fornitori di armi. A pochi giorni dal primo anniversario dell’invasione russa, anche il popolo della pace si rimette in marcia: il 24 febbraio, in notturna, ci sarà una Perugia-Assisi straordinaria, per dire che «c’è l’urgenza pressante di un rilancio dell’azione diplomatica. Siamo a un bivio. O fermiamo la guerra, o rischiamo di esserne coinvolti. Bisogna chiedere l’immediato cessate il fuoco, prima che Zelensky si trovi nella condizione di perdere tutto quello che ha difeso finora», ha detto il coordinatore della Perugia-Assisi Flavio Lotti al nostro Luca Liverani. E per sostenere le ragioni della pace è attiva una petizione su change.org, in cui si chiede di firmare dichiarando: "Io sto con papa Francesco per la pace in Ucraina e sulla terra".
Intanto la guerra in Ucraina è arrivata al 345° giorno e ieri ha visto lo svolgimento a Kiev del vertice con l'Unione Europea. Si è discusso di aiuti, sostegno militare e processo di integrazione del Paese ospitante nella Ue (i particolari nell'analisi di Andrea Lavazza). Ma il vero, enorme nodo che è difficile nascondere riguarda l’esito del conflitto. Kiev può resistere e contrattaccare se ottiene più armi e più potenti. L’unica alternativa è trovare un compatto fronte diplomatico che riesca a convincere il Cremlino a trattare. Un risultato che si potrebbe tuttavia raggiungere soltanto con la Cina unita all’Occidente, ipotesi difficile da concretizzare. L’Unione Europea, dal canto suo, oggi è chiamata a un doloroso sforzo di coerenza per riaffermare il proprio ruolo di bastione dei diritti e della democrazia. A fianco dell’Ucraina, ma senza accompagnarla nel baratro di un conflitto ancora più sanguinoso, distruttivo e senza esito positivo.
Il nero disabile in carrozzella, la ferocia e la libertà dell'uomo: la riflessione di Marina Corradi
In un sobborgo di Los Angeles un uomo in carrozzella accoltella un passante. Gli agenti gli si avvicinano, le armi in pugno. Gli intimano di gettare il coltello. Allora Anthony Lowe, le gambe amputate, fa una cosa assurda: si butta giù dalla carrozzella e tenta la fuga arrancando sui monconi. Non può andare lontano, ma gli agenti lo inseguono e infine sparano. Dieci colpi. Il video girato dai passanti lascia senza fiato. Perché è una scena atroce, da lager nazista, la caccia al giovane folle di paura, l’incalzarlo mentre come una bestia che, ferita, arranca. L’accanimento contro Lowe è tale da far pensare che per quegli agenti un nero, pregiudicato e handicappato, non sia un uomo come loro. Quasi Untermensch. Sottouomo, commenta Marina Corradi. Una radice di male è in ogni uomo. Si chiama peccato originale e spunta rigogliosa in una mattina dell’anno 2023 a Huntington Park, Los Angeles. Da un anno siamo abituati alle immagini da una guerra a noi vicina, eppure queste immagini da un grande Paese ricco, in pace, democratico, lasciano muti. Cos’è questo sussulto di ferocia? Occorre aver memoria di tutto quello che siamo, e possiamo essere. Nella nostra libertà, capaci di tutto, da zero all’infinito. Occorre, forse, almeno l’eco, dentro, di un Dio di cui siamo figli – tutti, e quindi fra noi fratelli. Perché altrimenti siamo capaci di ogni cosa: dall’infinito a zero, all’uomo annichilito.
Niente più madrina e padrino a Palermo. «Solo coreografia, meglio farne a meno»
Niente più padrino e madrina per il Battesimo e la Cresima: l’arcidiocesi di Palermo li ha sospesi per 3 anni. La decisione è arrivata con un decreto firmato dall’arcivescovo Corrado Lorefice il 31 gennaio, in cui si osserva che «nel corso del tempo convenzioni sociali e abitudini consolidatesi hanno compromesso l’autentico significato di questo ufficio esercitato a nome e per mandato della Chiesa». Insomma: il significato profondo e autentico si è perso, è diventato un «orpello coreografico» e dunque meglio farne a meno. La decisione di sospendere l'ufficio di padrino e madrina è stata già presa in diverse diocesi italiane, ad esempio ad Agrigento e a Catania, a Viterbo e a Grosseto, a Mazara del Vallo e a Sulmona-Valva. E poi a Cosenza-Bisognano, a Ventimiglia-Sanremo, a Sabina-Poggio Mirteto, a Spoleto-Norcia (solo per quelli della Cresima).
Recupera l'arte e mettila da parte: da 350 chiese danneggiate un nuovo Museo
Centinaia di chiese e di edifici religiosi chiusi, molti parzialmente inagibili: il maltempo e le scosse di terremoto (l'ultima il 9 novembre scorso) hanno prodotto una mappa disastrosa nelle province di Ancona, Pesaro, Macerata e Fermo. Così la diocesi di Camerino-San Severino-Fabriano-Matelica ha tenuto a battesimo a San Severino Marche il Museo dell’Arte Recuperata (MARec). Un nuovo museo diocesano, che raccoglie nel palazzo vescovile in un’unica esposizione le opere salvate dalle 350 chiese danneggiata dal sisma del 2016, in attesa di poterle riportare nelle sedi di provenienza. Ci sono gioielli come la Madonna del Monte di Lorenzo d’Alessandro o la statua lignea della Madonna di Macereto. Sono in tutto 70 opere esposte in un piano suddiviso in 13 sale, mentre il secondo piano accoglie il deposito attrezzato di altre 2.500 opere. Accanto, il laboratorio di restauro.
Domenica la Giornata contro gli sprechi. E arriva l'App per "salvare" il cibo in più
Dopo due anni di trend negativo, siamo tornati a essere più attenti a come "usiamo" il cibo e ne sprechiamo meno: dai 674 grammi di alimenti a testa ogni settimana destinati alla spazzatura nell'agosto 2022, oggi siamo scesi a 524 grammi. Frutta fresca, insalate, cipolle, pane e verdure gli scarti più frequenti. A sprecare di più, evidenzia l’Osservatorio italiano su cibo e sostenibilità Waste Watcher in vista della Giornata nazionale di prevenzione dello spreco alimentare in programma domenica, sono le regioni meridionali e le coppie senza figli; più virtuosi i comportamenti di Nord e Centro e delle famiglie con figli. L’Osservatorio propone la app Sprecometro: è gratuita, ci dice quanto cibo buttiamo, a livello individuale, familiare o di gruppo, e serve a ridurre e a prevenire lo spreco, calcolando anche la nostra “impronta ambientale”. Ne parla Vito Salinaro in questo articolo.
Il Vangelo di domenica 5 febbraio commentato da padre Ermes Ronchi - IL PODCAST
Luce e sale del mondo. Frammento di Dio in noi. Il Vangelo di domenica 5 febbraio 2023 commentato da padre Ermes Ronchi - Podcast
V Domenica del Tempo ordinario - Anno A In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro» (...) ASCOLTA QUI
Il Papa "silenziato", il teologo scomparso e le condanne a morte in India: il meglio degli altri
1) Il Papa "silenziato": un silenzio quasi totale accompagna le denunce profetiche di papa Francesco sul saccheggio delle ricchezze dell'Africa, durante il suo viaggio in Congo e Sud Sudan - da www.religiondigital.org (in spagnolo)
2) Morto a 92 anni Ioannis Zizioulas, un grande teologo cristiano: metropolita di Pergamo, era stato chiamato da papa Francesco a dare un contributo all'enciclica Laudato si'- da Vaticannews.va
3) In India aumentano le condanne a morte (poi non eseguite): sono 539 le persone nel braccio della morte, tra il 2004 e il 2022 sono state eseguite 8 pene capitali - da Asianews.it
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