Tv2000. Shoah, Segre: «Noi testimoni saremo dimenticati come i migranti nel mare»
“Noi testimoni della Shoah stiamo morendo tutti, ormai siamo rimasti pochissimi, le dita di una mano, e quando saremo morti proprio tutti, il mare si chiuderà completamente sopra di noi nell'indifferenza e nella dimenticanza. Come si sta adesso facendo con quei corpi che annegano per cercare la libertà e nessuno più di tanto se ne occupa”.
Lo ha detto la neo senatrice a vita e sopravvissuta ad Auschwitz, Liliana Segre, in un’intervista a Bel tempo si spera su Tv2000, in onda domani, 24 gennaio alle ore 8. La Segre, una delle ultime sopravvissute italiane al campo di concentramento di Auschwitz è stata nominata, nei giorni scorsi, senatrice a vita dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Intervistata da Lucia Ascione nella sua abitazione milanese, riporta alla luce i momenti drammatici dell’Olocausto, dalle leggi razziali del ’38, la deportazione ad Auschwitz, la sopravvivenza nella sezione femminile del campo, la liberazione, gli anni del silenzio e quelli, invece, della testimonianza. Giovedì 25 gennaio Liliana Segre sarà presente al Quirinale alla celebrazione del ‘Giorno della Memoria’.
“Il mio silenzio – ha detto la Segre – è durato 45 anni. Sono dovuta diventare nonna. È stata una completezza, una grande esperienza di vita e mi ha dato la forza di aprirmi dopo questo silenzio pesantissimo. Ma finalmente, e devo dire è stata una grande liberazione, ci sono stati dei fatti che piano piano mi hanno portato a diventare una testimone della Shoah”.
“La notte nel lager – ha ricordato la Segre – si sentivano le grida di coloro che stavano andando al gas. Si sentiva il richiamo delle mamme che stavano perdendo i bambini in tutte le lingue d'Europa e dei mariti che avevano perso le mogli. E noi sapevamo dove stavano andavano”.
“Io ho voluto sempre vivere – ha proseguito la Segre -. Io non sono in vita perché ho voluto vivere, perché tutti volevano vivere. Io ai
ragazzi a cui parlo regolarmente dico sempre la vita è stupenda, di amarla e non perdere un minuto di questa vita. Non c’è solo l'orrore di Auschwitz per fortuna, infatti quella si chiamava morte. La vita può avere dei risvolti stupendi e la spinta che c'è dentro ogni essere umano alla vita è grandissima”.