Natale. Aurora, la bimba simbolo della Terra dei fuochi, porta regali ai piccoli malati
Gli occhi di un celeste che mette insieme cielo e mare. Niente capelli, ma un bel po’ di (sgargianti) cappelli. Lotta. Lo fa per gli altri assai prima che per sé, ha dodici anni, vive a Giugliano: è diventata la bambina simbolo della Terra dei fuochi. Aurora non conosce rabbia, né rancore, vive di dolcezza e sorrisi e combattimento contro quel drago nero del cancro: «Lo so che le terapie fanno male - spiega ai piccoli malati -, ma non pensateci, pensate al dopo, quando sarà passata».
La notte di Natale ha una cosa da dire a Gesù: «Lo ringrazierò. Per avere cura di me e credere sempre in me. Grazie Gesù». È triste quando i piccoli piangono per il dolore, «ho detto loro che devono combattere» e che «combatteremo sempre con i bambini». Ha portato i giocattoli ai bambini ricoverati all’Oncoematologia dell’ospedale pediatrico Pausilipon di Napoli, «è stato bello vederli sorridere dei doni, i bambini più sono felici, più sono contenta».
Ha fatto la Comunione un mese fa e quel giorno disse che avrebbe usato i soldi che le avevano regalato per comprare quei giocattoli. Lo ha detto e poi fatto: «Perché le cose che diciamo, dobbiamo farle». Non soli quei bambini: «Sono tutti protetti da Gesù e dalle loro mamme. Gesù è con noi».
Non si sveglia mai stanca di combattere? «No. Io combatterò perfino quando sarò vecchia, voglio vedere quei bambini felici, a casa, coi loro amici». La cosa più difficile? Neanche questa riguarda lei: «Vederli piangere. Vedere qui bambini malati piangere».