Oman. Tensione nel golfo: gli Usa diffondono un video che accusa l'Iran
Gli Usa, che nelle scorse ore hanno attribuito all'Iran gli attacchi nello stretto di Hormuz, hanno diffuso un video e anche delle fotografie di una possibile mina, attaccata grazie a un magnete a un lato della nave, la giapponese Koukuka Courageous.
Il video, di poco meno di un minuto e mezzo e rintracciabile su Youtube, è in bianco e nero e le immagini sono spesso sfocate. Nelle immagini si vede, accanto alla petroliera, un'imbarcazione che secondo gli Usa appartiene dei Guardiani della Rivoluzione iraniani, ossia i Pasdaran e gli uomini che si vedono nel video starebbero rimuovendo dallo scafo della Kokuka Courageous una mina inesplosa (“limpet mine”, una mina che si attacca con dei magneti allo scafo delle navi). Anche le altre due foto diffuse dagli Stati Uniti mostrerebbero il danno provocato dall’esplosione di una mina e la presenza di un’altra mina non esplosa sullo scafo della Kokuka Courageous.
L'armatore giapponese proprietario della petroliera Kokuka Courageous, attaccata nel Golfo dell'Oman, ha riferito invece di aver notato "oggetti volanti" prima dell'esplosione, escludendo in questo modo che a causare i danni siano state mine, come suggerito dagli Stati Uniti. Lo scambio reciproco di accuse fra Iran e Usa sulla responsabilità dell'attacco alle due petroliere nel Golfo dell'Oman tiene in rialzo il prezzo del greggio sui mercati con il Wti che sale dello 0,4% a 52,49 e il Brent a 61.81 (+0,8%). Intanto, secondo i dati dell'agenzia governativa Eia, l'import di petrolio degli Stati Uniti dai paesi Opec crolla ai minimi degli ultimi 33 anni a 1,5 milioni di barile al giorno grazie all'aumento della produzione nazionale e alle sanzioni al Venezuela, rendendo il paese meno dipendente dall'estero. L'intenzione degli assalitori era però chiaramente quella di non affondare le due navi: le falle, provocate da esplosioni e successivi incendi, sono state ben al di sopra della linea di galleggiamento, dato di fatto che escluderebbe anche i tradizionali siluri.
Come ieri, anche stamani è arrivata una piccata reazione iraniana. "Le dichiarazioni provocatorie del rappresentante degli Stati Uniti contro l'Iran al Consiglio di sicurezza dell'Onu" di ieri fanno parte di "un'altra campagna iranofobica. L'Iran respinge categoricamente le accuse infondate degli Stati Uniti riguardo agli incidenti delle petroliere del 13 giugno e li condanna nei termini più forti possibili". Lo ha scritto in una nota la missione di Teheran alle Nazione Unite. "Né le prove fabbricate né le campagne di disinformazione o le accuse senza vergogna ad altri possono cambiare la verità. Gli Stati Uniti e i loro alleati regionali devono porre fine all'atteggiamento guerrafondaio e ai complotti maligni e alle operazioni sotto false bandiere nella regione", prosegue
Teheran. L'Iran ribadisce di considerare l'episodio "sospetto" e chiede alla comunità internazionale di contrastare "le incoscienti e pericolose politiche e pratiche degli Usa e dei loro alleati regionali, che innalzano le tensioni nella regione".