Venezuela. L'Ue dà l'ultimatum: libere elezioni o riconosciamo Gauidó
Il presidente venezuelano Nicolas Maduro (Ansa)
«Senza elezioni annunciate da qui ad otto giorni, noi saremo pronti a riconoscere Juan Gauidó come presidente ad interim». Praticamente in contemporanea con l'annuncio di Pedro Sanchez da Madrid, anche la Francia e la Gran Bretagna si uniscono, insieme alla Germania, all'ultimatum dato a Nicolas Maduro per risolvere la pericolosa crisi politica in Venezuela.
«Il popolo venezuelano deve poter decidere liberamente del proprio futuro», dichiara il presidente francese Emmanuel Macron, sottolineando che «si continua a lavorare con gli alleati europei». «@jguaido è la persona giusta per portare avanti il Venezuela» ha twittato il ministro degli Esteri britannico, Jeremy Hunt. «Se non saranno annunciate entro 8 giorni elezioni nuove ed eque, la Gran Bretagna lo riconoscerà come presidente ad interim per portare avanti il processo politico verso la democrazia».
Poche ore dopo l'ultimatum diventa europeo, con una nota dell'Alto rappresentante Ue Federica Mogherini: «L'Ue chiede con forza la tenuta urgente di elezioni presidenziali libere, trasparenti e credibili» e, «in mancanza di un annuncio sull'organizzazione di nuove elezioni con le necessarie garanzie nei prossimi giorni, l'Ue intraprenderà ulteriori azioni, anche sulla questione del riconoscimento della leadership del Paese». Mogherini sottolinea che «il Paese ha urgentemente bisogno di un governo che rappresenti la volontà del popolo venezuelano».
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Il presidente del Parlamento venezuelano autoproclamatosi presidente ad interim Juan Guaidó ha ringraziato in diversi tweet i leader europei per il loro «impegno nei confronti del popolo venezuelano nella nostra lotta per una nazione libera e democratica». «L'Unione Europea ha ancora compiuto progressi per il pieno riconoscimento e il sostegno della nostra lotta legittima e costituzionale», ha scritto Guaidó.
La spaccatura internazionale di fronte alla crisi venezuelana è evidente. Gli Stati Uniti, il Canada e oltre una mezza dozzina di Paesi latinoamericani si sono schierati con Guaidó, mentre un altro blocco di Paesi che comprende Russia, Iran, Turchia, Cuba, Bolivia e Nicaragua sostengono Maduro.
«L'esperimento socialista in Venezuela è fallito, la gente è alla fame» ha detto oggi il segretario di stato americano Mike Pompeo nel suo intervento al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, sottolineando come «la crisi umanitaria nel paese necessita di un'azione ora, oggi, per porre fine a un incubo». Erano stati proprio gli Usa a chiedere la riunione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu sul dossier Venezuela.