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Le testimonianze. «C'erano bulloni e sangue dappertutto»

Elisabetta Del Soldato, Londra martedì 23 maggio 2017

Una ragazza sotto choc soccorsa dalla polizia a Manchester (Ansa/Ap)

“L’attacco più terrificante che Manchester abbia mai subito”, così Ian Hopkins, il commissario di polizia a Manchester, colpita lunedì sera dall’attentato terroristico, ha descritto gli eventi. “C’erano pezzi di metallo e bulloni dappertutto”, ha raccontato Andy Holey che al momento dell’esplosione, alla fine del concerto della cantante americana Ariana Grande, stava andando a prendere moglie e figlia. “Ho sentito un botto e mi sono visto catapultato di una decina di metri. Quando mi sono alzato c’erano corpi ovunque. Il mio primo pensiero è stato quello di trovare la mia famiglia”. Emma Johnson era all’arena con il marito a prendere i figli di 15 e 17 anni. “Li aspettavamo in cima alle scale e il vetro è esploso. Eravamo vicini a dove vendono la merchandise. L’intero edificio si è mosso e dopo l’esplosione si sono viste fiamme e corpi ovunque”.

«L'immagine dei corpi non mi abbandonerà mai»

Abigail Walker, un’adolescente tra gli spettatori del concerto, ha raccontato che ha pensato subito alla sorella più piccolo: “L’ho presa per il braccio e la tiravo forte. Tutti urlavano e correvano. Cercavamo di capire cosa era successo. Eravamo terrorizzati”. Abby Mullen, un’altra teeneager che si trovava all’evento ha detto che “il sangue, il suono e l’immagine dei corpi” non l’abbandoneranno mai. “Ero circondata da una strage di corpi”. Non si hanno ancora notizie di Olivia, la figlia di Charlotte Campbell’s. “Ha solo quindici anni – ha detto la madre – ed è sola perché l’amica con cui era andata al concerto è stata trovata. Se qualcuno la vede per favore datele il telefono e fatemi chiamare. Voglio che torni a casa”. I genitori dei ragazzi che ancora mancano all’appello stanno usando i social media per cercare di avere notizie.