Sudafrica. Sale a 337 il bilancio dei morti per le violenze dopo l'arresto di Zuma
Leader religiosi sfilano con la bandiera sudafricana vicino a un centro commerciale saccheggiato dai rivoltosi
È salito a 337 il bilancio dei morti in Sudafrica secondo l'ultimo bollettino ufficiale dei disordini seguiti all'arresto dell'ex presidente Zuma. Il ministro Khumbudzo Ntshavheni ha fatto sapere che l'aumento è legato ai casi di chi non è sopravvissuto alle ferite riportate durante gli scontri.
La rivolta è cominciata qualche ora dopo che l'ex presidente Jacob Zuma si è consegnato alla polizia per farsi arrestare ai primi di luglio. Zuma era stato incriminato per oltraggio alla corte lo scorso mese per non essersi presentato a un'inchiesta aperta su episodi di corruzione durante la sua presidenza. Il politico, che ha 79 anni e nega qualunque responsabilità per i crimini dei quali è accusato, ha ricevuto una sentenza di 15 mesi di prigione e spera che la condanna venga annullata o che la corte costituzionale del Paese riduca il numero di anni della sua sentenza anche se, secondo gli esperti legali, è improbabile che questo succeda.
All'ex presidente, oggi, è stato concesso di uscire dal carcere per un giorno per partecipare al funerale del fratello. Zuma è stato portato stamattina nella sua casa a Nkandla, a 175 chilometri dalla città di Estcourt, dove si sono tenute le esequie del fratello Michael, morto a 77 anni, lo scorso 11 luglio, dopo una lunga malattia.
All'ex presidente è stato dato "un congedo per gravi motivi" per partecipare al funerale come prigioniero di "breve termine, a basso rischio", secondo il comunicato del dipartimento dei servizi correzionali. Ai media è stato precluso l'accesso alla cerimonia per permettere alla famiglia un lutto in forma privata, ma l'immagine di un giornale locale ha mostrato Zuma che arrivava vestito con una giacca blu scuro e un cappello panama.
Immagini del funerale di Michael Zuma, fratello dell'ex presidente - Reuters
Anche se il fattore scatenante della rivolta è stato l'arresto dell'ex presidente e i suoi sostenitori hanno bloccato le strade principali del Paese, chiedendo il suo rilascio, la difficile situazione economica del sud Africa, con la disoccupazione che raggiunge il 46,3% fra i più giovani e il 32,6% tra il resto della popolazione, sono state cause importanti dei disordini. Povertà e disuguaglianza affliggono il Paese da quasi trent'anni dopo la fine dell'apartheid nel 1994La rivolta è la sfida alla sicurezza del Paese più importante che il presidente Ramaphosa si è trovato ad affrontare, da quando è stato nominato nel 2019, ed è destinata a peggiorare la crisi economica già aggravata dalla pandemia. Molti supermercati, farmacie e altri negozi sono stati distrutti.
Molti sudafricani sono convinti che il successore di Zuma, Cyril Ramaphosa, non sia stato una guida abbastanza decisa, in grado di calmare la rabbia scatenata dall'arresto dell'ex presidente o di rassicurare i sudafricani che tutto andrà per il meglio. La rivolta è cominciata nella provincia natale del presidente Zuma, la regione di KwaZulu-Natal, e si è presto trasformata in saccheggi e incendi diffondendosi nella provincia di Gauteng dove si trova la città di Johannesburg.
Le autorità sono riuscite a riportare gli scontri sotto controllo ma si calcola che i costi economici delle violenze ammontino a oltre un miliardo di dollari, poco meno di un miliardo di euro, soltanto nella regione di KwaZulu-Natal dove 161 centri commerciali, 11 magazzini e otto fabbriche sono stati gravemente danneggiati mentre si stanno ancora calcolando i danni nella provincia di Gauteng.