Siria. Vacilla la tregua, l'Onu: «Scontri alla Ghouta»
Entrata in vigore alle 9 di stamani, in Siria la tregua umanitaria già vacilla. Le due parti si accusano a vicenda: l'Osservatorio siriano per i diritti umani, espressione dei ribelli, riferisce di raid aerei, tra cui il lancio di due bombe-barili e di missili. E questo mentre media governativi accusano le forze ribelli di aver bombardato i corridoi umanitari al fine di tenere i civili in ostaggio.
La tregua sulla Ghouta, sobborgo di Damasco in mano ai ribelli, era stata annunciata ieri dal presidente russo Vladimir Putin, alleato del regime siriano: sospensione delle ostilità per 5 ore al giorno, dalle 9 alle 14, per consentire i soccorsi. Il cessate il fuoco era stato deciso sabato dal Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
L'APPELLO DEL PAPA «Guerra disumana, subito accesso agli aiuti»
Lo spettro della bomba al cloro
Si è affacciato il sospetto che le forze del presidente Bashar al-Assad possano aver usato le armi chimiche: domenica, secondo fonti locali, almeno un bambino è morto e 13 persone sono rimaste ferite, con sintomi di asfissia a causa di un raid aereo in cui, secondo i ribelli, sarebbe stata sganciata una bomba contenente cloro allo stato gassoso. La Russia ha negato qualsiasi uso di armi chimiche da parte delle forze lealiste e,anzi, ha definito le accuse «provocazioni».
L'Onu ha chiesto il cessate-il-fuoco
La risoluzione del Consiglio di Sicurezza ha chiesto il cessate il fuoco di un mese in Siria, per consentire di distribuire gli aiuti umanitari e evacuare i feriti in una città che da anni è sotto assedio. L'Iran, importante alleato di Damasco insieme alla Russia, ha fatto sapere che le operazioni contro i «terroristi» andranno avanti, ma il presidente francese, Emmanuel Macron, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel, hanno esortato la Russia, in una telefonata con il presidente russo, Vladimir Putin, a esercitare «la massima pressione» sulla Siria per un'attuazione «immediata» della tregua richiesta dall'Onu.
Dal canto suo la Turchia ha fatto sapere che il cessate il fuoco non riguarda Afrin dove Ankara sta conducendo dal 20 gennaio l'offensiva Ramoscello d'Ulivo contro l'enclave curda nel nord del martoriato Paese.
Offensiva anti Daesh: 25 civili uccisi
Intanto attacchi aerei sull'ultima sacca di jihadisti del Daesh nella Siria orientale hanno ucciso almeno 25 civili, tra cui sette bambini. Lo riferisce l'Osservatorio siriano per i diritti umani, che spiega che i raid sono stati condotti domenica nell'area del villaggio di Al-Shaafah, a nord dell'ex roccaforte del Daesh di Albu Kamal, vicino al confine con l'Iraq.