La rivolta. Olanda, quarta notte di proteste contro il coprifuoco: 180 arresti
Gli scontri con la polizia dei manifestanti nel centro di Eindhoven in Olanda
Incendi, automobili e biciclette bruciate, infrante le vetrine di negozi e supermercati, poi saccheggiati. Lanci di sassi e bottiglie contro gli agenti intervenuti per sedare i disordini. Questa la reazione di gruppi di violenti alle parole del dimissionario premier Mark Rutte da quando, sabato scorso, ha annunciato il coprifuoco in aggiunta alle già pesanti settimane di lockdown (protratto sino al 9 febbraio). Prima ad Eindhoven, poi ad Amsterdam e i giorni seguenti in altre città del Paese, gli scontri si sono propagati e sono 180 le persone arrestate. Sono intervenuti poliziotti a cavallo e gli agenti hanno anche usato idratanti e gas lacrimogeni. Danneggiata la stazione di Eindhoven. Marjan Rintel, presidente e direttrice delle linee ferroviarie NS, ha anche dovuto bloccare la circolazione: «La situazione era diventata così pericolosa che ho temuto per i colleghi e viaggiatori. Tanto da aver fermato i treni. In 40 anni non si era mai assistito ad una cosa simile».
Fra i manifestanti anche il gruppo Pegida, già noto soprattutto in Germania (dove è nato) per le sue dimostrazioni contro l’islam: parecchi inneggiavano a Hitler, altri contro Rutte e il governo. A Urk è stata bruciata una postazione stradale del Ggd, istituto affiliato al ministero della Sanità, che si occupa dei tamponi e da poco anche delle vaccinazioni. Completamente distrutto anche un negozio di cartoleria a Den Bosch, anch’esso chiuso per le norme restrittive. La proprietaria, Maaike Neufèglise, ha raccontato in lacrime i mesi di perdita economica (sin dal precedente lockdown durante la prima ondata di coronavirus), a cui ora si è aggiunto questo «incomprensibile disastro». E alcuni cittadini hanno raccolto 100.000 euro per aiutarla nella ricostruzione.
La donna ferita negli incidenti la cui immagine è diventata virale sui social - Reuters
In un video diventato virale si vede invece una donna la quale, colpita dal getto di un idrante, sbatte violentemente la testa contro un muro riportando una frattura cranica. Secondo il fidanzato, «stavano solo fotografando gli scontri», ma da immagini scovate sui social media pare invece che la donna in passato avesse preso parte ad altre manifestazioni.
Janine Kramer, procuratore e portavoce del ministero di Giustizia, ha precisato che «la polizia aveva intimato più volte di sgombrare la piazza, di andare tutti a casa e di rimanerci». Sono, insomma, tempi duri per Rutte e il governo, soprattutto in vista in vista delle elezioni politiche del 17 marzo.