Si è spento nella notte, all'età, di 93 anni
Shimon Peres. Le condizioni
dell'ex presidente israeliano, colpito da un ictus lo scorso 13
settembre, erano drammaticamente peggiorate negli ultimi due giorni.
Peres era ricoverato allo Sheba Medical Center Tel HaShomer, vicino Tel Aviv, sotto la supervisione del genero, nonché suo medico personale, Rafi Walden.
Con Shimon Peres, se ne va uno degli ultimi protagonisti della nascita d'Israele. Nel 1994 è stato insignito del Nobel per la pace con Rabin e Arafat per gli accordi di Oslo.Il cordoglio di papa Francesco. Il Papa ha apprezzato Shimon Peres come "uomo di pace e perseverante negli sforzi di pace" e spera che la sua "eredità" "ispiri tutti a prodigarsi urgentemente per la pace". Lo ha detto il portavoce vaticano Greg Burke, dopo che è stato diffuso il telegramma di cordoglio del Papa per la morte del leader israeliano. Nel telegramma il Papa si dice "profondamente addolorato" dalla scomparsa di Peres". "Ricordo con affetto - scrive - il mio tempo con Peres in Vaticano e rinnovo il mio grande apprezzamento per gli sforzi instancabili del defunto presidente nel favore della pace. Mentre lo Stato di Israele piange Peres, spero che la sua memoria e i tanti anni di servizio sia per tutti noi uno stimolo a lavorare con sempre maggiore urgenza per la pace e per la riconciliazione tra i popoli. Così la sua eredità sarà veramente onorata e il bene comune per il quale ha così duramente lavorato troveranno nuove espressioni".Nato in Polonia nell'agosto 1923, Peres era giovanissimo nel 1948 quando Yitzhak Ben Gurion lo nominò capo della Marina durante la guerra d'indipendenza che seguì alla proclamazione dello Stato d'Israele. Da allora è stato leader laburista, primo ministro, ministro degli Esteri, della Difesa, dei Trasporti e delle Finanze. Premio Nobel, Peres fu anche il nono presidente d'Israele e fino
all'ultimo, grazie al suo prestigio internazionale, ha svolto un ruolo
di ambasciatore ufficioso del suo Paese.Nato con il nome di Shimon Perski, nel 1934 Peres emigrò con la
famiglia nella Palestina sotto mandato britannico. Fra i fondatori del
kibbutz Alumot, entrato nel 1947 nell'esercito della Haganah, il
giovane Peres divenne un protetto del fondatore d'Israele, Ben Gurion.
Dopo aver guidato la Marina nel 1948, diventò direttore generale del
ministero della Difesa con l'incarico di acquistare armi per
l'esercito del nuovo Stato. Fu lui ad avviare il programma nucleare
bellico, la cui esistenza Israele non ha mai confermato o negato.
Partito come falco, Peres è sempre stato un politico pragmatico che si
è progressivamente spostato su posizioni a favore del negoziato con i
palestinesi, senza però mai arretrare sulla sicurezza d'Israele.Un'immagine di Peres del 1986, davanti alla Stella di David (Lapresse)Fra i fondatori del partito laburista nel 1967, ne assunse la guida
nel 1977 e in questa veste fu sconfitto per due volte alle elezioni.
È diventato primo ministro nel 1984 in un governo di unità nazionale
con il Likud, nel quale si alternò alla guida dell'esecutivo con il
conservatore Yitzhak Shamir. Nel 1992 fu sconfitto nelle primarie
interne laburiste da Yitzhak Rabin. Quando questi diventò primo
ministro lo stesso anno, Peres assunse la guida degli Esteri. Fu
quello il governo degli accordi di pace di Oslo con i palestinesi,
grazie ai quali Rabin, Peres e il leader palestinese Yasser Arafat
ottennero il Nobel per la pace nel 1994.Con Arafat nella Striscia di Gaza in una foto del 1998
Peres divenne primo ministro dopo l'assassinio di Rabin nel 1995 da
parte di un estremista di destra israeliano. Ma fu poi sconfitto di
misura alle elezioni del 1996 dal leader del Likud Benyamin Netanyahu.
Tornò al governo nel'esecutivo di unità nazionale guidato da Ariel
Sharon, del Likud, con incarichi di ministro degli Esteri (2001-2002)
e vice primo ministro (2002-2005).Con il premier israeliano Netanyahu nell'aprile 2013 (Lapresse) PROFILOSognatore, idealista, pragmatico: ecco chi era Shimondi Giorgio Ferrari Con Nelson Mandela, altro Nobel per la Pace, nel 1996 (Lapresse)Nel 2005 lasciò i laburisti per partecipare al partito centrista Kadima di Sharon, che aveva come obiettivo la ripresa del negoziato di pace con i palestinesi. Nel 2007 Peres fu eletto capo dello Stato, mandato che ha esercito fino al luglio 2014 cercando di favorire il più possibile il dialogo con il mondo arabo e i palestinesi.Con il Papa all'aeroporto di Ben Gurion, Israele, 25 maggio 2014 (Lapresse)Una delle sue ultime missioni fu
la preghiera in Vaticano assieme al leader palestinese Mahmoud Abbas
(Abu Mazen), su invito di papa Francesco.Shimon Peres con papa Francesco in Vaticano, giugno 2014IL TESTOIl discorso di Peres in Vaticano: pace anche a costo di sacrifici
Malgrado l'età avanzata - è stato uno dei capi di Stato più anziani
del mondo - Peres si è mantenuto attivo fino all'ultimo come
ambasciatore ufficioso d'Israele, curando il suo Peres Center for
Peace fondato nel 1996. Appassionato di nuove tecnologie, è
intervenuto spesso sui social.Obama lo insignisce di un'onorificenza nel 2012 alla Casa Bianca (Lapresse)Statista rispettato in tutto il mondo, Peres è sempre
stato discreto nella vita privata. Nel 1945 sposò la compagna di liceo
Sonya Gelman, che gli è stata accanto fino alla morte nel 2011 ed è
raramente apparsa in pubblico. Hanno avuto una figlia e due
figli. Peres era anche cugino di primo grado dell'attrice americana
Lauren Bacall.
Venerdì ai funerali i "grandi" del mondo. Statisti da tutto il mondo prenderanno parte venerdì mattina a Gerusalemme ai funerali di Peres. Lo ha reso la ministra della Cultura Miri Regev,
che è stata incaricata dal governo di organizzare i preparativi.
Gli ospiti illustri potranno rendere omaggio alla salma di
Peres alla Knesset (il parlamento) e poi raggiungeranno il
vicino cimitero del Monte Herzl. Peres sarà inumato nel settore
dei Grandi della Nazione.
Il ministero degli Esteri israeliano prevede per il momento
che gli ospiti dall'estero possano includere il presidente
Barack Obama; Bill e Hillary Clinton; il segretario di Stato
John Kerry; il principe di Galles, Carlo; il premier canadese
Justin Trudeau; il presidente tedesco Joachim Gauck; il premier
australiano Malcolm Turnbull, e altri ancora. Ma questa lista è ancora provvisoria e potrebbe cambiare
nelle prossime giornate.