Iran. Aereo abbattuto per errore, migliaia in piazza a Teheran: Khamenei dimettiti
Proteste a Teheran
L'Iran, dopo tre giorni di smentite ammette: l'aereo dell'Ukrainian Airlines precipitato mercoledì è stato abbattuto per errore perché scambiato per un "obiettivo ostile". L'annuncio clamoroso arriva dopo che lo stesso governo di Teheran ha ripetutamente negato l'accusa di essere responsabile dell'incidente che ha provocato 176 vittime. A Teheran una fiaccolata in memoria delle vittime si è trasformata in manifestazione contro il regime, con slogan come «Pasdaran, vergognatevi e lasciate il Paese». I giovani in piazza hanno chiesto a gran voce le dimissioni del comandante supremo delle forze armate, ovvero l'ayatollah Ali Khamenei. "Khamenei dimettiti", "Morte ai bugiardi", hanno urlato migliaia di giovani radunati davanti alle due università di AmirKabir e di Sharif. La polizia ha usato i lacrimogeni contro i manifestanti, e ha effettuato arresti.
Il dolore per le vittime del disastro aereo - Ansa
A ordinare al governo di dire la verità sull'abbattimento sarebbe stato la Guida suprema dell'Iran, l'ayatollah Ali Khamenei. Secondo quanto riporta l'agenzia Fars, «appena la Guida suprema è stata informata del catastrofico errore», ieri, ha ordinato che i risultati dell'indagine «venissero portati a conoscenza del popolo esplicitamente e onestamente». «Consiglio vivamente al Quartier generale (delle forze armate) di rimediare alle negligenze» per garantire che questo tipo di errore non si ripeta, ha affermato l'ayatollah Khamenei in una dichiarazione postata sul suo sito.
«Mi prendo la responsabilità per l'abbattimento dell'aereo ucraino e accetto qualsiasi decisione che le autorità prenderanno a riguardo» ha detto il generale della forza aerea delle Guardie della rivoluzione, Amirali Hajizadeh, citato da Farsnews.
Le Forze armate: scambiato per un «aereo nemico»
L'ammissione dell'abbattimento è arrivata dal Quartier generale delle Forze armate iraniane: il Boeing 737 precipitato poco dopo il decollo dall'aeroporto "Imam Khomeini" di Teheran è stato «erroneamente» e «involontariamente» preso di mira dalle forze di difesa aerea iraniane che lo hanno scambiato per un «aereo nemico». Scusandosi e porgendo le condoglianze alle famiglie delle vittime (91 iraniani, 57 canadesi, 11 ucraini, 10 svedesi, 4 afgani e 3 britannici), il Quartier generale delle Forze armate iraniane afferma in un comunicato che metterà in atto «riforme essenziali nei processi operativi per evitare simili errori in futuro» e che perseguirà legalmente «coloro che hanno commesso l'errore».
I resti del Boeing 737 ucraino abbattuto mercoledì all'aeroporto di Teheran - Ansa
Rohani: errore imperdonabile, chi ha sbagliato pagherà
Il presidente iraniano Hassan Rohani ha assicurato che «i responsabili di questo errore imperdonabile saranno perseguiti». Rohani ha espresso cordoglio per la morte di così tante «persone innocenti a causa di errori umani e colpi sbagliati» e ha accusato gli Stati Uniti di aver in qualche modo causato la tragedia con le loro minacce: «Per difenderci da possibili attacchi da parte dell'esercito americano, le forze armate della Repubblica islamica dell'Iran erano in piena allerta, il che sfortunatamente ha portato a questa terribile catastrofe», ha detto Rohani.
Tra le vittime molti iraniani del Canada. E 15 bambini
Avevano in gran parte passaporto iraniano i 176 occupanti del volo Uia 752, che copriva la rotta Teheran-Kiev-Toronto. Ma la maggior parte di loro, ben 138, era diretta in Canada. E 57 erano cittadini canadesi. Non a caso. Si trattava per lo più di espatriati iraniani, che avevano lasciato la Repubblica Islamica per motivi politici o di studio. Toronto, dove risiedevano molte delle vittime, ospita circa 100mila persone di origine iraniana, la seconda più grande comunità persiana al di fuori dell'Iran, dopo quella di Los Angeles. In tutto il Canada vivono circa 250.000 persone di origine iraniana.
Su quel volo, che dalla patria d'origine li riportava a casa, c'erano una trentina di residenti a Edmonton, capitale della provincia dell'Alberta. «Almeno dieci membri della nostra comunità accademica hanno perso la vita, tra studenti e ricercatori» ha detto all'agenzia Reuters David Turpin, presidente dell'Università dell'Alberta. Tra questi, Mojgan Daneshmand, 43 anni, docente di Ingegneria, con il marito e collega Pedram Mousavi, 47 anni, docente di Ingegneria meccanica nello stesso ateneo. Con loro viaggiavano le figlie Dorina e Daria, di 9 e 14 anni. E viaggiava con le figlie anche Shekoufh Choupannejad, 56 anni, ginecologa. La figlia Sara aveva 23 anni, mentre Saba ne aveva 21 e studiava Scienze all'Università dell'Alberta.
Tra le vittime anche due coppie di neo sposi: Arash Pourzarabi, 26 anni, e Pouneh Gourji, 25, che avevano celebrato il matrimonio il primo gennaio, e Siavash Ghafouri Azar, 35 anni, con Sara Mamani, 36, entrambi ingegneri. I nomi bastano a svelare l'origine persiana e le ragioni che dal Canada li avevano portati a Teheran. La seconda coppia aveva appena comprato casa a Montreal, in Québec.
Nella lista dei passeggeri compaiono anche 15 bambini, compreso uno di poco più di un anno. Le prime immagini dal luogo del disastro mostravano anche giocattoli e libri sparsi tra i rottami del velivolo abbattuto da un missile.