Coronavirus. La Danimarca riapre le scuole: cosa accade in Europa e in Italia
Didattica a distanza nelle scuole italiane
Prove di ritorno alla normalità in Europa. Gradualmente, alcuni Paesi mettono in piedi un piano di riapertura, partendo da attività produttive, servizi e scuole. Lunedì sera nel suo discorso alla nazione, il presidente della Repubblica ha annunciato una serie di misure, tra le quali la riapertura progressiva delle scuola, a partire da asili e nidi. Emmanuel Macron ha spiegato qual è il motivo che sta alla base di una decisione che in Italia è considerata prematura: "A partire dall'11 maggio riapriremo progressivamente gli asili, le scuole, i collegi e i licei. È per me una priorità perché l'attuale situazione aumenta le ineguaglianze. Troppi bambini, soprattutto nei quartieri popolari e in campagna, sono privati della scuola senza avere accesso al digitale e non possono essere aiutati allo stesso modo dai genitori. In questo periodo, le disuguaglianze delle abitazioni e quelle fra famiglie sono ancora più marcate. È per questo che i nostri bambini devono ritrovare la strada della scuola. Il governo, nella concertazione, dovrà prevedere regole particolari: organizzare in modo diverso tempo e spazio, proteggere bene i nostri insegnanti e gli studenti, con il materiale necessario. Per gli studenti dell'insegnamento superiore, i corsi non riprenderanno fisicamente fino all'estate. Il governo preciserà per ciascuno l'organizzazione giusta che sarà necessaria, in particolare per esami e concorsi".
Quindi, in nome dell'uguaglianza, i primi a tornare nelle aule saranno i bambini più piccoli. Certo, la riapertura delle scuole non avverrà da un giorno all'altro, ha avvisato questa mattina il ministro francese dell'Istruzione, Jean-Michel Blanquer: il primo criterio "è anzitutto sociale", e a molti osservatori è sembrato di capire che gli alunni delle zone più in difficoltà potrebbero riprendere prima degli altri. "Bisogna salvare gli studenti che potrebbero andare alla deriva a causa del confinamento", ha avvertito, aggiungendo: "Sono le fasce più fragili che ho innanzitutto in testa".
Anche nel resto d'Europa qualcosa si muove.
Danimarca e Norvegia, che restano lontane dai 10mila contagi (rispettivamente 6.174 e 6.525) saranno le prime a riaprire parzialmente le scuole. In Danimarca, rispetto alla Francia, sembra prevalere l'idea che per riprendere una vita normale, i genitori devono tornare al lavoro e quindi i figli piccoli devono essere accuditi. Una visione pragmatica, che il governo è pronto a correggere se i contagi dovessero ricominciare a salire. Dunque, a scuola da mercoledì 15 dopo un mese di stop gli alunni di scuole primarie e asili, dunque tutti i piccoli sotto gli 11 anni di età. Le scuole hanno tuttavia tempo fino al 20 aprile, come richiesto da più parti, per poter meglio adeguare gli edifici alle nuove misure di sicurezza e ai nuovi standard igienico-sanitari imposti dal governo di Copenaghen. Tra le varie disposizioni, è previsto che tra gli alunni sia mantenuta una distanza non inferiore ai due metri, inoltre si potrà uscire dalla classe tutti insieme ma solo divisi in piccoli gruppi.
In Norvegia il 20 aprile inizieranno le scuole dell'infanzia.
La Germania ha preso la sua decisione: stando a una bozza di decreto anticipato da vari media tra cui lo Spiegel, a partire dal4 maggio potranno rientrare in classe gli studenti degli ultimi anni di scuola secondaria e i ragazzi dell'ultimo anno delle elementari.
Anche la Spagna, colpita duramente dell'epidemia, sta mettendo a punto il suo piano: l'idea è di una ripartenza delle scuola differenziata, in base alla situazione nelle varie regioni, a partire da maggio.
E in Italia? Da noi è stata indicata la data limite del 18 maggio: se entro allora si potrà tornare in aula, allora l'anno scolastico finirà più o meno regolarmente, altrimenti sono state previste alcune misure soprattutto sulle valutazioni finali e sugli esami. L'esame di Maturità consisterebbe solo in un esame orale, della durata di circa un'ora (LEGGI QUI), in modalità online o in presenza, a piccoli gruppi convocati a scuola.
In realtà nessuno ormai scommetterebbe sulla riapertura delle scuole prima dell'estate. Anche per settembre i dubbi sono tanti: come garantire la distanza sociale tra gli e i professori, nelle classi numerose che sono la normalità in Italia?