Tensione. Bombardieri Usa nei cieli della Corea. Per esercitazione
Le esercitazioni congiunte di Usa e Sud Corea nei cieli coreani (Ansa)
Braccio di ferro fra Stati Uniti e Corea del Nord. Dopo l'ennesimo lancio di un missile balistico a medio raggio da parte del regime di Pyongyang, gli Usa hanno fatto volare quattro jet da combattimento Stealth e due bombardieri sulla penisola coreana, in una dimostrazione di forza.
Secondo l'agenzia sudcoreana Yonhap, che cita fonti anonime del governo di Seul, quattro caccia F-35B Stealth e due bombardieri B-1B hanno svolto «bombardamenti fittizi per un'esercitazione» sulla penisola coreana. Si tratterebbe dei primi voli militari Usa da quando il 3 settembre scorso Pyongyang ha effettuato il suo sesto e più potente test nucleare, a cui è seguito venerdì scorso il lancio di un missile balistico che ha sorvolato il Giappone.
EDITORIALE Rischiosi giochi di potenza di Vittorio E. Parsi
I jet a poche decine di chilometri dal confine
I jet Usa si sono esercitati con gli F-15K coreani prima di tornare alle loro basi in Giappone e a Guam, ha riferito l'agenzia Yonhap. «I jet hanno sganciato bombe inerti nel campo di tiro di Pilseung (a poche decine di chilometri dalla Corea del Nord, ndr), a Taebaek, provincia di Gangwon, durante le esercitazioni tenute oggi da mezzogiorno alle 14.30 (5-7.30 in Italia) per poi tornare alle rispettive basi», ha reso noto una fonte governativa sudcoreana. L'agenzia Yonhap osserva che gli F-35B Usa sono arrivati per la prima volta così vicini al confine con la Corea del Nord.
Il ministero della Difesa di Seul ha confermato le esercitazioni, aggiungendo che «nei giorni a venire, le Marine militari di Corea del Sud e Usa dimostreranno la loro interoperatività coinvolgendo anche i bombardieri strategici americani».
L'ultima volta che caccia Usa hanno volato sulla Corea era il 31 agosto.
L'escalation al centro dei lavori dell'Assemblea Onu
Il regime di Pyongyang è tornato a criticare la condanna dei suoi test missilistici da parte del Consiglio di Sicurezza dell'Onu, ribadendo che l'acuirsi delle sanzioni internazionali spingeranno ulteriormente il Paese verso il «compimento di status di potenza nucleare».
Proprio oggi si apre a New York, al Palazzo di Vetro, la 72esima Assemblea generale delle Nazioni Unite: fra i temi prioritari della tre giorni ci sarà l'escalation nucleare della Corea del Nord. La Francia si è già espressa per una stretta delle sanzioni, sostenendo al tempo stesso che l'unica strada da percorrere sia quella di riportare la Corea del Nord al tavolo delle trattative.
L'appello dei vescovi coreani: cercare vie di pace
«Non perdere mai la speranza e trovare una porta, anche se piccola, che possa aprire una via di dialogo. La pace è sempre possibile». È l’appello di monsignor Lazzaro You Heung-sik, vescovo di Daejeon e presidente della Commissione Giustizia e Pace dei vescovi coreani, raggiunto telefonicamente dal Sir. «Proprio oggi - ricorda - il presidente sudcoreano Moon Jae-in è partito per l’Onu dove incontrerà il presidente Usa Trump e il presidente giapponese Abe. Sarà un incontro trilaterale fra Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud». Il vescovo mette in guardia tutti dal rischio di cedere al «gioco delle armi». Per Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud il messaggio è: «Anche se dite che il dialogo è finito, io vi chiedo di cercare ancora una via di pace, perché al dialogo e alla via diplomatica non ci sono alternative». Al presidente sudcoreano, riferisce, «ho detto che lo ricordo nella Santa Messa, che prego per lui perché abbia la forza della prudenza e del coraggio, che si lasci guidare da Maria».