Guatemala. «In nome di Dio, fateci passare»: la preghiera dei migranti al confine
I migranti partiti dall'Ecuador in preghiera davanti alla polizia nel villaggio di Vado Hondo, in Guatemala, che ha bloccato il passaggio della carovana
«Non avete cuore, in nome di Dio, fateci passare». Per ore sono rimasti in ginocchio, domenica, nei pressi del villaggio di Vado Hondo, nella regione guatemalteca di Chiquimula. Ma la loro preghiera, trasformata, ora dopo ora, in sussurro, non ha commosso gli agenti. Stavolta la Carovana di 9mila disperati, partiti venerdì da San Pedro Sula in Honduras, ha trovato sbarrata la strada verso Nord.
La polizia, alla fine, ha impiegato lacrimogeni e manganelli per costringere gli immigrati a tornare indietro. Un migliaio sono stati catturati e rimpatriati, il resto si è disperso in attesa di trovare una via alternativa. Non sarà, però, facile.
Il governo messicano di Andrés Manuel Lopez Obrador ha schierato la Guardia nazionale a Tapachula e lungo il corso del fiume Suchiate per bloccare la prima Carovana del 2021.
I migranti partiti dall'Ecuador in preghiera davanti alla polizia nel villaggio di Vado Hondo, in Guatemala, che ha bloccato il passaggio della carovana - Ansa
La speranza di quest'ultima è il cambio al vertice della Casa Bianca, con l'insediamento - mercoledì - di Joe Biden. Il neo-eletto ha promesso di rimuovere alcuni degli aspetti più controversi e muscolari della politica migratoria del predecessore. E ha annunciato un piano per gli undici milioni di indocumentados residenti negli Usa. È, tuttavia, improbabile che i mutamenti riguardino anche i nuovi arrivati e, dunque, la Carovana.