Il rapporto. Aumenta la fame nel mondo: in 124 milioni a rischio grave
Una famiglia di profughi venezuelani in Brasile: anche a Caracas è sempre più grave la crisi alimentare (Ansa)
Aumenta la fame nel mondo e mette sempre più a rischio la vita. Sono 124 milioni le persone in 51 Paesi (11 milioni di persone in più di un anno fa) che vivono una situazione di crisi alimentare acuta, tale da aver bisogno di un'azione umanitaria urgente. A far arretrare il pianeta, dopo decenni di politiche che avevano portato a un miglioramento, sono stati i cambiamenti climatici e i conflitti. È quanto emerge dal rapporto del Fsin, la Rete di informazione sulla sicurezza alimentare, elaborato da Ue e agenzie Onu e presentato a Roma nella sede della Fao.
Il Fsin, che ha realizzato il Rapporto globale sulle crisi alimentari, è un network composto da diversi enti internazionali, tra cui l'Autorità intergovernativa per lo sviluppo (Igad), l'Unione Europea, la Fao, l'Unicef, l'Ufficio delle Nazioni Unite per il coordinamento degli affari umanitari (Ocha), il Programma alimentare mondiale. Il rapporto sottolinea come le crisi alimentari siano sempre più determinate da cause complesse quali conflitti, choc climatici estremi, prezzi alti degli alimenti di base, che si presentano spesso in concomitanza. L’aumento di persone che soffrono la fame è dovuto quest’anno in gran parte alla situazione di conflitto e insicurezza in Myanmar, nord-est della Nigeria, Repubblica democratica del Congo, Sud Sudan e Yemen. La prolungata siccità ha avuto drammatiche conseguenze soprattutto nell’Africa meridionale e orientale.
Le situazioni di conflitto rimangono il fattore principale alla base della grave insicurezza alimentare in 18 Paesi, 15 dei quali sono in Africa e Medio Oriente. E costituiscono la causa primaria per la maggior parte dei casi di insicurezza alimentare acuta nel mondo, toccando il 60 per cento del totale (74 milioni di persone). I disastri climatici (soprattutto la siccità) hanno portato crisi alimentari in 23 Paesi, due terzi dei quali in Africa, e hanno trascinato nell'insicurezza alimentare grave 39 milioni di persone.