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Imprese. Una Scarpa sostenibile: il reso che rimette in circolo

Francesco Dal Mas mercoledì 5 giugno 2024

Come produrre scarpe riducendo del 52,4% le emissioni di gas serra, del 50% l’impiego di sostanze chimiche, del 65% il consumo di acqua, del 54,5% quello di energia. «Scarpa», azienda di Asolo, in provincia di Treviso, leader nella produzione di calzature per la montagna e per le attività outdoor, sta già implementando questa sfida: con il progetto Life Re-Shoes, in qualità di coordinator di un consorzio di varie realtà internazionali. Ogni anno nel mondo vengono prodotte oltre 24 miliardi di nuove scarpe, di cui la gran parte finisce in discarica alla fine del ciclo di vita. La quantità di rifiuti generati dai prodotti usati è una delle principali sfide dell’industria calzaturiera: per il mix di materiali diversi difficili da separare.

«La nostra idea è particolarmente ambiziosa – spiega il presidente Sandro Parisotto – sviluppare un nuovo modello di business sostenibile, in cui le calzature a fine vita diventino la fonte da cui ricavare nuovi materiali da impiegare direttamente nella produzione di nuove scarpe, invece di essere utilizzate per realizzare prodotti di qualità inferiore o impiegate in settori diversi da quello di origine. Sappiamo che la strada è lunga, ma è una sfida che la nostra azienda ha deciso di accettare senza indugi, nel nome dei valori di sostenibilità, innovazione, sperimentazione, qualità, che da sempre portiamo avanti».

Nel 2023 Scarpa ha assunto la forma giuridica di Società Benefit, formalizzando l’unione degli obiettivi economici con la creazione di beneficio comune. «Da sempre mettiamo al centro la persona e il suo rapporto, rispettoso e autentico, con la natura e l’ambiente montano, attraverso prodotti di qualità, sicuri e altamente performanti, in grado di garantire una lunga durata e ridurre così la produzione di rifiuti immessi nell’ambiente», tiene a confermare Parisotto. La competizione di corsa Duerocche è stata la prima gara di trail running ad essere valutata in termini di impatto sociale e ambientale secondo il “Regenerative Event Framework”, un modello di analisi delle performance degli eventi sviluppato da Nativa – la Regenerative Design Company che accompagna le organizzazioni nel ridisegnare i loro modelli in ottica di sostenibilità – e applicato all’evento attraverso un percorso congiunto con l’azienda asolana. L'obiettivo è quello di utilizzare il Regenerative Event Framework come solida base per la definizione di una visione che Scarpa richiederà agli organizzatori delle gare di trail running.

Di conseguenza, l’industria trevigiana sarà il primo brand Outdoor a definire un modello coerente con la vocazione dell’impresa e basato sul framework creato da Nativa. La competizione è stata infatti analizzata attraverso un set di parametri relativi ad alcuni ambiti – circolarità, capitale naturale, resilienza climatica, educazione e coinvolgimento, benessere felicità e salute – con l’obiettivo di redigere delle pratiche virtuose applicabili a tutti gli eventi della categoria. Nei giorni scorsi, la campagna di raccolta di scarpe usate del modello Mojito, prodotto iconico del brand di Asolo nel segmento dell’urban outdoor, ha superato la soglia di 1.500 paia di calzature restituite all’azienda da parte dei consumatori.

Sono coinvolti circa 250 punti vendita della rete distributiva europea che fungono da “Re-shop”, punti di raccolta dei modelli di Mojito giunte a fine vita. L’obiettivo è ricavare materie prime seconde sufficienti a produrre 15mila nuove paia di calzature, grazie al completo riutilizzo di tutti i componenti delle calzature raccolte. Il nuovo modello, prodotto con i materiali ottenuti dal processo di riciclo, sarà appositamente sviluppato per poter essere più facilmente riciclato alla fine del suo utilizzo, applicando i concetti del design-for-recycling. Il processo si basa – come viene spiegato in azienda – sulla dissoluzione selettiva della pelle per idrolisi, e il liquido ottenuto verrà poi utilizzato per conciare della nuova pelle senza l’aggiunta di sostanze chimiche.

La parte rimanente della scarpa verrà riutilizzata separando le diverse componenti: la suola verrà macinata e riciclata nelle suole che andranno a costituire il nuovo modello (con un contenuto di riciclato nell’intersuola che arriverà ad oltre il 35%), mentre i lacci e i tessuti di fodera e rinforzi potranno diventare le nuove solette e i rinforzi interni (con un contenuto di riciclato fino all’80%). L’iniziativa prevede entro il 2026 la produzione e messa in commercio di un nuovo modello a marchio Scarpa, realizzato tramite una procedura che consente di ricavare materie prime seconde dalle calzature usate e da scarti di produzione, per creare una nuova generazione di prodotti riciclati di alta qualità, diminuendo così lo smaltimento e l'uso di materie prime vergini e mirando ad azzerare i rifiuti post-lavorazione.