Alternanza scuola-lavoro. Formazione dei tutor aziendali
Parte da Job & Orienta la “call to action” alle imprese per rafforzare l’alternanza scuola-lavoro, strumento di raccordo tra mondo accademico e lavoro sancito come percorso obbligatorio dalla legge della ”Buona scuola”. Dopo i numerosi protocolli di comune impegno già sottoscritti dal Miur con organizzazioni e singole grandi aziende, la sfida italiana si sposta ora sul coinvolgimento anche delle medie, e soprattutto delle piccole aziende, che costituiscono oltre il 90% del nostro tessuto produttivo. È stato questo il tema al centro del convegno intitolato Buone scuole e fabbriche belle. L’alternanza scuola lavoro: piccole imprese e grandi firme.
«Le sfide che i giovani hanno davanti sono molteplici e completamente diverse dal passato. I monopoli del sapere non esistono più: la scuola da sola non può fornire agli studenti i mezzi necessari per governare l’enorme flusso di informazioni e stimoli che ricevono ogni giorno. Ed è qui che può entrare in gioco l’impresa, svolgendo un ruolo educativo insostituibile, grazie soprattutto allo strumento dell’alternanza scuola lavoro - ha detto Alberto Baban, presidente della Piccola industria di Confindustria -. Le piccole e medie imprese “ambasciatrici” dell’alternanza sono oggi in Italia già molte. Non dobbiamo accontentarci, dobbiamo coinvolgerne un numero sempre maggiore: serve un quadro di incentivi mirati, normativi ma anche economici, che riduca le barriere burocratiche e culturali tra scuola e impresa».
«L’alternanza è scuola a tutti gli effetti, e per questo va fatta e bene. Ora dobbiamo proseguire in questa direzione, perfezionandone i percorsi – ha commentato Gabriele Toccafondi, sottosegretario del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca –. I ragazzi hanno bisogno di mettere le mani in pasta nel lavoro tanto quanto le nostre aziende necessitano di professionalità specifiche. L’appello è ora al mondo del lavoro, alle imprese anche piccole e medie: aprite le vostre porte alle scuole e ai ragazzi, perché fa bene a loro ma anche al sistema produttivo italiano».
Un appello che nasce anche alla luce dei dati: massima la propensione nelle imprese con oltre 500 dipendenti (31,3% nel 2015), che però si riduce progressivamente al calare della dimensione aziendale, arrivando al 7% in quelle fino a nove dipendenti. A dirlo sono i più recenti dati Unioncamere - Ministero del Lavoro, Sistema informativo Excelsior, 2016, elaborati appositamente per Job & Orienta. È comunque destinato a crescere complessivamente l’impegno delle imprese dell’industria e dei servizi a ospitare gli studenti in alternanza: se nel 2015 hanno sfiorato il 9% (in valori assoluti, le imprese ospitanti sono state più di 128mila), nel 2016 aumenteranno di un punto percentuale arrivando a essere uno su dieci. Quasi 166mila i giovani ospitati lo scorso anno, ai quali è stato proposto prevalentemente un tirocinio di una-tre settimane, due volte su tre nei nove mesi di scuola. In aumento anche il numero dei percorsi che saranno resi disponibili quest’anno: quattro imprese su dieci, infatti, hanno intenzione di offrire maggiori opportunità rispetto allo scorso anno. Trentino Alto Adige, Friuli Venezia Giulia e Veneto sono le regioni in vetta alla classifica per numero di imprese pronte ad accogliere studenti, seguite da Marche, Emilia Romagna e Piemonte.
«Per troppo tempo purtroppo il mondo della scuola e quello dell’impresa non hanno parlato la stessa lingua: oggi siamo al paradosso per cui i ragazzi non sono formati per le professioni e i ruoli di cui le imprese hanno bisogno – ha affermato Giovanni Brugnoli, vicepresidente di Confindustria per il Capitale umano –. Dobbiamo ricreare un clima di dialogo costruttivo, lavorando a fianco delle scuole, ascoltando gli imprenditori e i territori. Solo così potremo disegnare la formazione che serve per trovare la giusta occupazione. Dobbiamo spiegare ai ragazzi e alle loro famiglie che l’impresa è un posto bello, raccontare loro i tanti aspetti positivi che ci sono nel lavoro industriale, fare respirare loro il profumo delle nostre fabbriche».
Un modello, quello dell’alternanza, che funziona e porta frutto, sia sul fronte dei ragazzi, per il rafforzamento delle loro competenze “on the job” e la socializzazione al lavoro, sia sul fronte delle imprese come strumento possibile di selezione: sempre più aziende oggi si rivelano più inclini a basare la propria scelta sull’esperienza più che su un curriculum o un colloquio.
A parlare del valore dell’alternanza non solo i dati ma anche le esperienze eccellenti, come quelle raccontate a Job & Orienta dai diretti protagonisti, i giovani studenti. Dall’innovativo dispositivo per moto che aziona, in caso di incidente, un airbag inserito su una apposita tuta, ideato e realizzato da dieci alunni della classe quinta dell’istituto “Carlo Anti” di Villafranca di Verona, indirizzo informatica e telecomunicazioni, assieme all’azienda informatica Netsysco; al robottino che aiuta i bambini a tranquillizzarsi e a socializzare in caso di intervento medico, pensato e costruito da diciassette ragazzi delle classi terze e quarte del liceo scientifico “Enrico Fermi” di Padova, indirizzo scienze applicate (il migliore liceo della provincia secondo Eduscopio), in partnership con Università di Padova e il reparto di Pediatria dell’azienda ospedaliera. Sono di due licei, il classico “Emanuele Duni” e l’artistico “Carlo Levi” di Matera, i ventuno alunni di tre classi terze diventati protagonisti del progetto “Apprendisti ciceroni”, nato nel 1996 in partnership con il Fai-Fondo ambientale italiano: hanno individuato e organizzato itinerari turistici e iniziative culturali con l’obiettivo di far conoscere il patrimonio artistico di Matera, capitale europea della cultura 2019. Un bastone da passeggio salvavita per anziani, che invia sms ai parenti a seguito di una caduta, è il progetto realizzato da un gruppo di quarantadue ragazzi di tre classi dell’indirizzo informatica, telecomunicazioni ed elettronica dell’istituto “Enrico Fermi” di Ascoli Piceno che, grazie a questo progetto hanno vinto a Pechino la “Youth science competition”. E ancora la realizzazione di un modellino di autovettura radiocomandata da parte di ventotto studenti dell’istituto Agostino Berenini di Fidenza (Parma) in partnership con Dallara automobili. L’alternanza come strumento di integrazione sociale, infine, è il modello sperimentato dall’istituto professionale per l’enogastronomia e l’ospitalità alberghiera “Vincenzo Gioberti” di Roma per favorire il passaggio facilitato e protetto dalla scuola al mondo del lavoro per cinquanta alunni diversamente abili.
Grandi protagonisti dell’alternanza non solo le scuole e i ragazzi, ma anche le imprese, veri e propri “ambasciatori dell’alternanza”: tra i “big” presenti a Job & Orienta Eni, Bosch, Loccioni, Dallara,- che fanno parte delle sedici realtà selezionate dal Miur come “campioni dell’alternanza” - e ancora, Illy, Agsm Energia, Bawer Spa, La Rosa Energy, Maxfone Italia, Scuotto impianti elettrici e tecnologici, hanno raccontato e testimoniato il loro impegno a fianco del mondo della scuola.
E arriva, siglato anche questo a Job & Orienta, il primo protocollo che finanzia con un voucher le piccole e micro imprese per la formazione di tutor aziendali in ambito di alternanza e apprendistato. A firmarlo, Luigi Bobba, sottosegretario del ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, e il presidente di Fonarcom Andrea Cafà. Il voucher finanzia la formazione dei tutor che accompagnano i ragazzi nell’attuazione del progetto “Scholarsjob” per l’orientamento al lavoro. Finanziare con un voucher la formazione di tutor aziendali che seguano i ragazzi può portare a un doppio risultato per l’impresa: formare un proprio lavoratore e selezionare un ragazzo che potrebbe rivelarsi un investimento interessante.