Tanti rumors e supposizioni, poi la conferma da parte del
Gruppo Stellantis che la produzione della
Fiat Panda 4x4 è stata sospesa. I vertici del marchio non escludono una ripresa in primavera, ma obiettivamente ci sono forti dubbi che questo accada. Il modello non si trova più sui configuratori online della casa né viene segnalata nei listini. Qualche esemplare - magari a km zero - è ancora reperibile nelle concessionarie ma è probabile che
una delle piccole più iconiche di tutti i tempi abbia lasciato per sempre il palcoscenico, senza farsi notare, dopo quasi 40 anni: era il
1983 infatti quando la city-car (anzi, l'utilitaria come si diceva all'epoca) disegnata dal 45enne
Giorgetto Giugiaro venne proposta in una
variante a trazione integrale, esibendo doti solitamente appannaggio di veicoli ben più grandi e nati per il fuoristrada. Da qui un successo enorme e la creazione di un culto che ancora oggi pervade migliaia e migliaia di appassionati, non solo in Italia.
A tre anni dalla nascita della Panda "normale", Fiat ebbe una felice intuizione: provò a saggiare il mercato creandone una versione fuoristrada, spinta dallo stesso quattro cilindri in linea da 965 cc dell’Autobianchi A112. Il telaio viene irrobustito insieme all’introduzione della versione a quattro ruote motrici ma l’auto è leggerissima (740 kg a vuoto) e straordinariamente agile. Monta il sistema di trazione integrale inseribile prodotto dall’austriaca Steyer-Puch, che alla Casa torinese fornisce la trasmissione completa. Priva di un vero riduttore, la Panda 4x4 vanta un plus formidabile per l'epoca: il cosiddetto “primino”, un rapporto della prima marcia sufficientemente corto da consentirle di superare con una certa disinvoltura anche le pendenze più difficili. E' subito un successo.Già due anni dopo, arriva
la prima serie limitata speciale, prodotta in soli 5.000 esemplari: la Nuova Panda 4x4 che presenta lievi modifiche nell’allestimento interno (che rimane comunque piuttosto spartano, per la vocazione off-road del mezzo) ed esternamente si riconosce per i fari di profondità supplementari, il portapacchi e le strisce decorative sulle fiancate. Il 1991 è l’anno di un restyling importante su interni e calandra - resa simile a quella della Tipo - che tocca anche le versioni 4x4. A partire dalla primavera dell’anno seguente, diventano riconoscibili per la grande scritta “Panda 4x4” impressa sul portellone in lamiera. Sotto il cofano arriva il più avanzato Fire che aveva debuttato sei anni prima sulla Autobianchi Y10. Con una cilindrata di 1108 cc e una potenza di 50 Cv, il nuovo quattro cilindri abbandona l’alimentazione a carburatore in favore di un impianto di iniezione elettronica, fornito dalla Bosch.
Nel 2004, arriva la seconda generazione di Panda: la 4x4 si basa sempre su un pianale irrobustito e rialzato (l’altezza da terra è di 160 mm per la 4x4 normale, 165 mm per la più curata Climbing): è tempo di sistema di trazione integrale permanente, completamente meccanico e dotato di giunto viscoso, che verrà sostituto nel 2008 da una frizione elettroidraulica Haldex. Esternamente, si decide di rendere il modello più “avventuroso” con le fasce di protezione in plastica grezza sulle fiancate e I paraurti rinforzati. Due i motori: 1.2 a benzina da 60 Cv e, dalla fine del 2005, l'eccellente 1.3 Multijet a gasolio da 69 Cv. L'arma in più per fare della Panda 4x4 la fuoristrada più venduta in Italia dal 2006 al 2008. L’anno seguente, al Motor Show di Bologna appare Panda Cross, ispirata al concept Simba del 2002, entra nel mondo dei piccoli Suv. La meccanica è quella della normale Panda 4x4, ma la carrozzeria è ridisegnata nel frontale (con paraurti di foggia inedita e due coppie di fari tondi), nelle fiancate (irrobustite con un fascione in plastica grigia che protegge anche i parafanghi) e nella parte posteriore (caratterizzata anch’essa da luci circolari e protezioni in plastica). L’unico motore è il 1.3 turbo-diesel da 69 Cv. In ogni caso, la Cross segna l'inizio di un nuovo corso.
La terza generazione, quella attuale, nasce nel 2012 e si guadagna subito il favore di pubblico e critica: persino il magazine
Top Gear valuta la Panda 4x4 come miglior Suv dell’anno Più alta da terra, beneficia di una diversa messa a punto di sterzo, cambio, sospensioni e freni, il tutto per esaltare le doti di grande arrampicatrice e l’agilità in off-road . Il sistema di trazione integrale permanente, è gestito elettronicamente ed è dotato di un differenziale autobloccante elettronico: denominato Eld (Electronic Locking Differential), consente di ripartire la forza motrice tra le ruote dello stesso asse nel momento in cui una o entrambe cominciano a perdere aderenza. Non manca anche in questa generazione la più grintosa versione Cross: lanciata al Salone di Ginevra 2014, esibisce stile e modifiche tecniche per esaltare ancora di più la storica vocazione off-road: quella che l'ha resa immortale. Addio e grazie di tutto Panda 4x4.