1° gennaio. 2017, anno della nonviolenza. Appello del Papa a una «rivoluzione pacifica»
Il 2017 anno della nonviolenza? Di certo il richiamo che viene da papa Francesco è forte: il primo gennaio, 50esima Giornata mondiale della pace, risuoneranno le sue parole: “Essere veri discepoli di Gesù oggi significa aderire anche alla sua proposta di nonviolenza”. Sono parole che vengono da lontano, riecheggiano quelle di Benedetto XVI e ribadiscono che “il Vangelo dell’amate i vostri nemici” è “la magna charta della nonviolenza cristiana”, e “non consiste nell’arrendersi al male, ma nel rispondere al male con il bene, spezzando in tal modo la catena dell’ingiustizia”.
“La nonviolenza – prosegue Francesco (ecco il testo integrale del Messaggio per la Giornata della pace, diffuso il 12 dicembre scorso), citando il Papa emerito – per i cristiani non è un mero comportamento tattico, bensì un modo di essere della persona, l’atteggiamento di chi è così convinto dell’amore di Dio e della sua potenza, che non ha paura di affrontare il male con le sole armi dell’amore e della verità. L’amore del nemico costituisce il nucleo della rivoluzione cristiana”. “Anche Gesù visse in tempi di violenza”, sottolinea il Papa: “Egli insegnò che il vero campo di battaglia, in cui si affrontano la violenza e la pace, è il cuore umano”.
“Quando impedì a coloro che accusavano l’adultera di lapidarla e quando, la notte prima di morire, disse a Pietro di rimettere la spada nel fodero, Gesù tracciò la via della nonviolenza, che ha percorso fino alla fine, fino alla croce, mediante la quale ha realizzato la pace e distrutto l’inimicizia. Perciò, chi accoglie la Buona Notizia di Gesù, sa riconoscere la violenza che porta in sé e si lascia guarire dalla misericordia di Dio, diventando così a sua volta strumento di riconciliazione, secondo l’esortazione di san Francesco d’Assisi: ‘La pace che annunziate con la bocca, abbiatela ancor più copiosa nei vostri cuori'”.
Appello ai Grandi del mondo: disarmo e stop armi nucleari
"Un appello in favore del disarmo, nonché della proibizione e dell'abolizione delle armi nucleari" è quello rivolto da Papa Francesco ai governi di tutto il mondo. "Un'etica di fraternità e di coesistenza pacifica tra le persone e tra i popoli non può basarsi sulla logica della paura, della violenza e della chiusura, ma sulla responsabilità, sul rispetto e sul dialogo sincero", scrive Francesco sottolineando che "la deterrenza nucleare e la minaccia della distruzione reciproca assicurata non possono fondare questo tipo di etica".