L'evento. Missionari digitali, la nuova sfida comunicativa della Chiesa
I partecipanti all'incontro dei missionari digitali a Roma - 2023
Lo scorso fine settimana si è svolto a Roma il raduno dei missionari digitali italiani. L’iniziativa è stata organizzata dal Gruppo sinodale “La Chiesa ti ascolta”, l’équipe di persone che costituiscono il continente digitale del Cammino sinodale, accompagnata dal Dicastero per la comunicazione della Santa Sede e della Conferenza episcopale italiana. Si tratta di un’esperienza, che ha coinvolto persone in tutto il mondo ed ha ottenuto il riconoscimento e l’accreditamento da parte della segreteria del Sinodo.
Il raduno è stato la prima occasione di incontro “in presenza” per i missionari digitali di lingua italiana, ma è da più di un anno che il gruppo del Belpaese, coordinato da Rosy Russo, lavora assiduamente online, contribuendo in modo sostanziale ai lavori sinodali. Inoltre, durante la Gmg di Lisbona, anche i testimoni digitali italiani hanno partecipato al raduno e al Festival degli influencer che si è svolto a Piazza Martin Moniz: più di 20mila persone hanno condiviso un’esperienza di festa alla luce della fede.
I partecipanti all'incontro dei missionari digitali a Roma - 2023 - -
L’atmosfera dell’incontro romano è stata esattamente uguale a quella di Lisbona: gioia, condivisione, contenuti, formazione, spiritualità e desiderio di crescere nel cammino di fede. Dopo l’intervento introduttivo di Paolo Ruffini, prefetto del Dicastero per la comunicazione, monsignor Lucio Ruiz segretario del Dicastero ha dato l’orientamento alla due giorni di lavori: «Sul Web la Chiesa è creativa, sfidante e senza paura. Siamo chiamati a trasmettere l’amore, non un nome, ma l’amore ».
La Chiesa, che sempre ha saputo declinare la fede alla luce delle culture, oggi timidamente, ma senza paura, abbraccia e incontra la cultura digitale. Secondo il segretario del Dicastero per la comunicazione, «i punti cruciali che stanno guidando questo processo sono i principi ecclesiali di papa Francesco: essere Chiesa in uscita, andare verso le periferie esistenziali, spendersi con coraggio e creatività».
Sulla stessa lunghezza d’onda è intervenuto Vincenzo Corrado, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della Cei: «Questa esperienza non si è sviluppata a caso. La Chiesa italiana ha sempre cercato di leggere i segni dei tempi, di posizionarsi nel mondo digitale ». Dopo aver ricordato gli eventi formativi legati alla pastorale dell’ambiente digitale promossi dalla Cei fin dagli anni novanta, Corrado ha invitato tutti a prendere consapevolezza «che il digitale non è un ambiente avulso, ma che va abitato con tutto il portato della nostra fede. Lo sforzo che dobbiamo attuare è passare dall’io al noi ecclesiale».
Al direttore dell’Ufficio comunicazioni sociali della Cei, è seguito l’intervento-testimonianza di don Tony Drazza, segretario del Segretario generale della Cei, già assistente nazionale per il settore giovani di Ac. Un’ulteriore riflessione sulla continuità ecclesiale della missione dei testimoni digitali è stata offerta da una visita guidata presso i Musei Vaticani e, in particolare, presso la Cappella Sistina. Qui, tutti i partecipanti, hanno potuto constatare come la Chiesa ha sempre utilizzato le arti visive per comunicare la fede. Oggi, come moderni artisti, tutti gli influencer cattolici sono chiamati a raccontare la fede sulle tele del nostro tempo: gli schermi dei nostri smartphone.
La mattinata di sabato è stata dedicata ai laboratori coordinati da Gigi Cotichella (Agoformazione). Poi, il vescovo Luis Marín de San Martín, sottosegretario del Sinodo dei vescovi, ha presieduto l’Eucaristia conclusiva.