Il progetto. La casa di Gianna Beretta Molla per le famiglie e la vita nascente
«Sorridere a Dio da cui ci viene ogni dono»: sarà il volto gioioso di santa Gianna Beretta Molla – autrice di un Inno al sorriso – ad accoglierci nella sua casa di Magenta, prossima alla ristrutturazione per diventare centro di spiritualità, accoglienza e cura. L’atteso annuncio è arrivato nei giorni scorsi al termine del convegno «Vita nascente e medicina perinatale. Cura e accoglienza del concepito paziente » organizzato a Milano dall’Associazione difendere la vita con Maria (Advm) con medici, scienziati, associazioni per la vita, e il saluto di monsignor Mario Delpini. Proprio l’arcivescovo ha dato la prima notizia della futura destinazione della casa dove Gianna ha vissuto con i figli e il marito Pietro, direttore generale della Saffa, l’azienda dei celebri fiammiferi che a Magenta aveva il suo sito produttivo.
La dimora di frazione Ponte Nuovo che l’ha vista sposa e madre felice, e dove è poi morta il 28 aprile 1962 dopo la nascita della quarta figlia Gianna Emanuela, diventerà centro per coppie, osservatorio internazionale per la medicina prenatale e luogo della memoria di questa grande santa ambrosiana del nostro tempo. Tre finalità per una villetta che da vent’anni è in abbandono e che solo di recente è stata donata dai curatori dei beni della Saffa, chiusa nel 2002, alla Comunità pastorale «Santa Gianna e San Paolo VI» di Magenta. L’avvio dei lavori a «Casa Santa Gianna», come ama chiamarla il parroco don Giuseppe Marinoni, è previsto dopo la fine dell’anno centenario dedicato al medico magentino, il 28 aprile, quando chiuderanno le quattro porte sante aperte il 16 maggio 2022, a Ponte Nuovo, Magenta, Mesero (qui esercitò la professione) e Trezzano, dove sorge la chiesa che le è dedicata. Un anno per i lavori: «Pensiamo la casa – dice Marinoni – come un punto di riferimento in diocesi per la pastorale familiare». Arredi e tappezzeria riprodurranno quelli cari a Gianna, in una parte sarà ospitata una sala da 40 posti per incontri e conferenze.
La grande novità della casa – che sarà ristrutturata con fondi della comunità pastorale e della diocesi – sarà l’Osservatorio, sogno di don Maurizio Gagliardini, fondatore di Advm: «C’è bisogno di un luogo al quale genitori con gravidanze difficili per patologie o malformazioni del bambino possano rivolgersi per individuare centri e medici specializzati e così diventare genitori, o accogliere il figlio anche se la sua vita sarà breve». La “squadra” di clinici è già pronta a mettersi al servizio di questa coraggiosa causa scientifica e umana: il chirurgo Gloria Pelizzo, del Buzzi di Milano, i ginecologi Alessandro Cecchi di Loreto e Giuseppe Noia di Roma e il neonatologo Carlo Bellieni di Siena, che hanno dato al convegno uno spessore di livello assoluto. Ora manca solo la nuova Casa di Gianna per l’amore e per la vita: ma a quel giorno manca sempre meno.