Cei. Bassetti ai «liberi e forti» di oggi: lavorate insieme per l'unità del Paese
Gualtiero Bassetti (Siciliani)
apriamo un nuovo anno e lo iniziamo insieme: è grazia questo nostro riunirci, che ci vede convergere da tutte le regioni del Paese. Portiamo nel cuore le fatiche e le speranze della nostra gente, delle nostre Chiese e dei nostri territori, coinvolti come siamo dalla loro domanda di vita: domanda che ci interpella in prima persona, rispetto alla quale avvertiamo la responsabilità di non far mancare il contributo sostanziale di quell’esperienza cristiana che passa dall’annuncio credente e dalla testimonianza credibile del Vangelo.È con tale sguardo che vogliamo aiutarci anche a interpretare questo tempo, attraversato da venti che disperdono, provocando in molti confusione e smarrimento, ripiegamento e chiusura.Io sono anziano e sono il primo a sentirmi a volte inadeguato, ma intuisco che in questo contesto dobbiamo – a maggior ragione – impegnarci a lavorare meglio, appassionati e concentrati sull’essenziale. Se la confusione è grande, non dobbiamo essere noi ad aumentarla; se ci sentiamo provocati o criticati, dobbiamo cercare di capirne le ragioni; se siamo ignorati, dobbiamo tornare a bussare con rispetto e convinzione; se veniamo tirati per la giacca, dobbiamo riflettere prima di acconsentire e fare.Personalmente, non temo tanto le difficoltà, quanto lo scoraggiamento e la sfiducia, che costituiscono il terreno sul quale il male attecchisce e cresce. Temo l’indifferenza con cui il male si impadronisce delle nostre paure per trasformarle in rabbia. Temo l’astuzia che si serve dell’ignoranza. Temo la vanità che avvelena gli arrivisti. Temo l’orizzonte angusto dei luoghi comuni, delle risposte frettolose, dei richiami gridati. Il male ama l’ordine fine a se stesso, la potenza, la ricchezza; lo Spirito, invece, è fuoco, è libertà vigile, è sorpresa e incontro. Il male invecchia, arrabbiato e stanco; il bene è una giovane primavera. La relazione cristiana non è un galateo o una lezione di buone maniere, bensì una disposizione del cuore e della mente, una scoperta di quanto sia possibile affrontare anche i problemi più impegnativi quando si ha amore. Per questo preghiamo: per pensare meglio e agire con discernimento e concretezza, criteri a cui più volte il Santo Padre ci richiama.Del resto, quando il popolo è confuso, il modo migliore per rispondere al nostro dovere non è quello di proporre facili rassicurazioni, lasciando capire che poi tutto s’aggiusta o che, comunque, altri sono quelli che devono pensarci. Siamo chiamati, piuttosto, a saperci confrontare con franchezza e ad assumere con determinazione le scelte necessarie, così da essere non solo più efficienti, ma soprattutto più chiari e uniti. Quanto è triste osservare chi è intento ad andare per la sua strada e, al più, si ferma per commentare e criticare! Quanto è bello poter fare tesoro dell’esperienza di una comunità, poter contare sulla creatività di alcuni e sulla saggezza di altri, entrambe poste a servizio del bene. Intorno a Cristo non si sta sparsi e sdegnosi, ma insieme; con Maria si