Mondo. I siriani vivono in patria la loro Gmg
I giovani che stano dando vita alla Giornata della gioventù siriana
«Invito i giovani della Siria a prendere Gesù come fece Maria e a condurlo da tutti gli uomini affinché siano a loro volta portatori del loro amore. Vi invito anche a perseverare nella vostra fede, nella vostra speranza e nel vostro amore l’uno per l’altro e per il vostro paese, e a non perdere la speranza in un futuro migliore». Con queste parole papa Francesco si è rivolto ai 1.400 giovani siriani che dal 2 e fino al 5 agosto sono riuniti nel santuario mariano di Saidnaya, a circa 30 km a nord di Damasco, per vivere quello che, spiega al Sir uno dei giovani organizzatori, Nabil Madi, «il primo grande evento nazionale giovanile in Siria». E visto che in questi stessi giorni i giovani di tutto il mondo sono riuniti a Lisbona per la Gmg con papa Francesco, «mi piace pensare a questo nostro evento come una Gmg in terra siriana. Ci collegheremo, attraverso i social media, con i nostri fratelli in Lisbona per seguire alcuni degli appuntamenti papali». La scelta di un santuario mariano va proprio incontro al tema della Gmg “Maria si alzò e andò in fretta”.
Lontani ma vicini. La presenza di pellegrini dalla Siria a Lisbona è praticamente impossibile: «La guerra che dura dal 2011, la povertà imperante, gli effetti del terremoto dello scorso febbraio ci impediscono di raggiungere il Portogallo. Ma lo facciamo da questo luogo sacro siriano, dedicato a Maria, che è la protagonista del tema della Gmg di Lisbona».
Lontani ma vicini spiritualmente come scrive papa Francesco nel suo messaggio fatto recapitare già alla metà di luglio, attraverso il nunzio, cardinale Mario Zenari, presente all’apertura di meeting: «Tutta la Chiesa è vicina a voi, pregando con voi. Rivivrete le vostre Chiese, ricostruirete il vostro Paese e ristabilirete pace e tranquillità» si legge nel messaggio del Pontefice ai giovani siriani.
A Saidnaya sono convenuti giovani di tutti i riti presenti in Siria, dai latini ai maroniti, dai caldei agli armeni, fino ai greco cattolici. È stata la Chiesa greco-cattolica a spingere per questo raduno realizzato grazie al sostegno di Aiuto alla Chiesa che soffre. Il programma, racconta Nabil, che insieme ad altri 100 giovani ha preso in carico l’organizzazione pratica del meeting, vede momenti di preghiera, di studio, di dibattito e di svago. Tra gli ospiti docenti universitari, influencer, sacerdoti, cantanti, attori, manager che porteranno la loro testimonianza di vita. Tanti i temi sul tavolo: essere cristiani oggi in Siria, la giustizia, la cura del Creato, la pace, il futuro. Domani, venerdì, avrà luogo Messa solenne presieduta dal patriarca greco cattolico, Yousef Absi, con tutti i vescovi siriani. Per l’occasione sono attese nel santuario altre centinaia di giovani.
«Siamo una Chiesa che soffre – conclude Nabil –. Davanti a noi ci sono tante sfide, tra tutte quella di fare qualcosa di buono per il nostro Paese. Siamo un popolo che soffre, ma come giovani vogliamo fare di tutto per restare qui e contribuire, come ci esorta il Papa, alla rinascita della Siria. Ai giovani del mondo che sono a Lisbona, insieme a Papa Francesco, diciamo: pregate per noi, pregate per la Siria, pregate per la pace nel mondo».