Il Cammino sinodale tedesco. Germania, la sfida di “ricucire”
Una delle conferenze regionali tenutesi lo scorso settembre (qui a Francoforte sul Meno) previste nel Cammino sinodale della Chiesa tedesca
Nei giorni scorsi ha fatto notizia la celebrazione, in un centinaio di chiese tedesche, di benedizioni di coppie omosessuali da parte di sacerdoti cattolici. Un’iniziativa presa in polemica verso la recente dichiarazione della Congregazione della dottrina della fede, autorizzata da papa Francesco, che ha ribadito l’illiceità di questa pratica. Il fenomeno, probabilmente inferiore alle attese dei promotori (le parrocchie sono oltre 11mila) e comunque disapprovato dai vertici dell’episcopato, ha di nuovo gettato un fascio di luce sul Cammino sinodale intrapreso dalla Chiesa tedesca.
Perché tali benedizioni sono proprio uno dei temi caldi che il Sinodo sta affrontando. L’esperienza sinodale in Germania è un cammino «di conversione e rinnovamento» suscitato anche dalla «grave crisi» causata dallo scandalo degli abusi sessuali che ha sconvolto la Chiesa a partire dal 2010. La decisione di celebrarlo è stata presa dall’Assemblea dei vescovi celebrata a Lingen nel marzo 2019. Vi partecipano tutti i vescovi della Conferenza episcopale (Dbk) e altrettanti membri del Comi- tato centrale dei cattolici (Zdk), con in più rappresentanti di religiosi e consacrate, giovani, diaconi e altre realtà ecclesiali. L’Assemblea conta circa 230 membri – una settantina donne – e viene presieduta, pariteticamente, dal presidente della Dbk, ora il vescovo di Limburg, Georg Bätzing, e da quello del Zdk, il professor Thomas Sternberg.
Quattro i temi scelti per il confronto: “potere e divisione dei poteri nella Chiesa”; “vita sacerdotale oggi”; “donne nei servizi e nei ministeri della Chiesa”; “amore e sessualità”. Nei piani originari il Cammino sinodale avrebbe previsto quattro assemblee generali da tenersi a Francoforte, due nel 2020 e due quest’anno. La pandemia ha rallentato i lavori così, dopo la prima riunione in presenza a fine gennaio 2020, la seconda si è tenuta online dal 4 al 6 febbraio scorsi, mentre le successive sono fissate, in presenza, questo 30 settembre-2 ottobre e il 3-5 febbraio 2022. Nel frattempo i gruppi di lavoro sui quattro temi stanno preparando i documenti base da sottoporre al voto assembleare in autunno.
E in quello su “potere e divisione dei poteri nella Chiesa”, prossimo alla redazione finale, si auspica una profonda democratizzazione della vita ecclesiale e un ripensamento del divieto dell’ammissione delle donne al sacerdozio. Anche per questo tipo di prese di posizione il Cammino sinodale tedesco, che non è un Sinodo canonicamente inteso, ha suscitato un ampio dibattito in Germania e grande attenzione nel resto del mondo. Lo stesso papa Francesco in un’accorata lettera al «popolo di Dio pellegrino in Germania» pubblicata il 29 giugno 2019 ha da una parte sottolineato l’importanza della sinodalità, ma dall’altra ha esortato a conservare l’unità della Chiesa universale. La Chiesa tedesca infatti, oltre ad avere una grande tradizione di eccellenza in ambito teologico, è anche strutturalmente “forte”, grazie soprattutto alla tassa ecclesiastica che i fedeli sono obbligati a pagare se vogliono accedere ai sacramenti.
Basti pensare che la Chiesa cattolica è in Germania il principale datore di lavoro privato (con stipendi adeguati al tenore di vita) ed è tra le più generose ad aiutare le comunità dei Paesi poveri. Come ha ben spiegato ad Avvenire lo scorso anno l’arcivescovo di Bamberga, Ludwig Schick, nel dibattito sinodale tedesco la differenza fondamentale riguarda l’analisi delle cause della crisi ecclesiale esplosa con la questione degli abusi. «Alcuni – rileva il presule – dicono che la radice è interna alla Chiesa: il celibato, il non accesso delle donne al diaconato e al sacerdozio, lo scandalo degli abusi sessuali e finanziari. Altri invece affermano: no, le cause sono la secolarizzazione, il consumismo, l’individualismo, le scienze che mettono in discussione la nostra dottrina. Gli esponenti di questa opinione sostengono che quindi è necessaria una nuova evangelizzazione, un nuovo modo di annunciare il Vangelo, un nuovo dialogo con il mondo scientifico, forse una differente forma della Chiesa, ma in senso tradizionale, ottimizzando le strutture che ci sono. Gli altri invece ritengono che per uscire dalla crisi va introdotta una nuova forma della Chiesa con, ad esempio, il sacerdozio femminile, la democrazia nel governo della Chiesa con un maggior controllo del potere dei sacerdoti».
Altri temi particolarmente divisivi sono la questione delle benedizioni alle coppie omosessuali e l’ospitalità eucaristica nei confronti dei protestanti. Nell’assemblea sinodale finora la posizione più “aperturista” risulta ampiamente prevalente, anche nella componente episcopale. Ma bisognerà attendere la fine dei lavori per vedere i documenti che verranno approvati: secondo lo statuto sinodale, sarà necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi sia a livello di Assemblea generale sia tra i vescovi.