Chiesa

La proposta Cei. Disabilità oltre i pregiudizi, 8 film per uno sguardo umano

Sergio Perugini martedì 14 luglio 2020

I due protagonisti di "Quasi amici" (2011)

Non solo “Quasi amici”. La commedia francese del 2011 di Olivier Nakache ed Éric Toledano è uno degli 8 titoli che compongono il ciclo di schede cinematografiche pastorali che la Commissione nazionale valutazione film (Cnvf) propone in sinergia con il Servizio nazionale per la Pastorale delle persone con disabilità della Cei, tra luglio e agosto (le schede vengono pubblicate ogni venerdì su Cnvf.it e Pastoraledisabili.chiesacattolica.it). Registrando la bella tendenza del cinema (come delle serie tv) nell'ultimo decennio con l'abbandono dei consueti e stanchi canoni drammatici di racconto della condizione delle persone disabili, il ciclo di film desidera approfondire sguardi diversi sul tema: otto prospettive sulla disabilità che si giocano nel segno della possibilità, dello sguardo che sposa il realismo ma anche la speranza.

Sono già online i focus su “Mio fratello rincorre i dinosauri” (2019) di Stefano Cipani – dal romanzo di Giacomo Mazzariol –, film rivelazione della passata stagione e vincitore del David Giovani, che esplora con tenerezza il legame tra fratelli di cui uno con sindrome di Down, e “La famiglia Bélier” (2015) di Éric Lartigau, sul rapporto genitori-figli nella tempesta dell'adolescenza in una famiglia con disabilità uditiva.

In arrivo: “Tutto il mio folle amore” (2019) di Gabriele Salvatores, storia di un padre "riluttante" e di un adolescente con Asperger in cerca di una seconda occasione, racconto dai toni della fiaba; sul sentiero della commedia educational c'è “Wonder” (2017) di Stephen Chbosky dal libro di R.J. Palacio; ancora, “Quasi amici”, storia vera di un'amicizia che salva, quella tra un disabile e un immigrato dalle banlieue parigine. Ugualmente sulle note di un umorismo frizzante gira “Ho amici in Paradiso” (2016) di Fabrizio Maria Cortese, film sulla disabilità mentale ambientato nel Centro Don Guanella di Roma; esplora, poi, l'importanza di garantire opportunità lavorative per persone con disturbi dello spettro autistico “Quanto basta” (2018) di Francesco Falaschi. Ultima opera del ciclo è il dramma sentimentale “Il colore nascosto delle cose” (2017) di Silvio Soldini.

Otto film, dunque, otto istantanee di senso da (ri)scoprire in ambito pastorale, familiare ed educativo per superare barriere sociali, al tempo dell'isolamento da Covid-19.