Voci di pace. Don Di Noto: «I bambini ci dicono: non distruggete i nostri sogni»
Don Fortunato Di Noto
La ferita della nuova, drammatica crisi mediorientale ci riguarda e interpella nel profondo. In occasione della Giornata nazionale di digiuno, preghiera e astinenza per la pace e la riconciliazione promossa dalla Chiesa italiana per il 17 ottobre Avvenire vuole raccogliere e far risuonare tutte le #vocidipace: mandaci la tua a vocidipace@avvenire.it o sui nostri canali social.
Mi trovavo a Gerusalemme, in Terra Santa, fino al 24 settembre scorso. Dopo la visita della Natività, alcuni bambini, non so cosa li abbia spinti, si avvicinano e mi baciano le mani. Non avevo nessun segno di riconoscimento, niente clerygman e neanche una crocetta.
Con il poco di inglese che conosco, chiedo il perché di questo gesto e loro, in coro mi rispondono: «Su di te sia pace!». Io con timidezza ho sorriso e ho benedetto: «Tu, Signore e buon Bambino della pace, infondi pace».
È un ricordo che, alla luce, oscurata dalla violenza e dal buio, non potevo non evocare.
Lasciate stare I bambini. Lo chiediamo con la fragile umanità che deve prevalere sulla disumanità.
Per amare bisogna sapere guardare, in profondità. Chi conosce la sofferenza e gli abusi sui piccoli, conosce quanto è impegnativa la guarigione. Quanta fatica impone la medicina dell'amore.
Possa il Dio dei Padri farci riconoscere fratelli. Piccoli fratelli e sorelle.
Tra gli edifici bombardati, tra le culle insanguinate emergono, sempre, i colori vivaci della luce in arcobaleno, con una bambola, in un pallone, in una poesia, in uno sguardo che ci chiede: gioca con me e non distruggere i miei sogni. Te ne prego.
parroco e presidente Associazione Meter
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