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L'accordo. I migranti della Ocean Vikings a Lampedusa. Poi la redistribuzione Ue

Redazione Internet domenica 15 settembre 2019

Sono stati tutti trasbordati nella notte tra sabato e domenica sulle motovedette e condotte sulla terraferma, a Lampedusa, le 82 persone migranti che si trovavano a bordo della nave Ocean Viking. Nei loro confronti è stato attivato un meccanismo di redistribuzione in diversi Paesi europei che, secondo quanto appreso ieri da fonti di Governo, prevede che 24 restino in Italia e 58 in Germania (24), Francia (24), Portogallo (8) e Lussemburgo (2).
È stata l'Italia ad aver assegnato il "place of safety", il porto sicuro, alla Ocean Viking, la nave di Sos Mediterranée e Medici senza frontiere in mare da 6 giorni con 82 migranti a bordo. «Le autorità italiane hanno appena assegnato alla Ocean Viking un porto sicuro di sbarco. Dopo sei giorni dal primo soccorso, gli 82 naufraghi a bordo presto sbarcheranno a Lampedusa. Medici senza Frontiere e Sos Mediterranée sono sollevate» scriveva alle 9 Medici senza Frontiere in un tweet. Sempre su Twitter, Mediterranea Saving Humans osserva: «È la prima volta da giugno 2018. Qualcosa sta cambiando. Complimenti a SosMedItalia e Medici Senza frontiere Italia. Avanti così».

«Per le persone che sono fuggite da circostanze disperate nei loro Paesi e sofferto terribili abusi in Libia, la sicurezza non arriva mai abbastanza presto» dice Erkinalp Kesikli coordinatore di Msf su Ocean Viking. «Sos Mediterranée - si legge in un comunicato - sostiene fermamente che i valori umanitari debbano essere difesi dagli Stati membri dell'Ue e che debba essere trovata una risposta umanitaria alla crisi in atto nel Mediterraneo centrale». Fu proprio una nave noleggiata da Sos Mediterranée e Msf, ricordano, la prima a subire la chiusura dei porti italiani: la Aquarius, nel giugno 2018. «L'indicazione di oggi è un segnale incoraggiante che vari Stati europei, compresa l'Italia, stanno lavorando insieme».

Ha reagito invece con disappunto il sindaco di Lampedusa, Totò Martello: «Chi decide queste cose studi la geografia, la nave era più vicina a Porto Empedocle. Da quando si è insediato, nessuno del governo ha avviato alcuna interlocuzione con noi sul tema dell'immigrazione, invito il ministro dell'Interno Luciana Lamorgese a venire sull'isola e rendersi conto personalmente della situazione», ma proprio il ministro ha chiamato Martello. «Mi ha spiegato - ha detto Martello - che tutti gli hotspot siciliani erano pieni e quello di Lampedusa era vuoto». Martello ha aggiunto: «È cambiata una cosa importantissima perché col precedente governo non abbiamo mai ricevuto alcuna telefonata. Adesso, evidentemente, la considerazione dei lampedusani è cambiata».

Sull'isola ieri è stata una giornata senza tregua. Oltre alla Ocean Viking sono avvenuti quattro sbarchi di migranti: oltre 130 persone. In tarda serata la Capitaneria di Porto ha soccorso un'imbarcazione, a circa 500 metri dalla costa, con a bordo 78 migranti e l'ha scortata fino al molo Favarolo. Alcuni hanno raccontato di essere partiti dalla Libia quattro giorni fa.

Gli 84 salvati in mare in due operazioni

Il soccorso in mare è avvenuto in due distinte operazioni. Domenica pomeriggio la Ocean Viking, al largo della costa libica, aveva salvato 50 migranti che si trovavano su un gommone in avaria. Sulla nave sono stati poi trasferiti, per motivi di sicurezza, altri 34 migranti salvati dalla Josefa, una barca a vela di 14 metri della Resqship destinata al soccorso e recupero dei profughi: tra loro c'erano una donna incinta e un bimbo di un anno.

Da mercoledì i migranti a bordo sono rimasti 82 (58 uomini, 6 donne, 17 minori e il bimbo di un anno), dopo che sono stati evacuati a Malta con un elicottero la donna incinta al nono mese di gravidanza e suo marito.

VIDEO Ocean Viking, nato il bimbo della donna evacuata. Il medico: perdiamo umanità di Daniela Fassini

In Germania il 25% dei migranti, in Francia un altro 25%

La decisione dello sbarco arriva dopo la visita del presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, a Bruxelles e l'annuncio della «grande disponibilità a trovare subito un accordo, ancorché temporaneo» per la gestione dei migranti soccorsi nel Mediterraneo. Il giorno dopo, la Commissione europea ha annunciato un «accordo per la ripartizione» delle persone a bordo della Ocean Viking tra alcuni Paesi dell'Ue che si sono offerti.

Nel frattempo, nel piano a lungo termine, la Germania si dice pronta ad accogliere un quarto dei migranti salvati nel Mediterraneo e approdati in Italia. Lo ha confermato ieri il ministro dell'Interno tedesco Horst Seehofer in un'intervista alla Sueddeutsche Zeitung, spiegando che un'analoga disponibilità è stata manifestata dalla Francia. Questa proposta per una soluzione temporanea della suddivisione dei migranti fra i Paesi europei verrà presentata, a detta della SZ, al vertice dei ministri degli Interni dell'Ue fissata per il 23 settembre a Malta per essere esposta ufficialmente al Consiglio europeo di ottobre.

A Italia, Francia, Germania e Malta che sono intenti a fissare un primo e provvisorio regolamento per la suddivisione delle quote, dovrebbero seguire altri Paesi, afferma il ministro dell'Interno del governo di Angela Merkel. «La nostra aspettativa - ha spiegato Seehofer - è che altri Stati si aggiungeranno». Stando ai dati del ministero federale dell'Interno, negli scorsi dodici mesi sono stati 561 i profughi salvati nel Mediterraneo che sono giunti in Germania passando dall'Italia, un quarto di quelli soccorsi.

Le testimonianze dei migranti sulla "Viking" confermano gli orrori libici denunciati appena due giorni fa di nuovo dall’Onu. Un dramma umano su cui è intervenuto anche il neocardinale Jean-Claude Hollerich, che in una intervista a "Settimana News" ha ribadito quanto documentato da varie testimonianze sulla Libia, tra cui quelle raccolte da "Mediterranea": «È chiaramente anticristiano, e anche disumano. Qui l’Europa perde la sua anima. I centri in Libia – ha aggiunto – non devono più esistere in questa maniera. Non possiamo accettare che delle persone siano schiavizzate». Temi richiamati in un’altra intervista, a Vatican News, anche dal neocardinale Michael Czerny, segretario del Sinodo per l’Amazzonia. Parole che fanno dire a don Mattia Ferrari, cappellano a bordo della Mare Jonio, che «dobbiamo essere tutti grati agli equipaggi che in questi mesi hanno resistito, continuando a difendere l’umanità delle persone migranti anche a costo di rimanere bloccati con loro in alto mare, oltre che a ricevere critiche, insulti e denunce penali». L’auspicio, è che «lo sbarco dalla Ocean Viking sia solo un primo passo».