L'analisi. Mandato vincolanti e "ratifica" risicata
Si è intaccato un altro pezzettino del principio sancito all’articolo 67 della Costituzione in base al quale «ogni membro del Parlamento rappresenta la Nazione ed esercita le sue funzioni senza vincolo di mandato». «Voto online vincolante», hanno detto i leader di M5s quando l’esito della consultazione iniziava a delinearsi.
La separazione fra i poteri ne esce nel modo peggiore. Un no 'pregiudiziale' in difesa delle prerogative ministeriali di Salvini poteva rappresentare, almeno, un alquanto discutibile scatto di orgoglio dei poteri della politica (legislativo ed esecutivo) contro quello della magistratura.
Così invece il Parlamento in un colpo solo riesce a svilire le sue prerogative e quelle della magistratura. Perché comunque non sapremo mai se il ministro dell’Interno ha commesso o meno il reato di sequestro aggravato, e non sapremo nemmeno se una simile condotta potrà essere ripetuta in futuro. Ma a impedire di andare a sentenza non sarà stato il Parlamento, bensì il pronunciamento di una piattaforma online, dal rilievo costituzionale molto opinabile, nella quale un campione molto limitato di cittadini elettori ha deciso per tutti.
Perché sin da oggi in Giunta per le autorizzazioni al Senato e poi nell’aula di Palazzo Madama, il voto dei senatori pentastellati con il «mandato vincolato» sarà decisivo. Però, ciò premesso, a lasciare ulteriormente perplessi è la formulazione 'esortativa' («che esprime una forma temperata di comando», stando al dizionario) del quesito che già instradava verso la scelta 'giusta'. Il riferimento al «ritardo dello sbarco» dei 177 migranti - laddove persino Salvini ci terrebbe oggi a difendere il vero intento del suo gesto, ossia l’impedimento dello stesso - è indice chiarissimo di un orientamento dato.
D’altronde, non era mai accaduto che il voto online del M5s andasse oltre la mera 'ratifica' della decisione dei vertici, anche se stavolta i numeri sono stati molto più incerti. Fra l’altro è stato omesso di spiegare ai votanti che non si trattava in realtà di impedire lo sbarco sul suolo italiano, in quanto i naufraghi essendo su una nave militare erano in realtà già in Italia. Forse allora sarebbe stato più lineare un gesto 'di principio' a favore all’alleato rinviato a giudizio, anche a prezzo di dover spiegare il cambio di rotta rispetto a un’immunità che nei principi del Movimento si intenderebbe abolire.