Cooperazione. Dalla Tunisia alla Giordania, così la cultura traina lo sviluppo
Tunisia, il restauro e la riabilitazione del Complesso di Santa Croce nella medina di Tunisi in Centro mediterraneo di arti appllicate
E se fosse la cultura a cambiare il volto anche economico di un Paese? Ne è convinto il direttore dell’Agenzia italiana per la cooperazione e lo sviluppo che fa capo alla Farnesina, Marco Riccardo Rusconi. «La cultura è un importante strumento di coesione sociale, di identità e sviluppo e gioca un ruolo determinante nel costruire società stabili, pacifiche e resilienti e portare prosperità». Gli esempi di azioni compiute nel bacino del Mediterraneo e nell’Oriente più vicino non mancano, a partire dal restauro di monumenti e immobili, com’è stato fatto per il recupero della policromia del mosaico di Madaba in Giordania, dove si è intervenuti con le maestranze locali al fine di trasmettere le competenze dei centri di restauro italiani; o dagli interventi di ristrutturazione architettonica finalizzati alla creazione di un Centro mediterraneo per le arti applicate (come il complesso di Santa Croce a Tunisi, in cui si vogliono raccogliere e promuovere i mestieri tradizionali della cultura locale); ma anche iniziative per il recupero di ambienti da destinare a laboratori di restauro dotati delle più moderne e sofisticate attrezzature per la formazione di restauratori, come a Jerash, in Giordania; o il Programma Chud, in Libano, esempio virtuoso di progetto multidimensionale in cui la tutela del patrimonio culturale delle cinque principali città storiche del Paese, Baalbek, Byblos, Sidone, Tripoli e Tiro, si bilancia con lo sviluppo urbano e socio-economico; fino al caso del Museo di Aleppo, in Siria, dove l’azione di riabilitazione e recupero, che ha consentito di rendere nuovamente accessibile il museo, mira a valorizzare la coesione sociale e l’accoglienza e si inserisce nel quadro dell’azione umanitaria in risposta alle conseguenze della crisi siriana nella regione. Spazio anche ai progetti di ricerca e valorizzazione dei saperi locali, delle tecniche artistiche tradizionali, delle produzioni artigianali e servizi collegati al turismo, come in Giordania, con l’identificazione di figure professionali necessarie per efficientare e accrescere i flussi turistici verso questo Paese e a elevarne la qualità.
Libano, il tempio di Bacco nel sito, patrimonio Unesco, di Baalbek - undefined
Iniziative che l’Aics presenterà alla XXVI edizione della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico che si apre oggi a Paestum, in provincia di Salerno (fino al 3 novembre), in un panel dal titolo “Il Patrimonio culturale nel Mediterraneo come fattore di sviluppo: le iniziative dell’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo” (la mattina dell’1 alle 10, presso la Sala Cerere), con il direttore Rusconi insieme a ospiti, esperti e rappresentanti di istituzioni culturali di Tunisia, Marocco, Libano, Siria, Iraq e Giordania. Dal 2016 ad oggi, l’Aics ha erogato sul fronte della cooperazione culturale, oltre 100 milioni di euro per circa 120 iniziative in 30 Paesi. Investimenti che si sono concentrati, principalmente, su quattro ambiti di intervento: protezione del patrimonio culturale, sviluppo delle industrie culturali e creative, promozione del turismo sostenibile e sensibilizzazione alla cultura. Tutto ciò in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile dell'agenda 2030, che riconoscono esplicitamente il ruolo della cultura come "target" di sviluppo.
Marocco, sito di Volubilis, vista aerea con il Palazzo Gordien restaurato - © Aics
L’Agenzia, seguendo le linee strategiche definite dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale (Maeci), formula, finanzia, gestisce e controlla l’attuazione dei progetti di cooperazione allo sviluppo. La definizione e realizzazione delle iniziative in ambito culturale, come in tutte le azioni di cooperazione, sono rese possibili grazie a un intenso scambio con le istituzioni locali, avvalendosi delle eccellenze italiane del settore, provenienti dai centri di ricerca, università, imprese culturali, amministrazioni centrali (come il Ministero della cultura e i suoi rinomati Istituti del restauro, della catalogazione e dei musei), dalle organizzazioni no-profit e dagli enti locali che insieme rappresentano quella leadership culturale che tutto il mondo ci riconosce.
Giordania, il sito archeologico di Jerash - © Aics
«Nel continente africano - aggiunge Emilio Cabasino, esperto del patrimonio culturale Aics - sarà fondamentale incrementare lo scambio tra istituzioni culturali locali e italiane, al fine di accrescere, nei nostri partner africani, la conoscenza degli strumenti più appropriati per esprimere le loro identità culturali e farne un concreto mezzo per generare attività economiche e, dunque, sviluppo individuale e collettivo. Senza ignorare l’impulso che può essere dato in questo continente al settore delle industrie culturali e creative, quali il design, la moda, il cinema, la musica e l’audiovisivo».
Tunisia, il progetto Rinova nella regione di Tataouine - © Aics
«L’efficacia delle attività poste in essere e i risultati ottenuti nel Mediterraneo come in altre parti del mondo, universalmente apprezzati e riconosciuti – conclude il direttore Rusconi – ci incoraggiano a moltiplicare gli interventi su questo terreno, anche in altri contesti culturali, come nel continente africano, dove l’Agenzia opera storicamente e dove sta intensificando – con la spinta del Piano Mattei – la sua azione, coinvolgendo sempre le eccellenze italiane del settore».