Musica. Ezio Bosso torna a suonare col tocco di Libetta
Il compositore Ezio Bosso scomparso nel 2020
Quando l’ultima delicata nota di Unconditioned, following a bird, il brano di maggior successo di Ezio Bosso, termina la sua vibrazione sulle corde del pianoforte Steinway gran coda amato dal maestro scomparso il pubblico presente alle Officine Meccaniche di Milano (lo studio di registrazione di Mauro Pagani) ha il groppo in gola. Un attimo di silenzio e poi gli applausi scroscianti investono il maestro Francesco Libetta, uno dei pianisti, compositori e direttori d’orchestra italiani più amati all’estero, già collaboratore di Battiato, che ha ridato vita alle note composte da Ezio Bosso nella sua intensa carriera. E’ la prima volta che accade che le composizioni del maestro torinese vengano eseguite da un altro, ma questa è una delle sorprese del Milano Music Week 2023 dove è stato presentato dal vivo il disco Lighting Bosso. From Bosso to Libetta’s transcriptons che esce domani per Sony Classical in doppio cd e doppio Lp. Nel ricco album, il primo dopo 5 anni per Bosso, ben due ore di musica dai brani più celebri come Split, postcards from away o Emily’s room interpretati con energia da Libetta, alla imponente trascrizione per piano solo effettuata dal maestro salentino della Sinfonia n. 1 Oceans. Nell’attesa dei concerti in Italia al via da Roma il prossimo maggio per arrivare a Milano a novembre 2024.
Illuminare Bosso compositore: Eredi Bosso, Sony Music e anche Apple Music, ritengono essere il progetto più importante in assoluto per la continuazione della divulgazione dell’eredità artistica di Ezio Bosso. «E’ stato Francesco Libetta che è venuto da noi. Quando hai un musicista di quel calibro e di quella capacità empatica, gli lasci la libertà di fare quello che vuole - spiega Tommaso Bosso che gestisce l’eredità artistica dello zio -. Per me la cosa importante era che Ezio venisse riconosciuto come compositore soprattutto. Nel mondo della classica è stato sempre un po’ ostracizzato e ignorato». Per qualcuno sarà strano vedere un altro al posto di Ezio al piano? «Fa effetto vedere la musica di Bosso non eseguita da Bosso. Ma per me l’importante è che Ezio venga trattato per quello che era, un musicista e un compositore. Io è tre anni e mezzo che lavoro per questo, oggi ho raggiunto il mio obiettivo - aggiunge Tommaso -. Ezio ha avvicinato la gente alla musica classica, Libetta sta avvicinando Bosso alla gente come compositore. Purtroppo tante volte è venuto più fuori il personaggio o il divulgatore e meno il musicista. Oggi abbiamo l’occasione di avvicinarci a quello che davvero è stato».
Seduto con discrezione fra il pubblico c’è Fabio Bosso, il fratello maggiore di Ezio e padre dell’attivissimo Tommaso. «La famiglia si sta impegnando tantissimo, il primo grande passo è stata la ricerca, la catalogazione, il restauro-trascrizione, la pubblicazione delle partiture, la ricerca di registrazione inedite di Ezio- ci spiega -. E’ epocale il fatto che per la prima volta un esecutore di questo livello si dedichi all’incisione e all’esecuzione di questi brani. Ma non è cosi strano, è quello che deve succedere. Non è che la sua musica poteva suonarla solo lui». Forse la forza dell’immagine di Ezio Bosso, la sua passione nell’esecuzione a dispetto della malattia neurodegenerativa, è andata oltre il valore della sua musica per il grande pubblico? «Non bisogna confondere forza dell’immagine e forza della musica, ma fonderle – aggiunge Fabio -. Da una parte c’è una persona con una personalità molto forte, di una presenza estrema e di una capacità affabulatoria eccezionale. Dall’altra c’è il suo valore indiscusso di compositore».
Fu Fabio, 12 anni più di Ezio, a convincere il padre che non voleva a fargli studiare la musica. «Lui era piccolo piccolo e mi sono accorto che aveva una musicalità spropositata, dopodiché il resto lo ha fatto lui - aggiunge -. Quanto mi manca? Non c’è una misura. Chiunque abbia perso una persona molto cara, sa quanto ti manca e ti mancherà per sempre. Le ferite si rimarginano, le cicatrici restano. A un certo pubblico legato alla figura di Ezio manca e mancherà la parte di forza affabulatoria dello spettacolo. Però ci siamo accorti oggi che la sua musica va oltre. Grazie alla ricchezza di uno strumentista molto superiore come Libetta, perché Ezio stesso diceva “Io sono un pianista all’occorrenza”. Con la grande musica succede così».
Il virtuoso Francesco Libetta in concerto sulle musiche di Ezio Bosso - Foto Clarissa Lapolla
«Sono le prime volte che la sua musica deve andare da sola indipendentemente senza di lui, oggi si arriva a sperimentare e creare una tradizione esecutiva – spiega ad Avvenire Francesco Libetta -. Ed è un passo difficile di responsabilità, però sempre molto interessante perché alla fine anche un creatore sceglie cosa vuole lasciare di se stesso. Ezio Bosso ha esplicitamente raccontato s e ha offerto se stesso. In questo senso, è una parte di filosofia di vita che vale la pena di interpretare accuratamente perché si impara».