venerdì 26 maggio 2023
La Fda americana ha dato il via libera: secondo l'imprenditore dovrebbero aiutare paralizzati e malati. Vescovi (Cnb): "Rischio Grande fratello, soprattutto se si mescola all'IA"
Elon Musk mostra il logo di Neuralink

Elon Musk mostra il logo di Neuralink - Reuters

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La start-up Neuralink di Elon Musk ha annunciato di aver ottenuto dalla Fda (Food and Drug Administration, l'ente regolatorio statunitense in tema di salute pubblica) l'autorizzazione ad avviare i test per impiantare il suo chip in un cervello umano. "Questo è un primo passo importante che un giorno permetterà alla nostra tecnologia di aiutare molte persone", ha scritto l'azienda californiana sul suo account Twitter, aggiungendo che "il reclutamento per gli studi clinici non è ancora aperto".

Neuralink progetta dispositivi connessi da impiantare nel cervello per comunicare con i computer direttamente attraverso il pensiero. Dovrebbero essere utilizzati in prima battuta per aiutare le persone paralizzate o affette da malattie neurologiche. La start-up vuole quindi rendere questi impianti abbastanza sicuri e affidabili da poter essere interventi chirurgici elettivi. Le persone potrebbero quindi pagare qualche migliaio di dollari per dotare il proprio cervello della potenza del computer. Per Elon Musk questi chip devono consentire all'umanità di raggiungere una "simbiosi con l'intelligenza artificiale", nelle sue parole del 2020 pronunciate alla conferenza annuale dell'azienda.

Il miliardario è solito a previsioni azzardate, come è stato per l'autonomia delle auto elettriche Tesla. Nel luglio 2019 ha stimato che Neuralink avrebbe potuto eseguire i suoi primi test sulle persone nel 2020. Finora prototipi delle dimensioni di una moneta sono stati impiantati nei crani degli animali. Diverse scimmie sono così in grado di "giocare" ai videogiochi o di "digitare" parole su uno schermo semplicemente seguendo con gli occhi il movimento del cursore. Altre aziende stanno lavorando per controllare i computer con il pensiero, come Synchron che ha annunciato nel luglio 2022 di aver impiantato la prima interfaccia cervello-macchina negli Stati Uniti.

Commenta Angelo Vescovi, celebre genetista tra i pionieri dell'utilizzo delle cellule staminali e dallo scorso dicembre presidente del Comitato Nazionale di Bioetica: "È questo il momento di iniziare a pensare a una regolamentazione chiara e rigorosa. Perche' con l'intelligenza artificiale da una parte e i chip che interagiscono con il nostro cervello leggendo (e registrando) le nostre emozioni dall'altra il rischio di arrivare al Grande fratello di Orwell non è lontano. Io sono per natura favorevole alle novità, anche rivoluzionarie e ricordo che già dagli anni '80 facevamo la stimolazione profonda del cervello e poi nel midollo contro il dolore cronico. L'interfaccia macchina-paziente c'è da decenni. Ma questo è un passo ulteriore: il microchip ha una tecnologia molto avanzata per interpretare l'attività elettrica del cervello, e agisce sia in entrata che in uscita. Rilevare i segnali puo' tracciare lo stato emotivo di una persona, anche le sfumature più profonde, persino inconsce. Potremmo dire che sia avvicina molto al concetto di leggere nel pensiero".


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