Mina pubblica il nuovo album "Innamorato pazzo"
Mina a 45 anni dall’ultimo concerto e a 47 dall’ultima apparizione in tv è più attiva che mai come interprete e, soprattutto, come imprenditrice di se stessa. Lo dimostra anche il suo nuovo album Ti amo come un pazzo, in uscita oggi, 12 canzoni dove l’amore è declinato in ogni sfumatura, presentato ieri a Milano con affetto e passione dal figlio e produttore Massimiliano Pani. La strategia di marketing prevede il disco su qualsiasi supporto, colore e formato deluxe per strenui appassionati, distribuito nei negozi da Discoteca Laziale, mentre Pdu Music, l’e-commerce ufficiale di Mina, affida da quest’anno tutto il catalogo dell’artista a Piramides International, l’aggregatore digitale di riferimento per il nostro Paese, per garantirne una distribuzione digitale crescente.
A meno di quattro anni dal precedente album di inediti, quel Mina Fossati pubblicato nel novembre 2019, la Tigre di Cremona a 83 anni punta ancora sul suo fiuto per restare sulla cresta dell’onda, sia come talent scout («artisti che allora facevano altri mestieri come De André, Paoli e Fossati hanno avuto il primo grande successo grazie a lei» ricorda Pani) sia agganciando le stelle in rampa di lancio della musica italiana. In primis Blanco che, dalla vittoria a Sanremo 2022 con Mahmood ai calci alle rose di quest’anno, è il giovane artista più amato dai ragazzi in questo momento, «forse il più bravo autore insieme a Madame» aggiunge Pani. Il suo Un briciolo di allegria, nel cui ritornello alla Mina-Celentano si vede lo zampino della cantante, è già un tormentone ed è già in testa alla classifica Fimi. «Nonostante la sua assenza dai live, dalla tv e dai social Mina è un mito anche per un giovanissimo come Blanco: anche lui, come tanti ragazzi e non solo, insieme al fidato produttore Michelangelo, le ha inviato un brano. Lei lo ha ascoltato, se ne è innamorata, ed è nato Un briciolo di allegria. - aggiunge Pani - Michelangelo è venuto con Blanco a Lugano (anche se non hanno mai avuto contatti col loro mito, ndr.) , questo è un pezzo del loro mondo che interessa anche a Mina. E' l'unica artista che dia soddisfazione ai giovani, è sempre molto curiosa e attenta, questo pezzo è loro, è Mina che entra nel mondo di Blanco». Anche se, come ammette il giovane produttore Michelangelo, «Mina con la sua interpretazione ha ribaltato la canzone da così a così, specie nella chiusa finale. Quando l’ho sentita mi sono dovuto sedere».
L'inedito del cantautore ventenne è uno dei 5-6 mila pezzi che ogni anno arrivano a Mina: lei, garantisce Pani, li ascolta tutti per poi scegliere quello che le piace. «Fa il direttore artistico da tutta la vita, è un lavoro lungo e molto complicato » ammette il figlio, raccontando che gli ascolti sono indietro di tre anni. E’ il caso de L'orto, una ironica ode alla verdura che le era stata mandata prima di essere presentata a X Factor 2018 dal suo coautore (con Matteo Santarelli) Mattia Lezi. Un divertissement di quelli che piacciono a Mina, che nell’album è capace di toccare anche momenti di grande intensità con la lettera a Dio scritta da Enzo Avitabile in Don Salvato', che Mina canta in napoletano stretto, con voce sofferta a causa dei dolori dell’umanità che si sciolgono in un Ave verum finale. Uno spiraglio della spiritualità di Mina? «La spiritualità è di Enzo Avitabile che è l’autore, Mina l’ha solo interpretata - mette le mani avanti Pani, strenuo difensore della privacy materna, che però ammette -. Evidentemente se lei l’ha scelta è perché l’ha colpita».
Nell’album Mina però mantiene un registro molto più romantico, dove la voce, sempre strepitosa, si fa calda senza arzigogoli, in un disco che vuole essere una sorta di fotoromanzo a partire dalla copertina ispirata a rotocalchi d’antan come Bolero dove Mina appare insieme a un bell’uomo sconosciuto (non è un attore, né un modello, ma un architetto chiarisce Pani) che aggiunge «è un album volutamente morbido dove l’amore è declinato in tutte le sue forme, drammatiche, di addio, di passione». Non manca l’elegante cover di Tutto quello che un uomo di Sergio Cammariere, mentre sfuma nel gospel Come la luna di Philippe Leon e Luca Rustici, in un addio malinconico Fino a domani di Federico Spagnoli o addirittura sprezzante Non ho più bisogno di te della giovane Viola Serafini mentre Lascia di Tonino Maio è un invito a tornare ad amare. Un discorso a parte merita la nostalgica Zum pa pa in cui l’atmosfera felliniana circense vie-ne descritta dal testo dell’attore toscano Alessandro Baldinotti sulla musica dello scomparso Paolo Hollesch. Appare anche la violenza, fisica o psicologica, sulle donne nella commovente La gabbia firmata dal fedelissimo Maurizio Morante, che però si trova solo nella versione cd e digitale e non sull’album come pure Povero amore che verrà inserita nella colonna sonora del prossimo film del regista Ferzan Ozpetek Nuovo Olimpo per Netflix (nell’album c’è anche Buttare l’amore scritta da Matteo Mancini e Gianni Bindi, sigla della serie Le fate ignoranti di Ozpetek trasmessa da Disney+).
«Abbiamo parlato a lungo della canzone per questo film, ho la grande fortuna - dice il regista Ozpetek, che con la cantante ha un rapporto di amicizia - di avere un continuo scambio di idee con lei, che ha una disponibilità enorme. Legge le sceneggiature, le mando degli spezzoni del girato e trova subito pregi e difetti, per me è quasi soprannaturale. In questi anni - confida - è stata tra le persone più importanti della mia vita. Devo ammettere che, quando mi succede qualcosa di particolare, la prima cosa che penso è: cosa ne direbbe Mina? la chiamo? le chiedo consiglio?». Del nuovo film «le è piaciuta tantissimo la sceneggiatura e dice che non vede l’ora di vederlo, quando ho scelto Povero amore mi ha persino detto: Ferzan, guarda che puoi sempre cambiare idea». Non ha cambiato idea, invece la cantante, sul proseguire a fare dischi conclude il figlio Massimiliano: « Mina ha scelto di fare solamente quello che le interessa, di fare i suoi dischi finché avrà voglia di farlo e finche riuscirà a farlo, perché è un bisogno intellettuale».