mercoledì 25 settembre 2024
Ventiquattro studiosi, tra cui 2 premi Nobel, da una un'angolatura multidisciplinare cercano di dare una risposta alle domande di oggi su Dio e la coscienza
Oltre il confine del tempo finito, dialogo sull'eternità

Alex Shuper/Unsplash

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I brani “Embrance to embrance” e “Dark heart of the king” dei Joy Wants Eternity, gruppo post rock nato nel 2003 in quel crogiolo musicale che è la città statunitense di Seattle, potrebbero essere la colonna sonora perfetta per immergersi nella lettura di Eternity between space and time: from consciousness to the cosmos, il saggio presentato lo scorso 6 settembre in Vaticano presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù. Lo scopo del volume, infatti, è provare a risponde alle attuali domande su Dio e la coscienza, da un’angolatura multidisciplinare. In particolare, il saggio nella sua dissertazione si serve, oltre che di teologia e psicologia, soprattutto di fisica teorica, arrivando a conclusioni che si basano su concetti riguardanti l’astrofisica e la teoria delle stringhe, ovvero quell'agognato “strumento” capace di unificare la Teoria della relatività generale (di Albert Einstein) con la Meccanica quantistica (di Werner Karl Heisenberg). Il libro contiene 24 contributi di alcuni tra i più grandi studiosi al mondo in diverse discipline: tra loro i Nobel Gerard 't Hooft e Roger Penrose, affiancati da Federico Faggin, Mauro D’Ariano, Gabriele Veneziano, Massimo Cacciari, Giulio Goggi e Kurt Appel.

Il volume ha una genesi ben precisa: è il risultato del confronto sul tema dell’eternità tenutosi a maggio 2022 in occasione del convegno organizzato all’interno del Master in “Death Studies and End of Life” dell’’Università di Padova, al quale hanno preso parte i maggiori luminari nell’ambito della fisica, della filosofia, della teologia e della psicologia, tra i quali chiaramente gli autori del saggio stesso. In pratica, studiosi di varie discipline hanno tentato con le loro riflessioni di guardare oltre la soglia del “finito”, verso quella dimensione che da sempre attrae gli umani: il tempo e l’eterno. Così il prodotto di quel confronto è stato riportato in Eternity between space and time: from consciousness to the cosmos (Eternità tra spazio e tempo: dalla coscienza al cosmo, edito da De Gruyter).

I quattro curatori di Eternity between space and time: from consciousness to the cosmos

I quattro curatori di Eternity between space and time: from consciousness to the cosmos - Cortesia ufficio stampa

Il libro è stato curato e redatto sotto la direzione scientifica della professoressa Ines Testoni, direttrice del Master in “Death studies and End of life”, da Fabio Scardigli, fisico teorico del Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano e dell’Istituto Lorentz per la Fisica Teorica dell’Università di Leida, dal professor Andrea Toniolo, preside della Facoltà Teologica del Triveneto e da Gabriele Gionti S.J., cosmologo e vicedirettore della Specola Vaticana. «L’incontro tra diversi saperi è sempre fecondo, come insegna per esempio l’esperienza di un convegno tenuto a Palo Alto, in California, alla fine degli anni Cinquanta, quando fisici, biologi, psicologi, sociologi, matematici, cibernetici si dettero appuntamento per lavorare insieme ad una metateoria dalla cui ibridazione nacque la teoria generale dei sistemi», hanno affermato i quattro curatori: «È da tali esperienze che possono prendere l’avvio i cosiddetti “cambi di paradigma”. L’importanza di questa fatica è sradicare ciò che viene dato per scontato e ovvio, perché proprio lì si annidano i pregiudizi che impediscono di vedere il nuovo, o meglio, il mondo sotto nuove prospettive. Questo saggio esplicita ulteriormente i linguaggi che parlano di finitudine, considerando il concetto di eternità come il perno sul quale fare ruotare antiche e nuove definizioni dei rapporti tra niente e essere, fisica e metafisica, mortalità e immortalità».

Una delle ispirazioni principali del testo è inoltre senza dubbio ancorata al pensiero del filosofo Emanuele Severino, che offre una visione dell'essere come eterno e immutabile, sfidando le nozioni tradizionali di tempo e cambiamento, arricchendo il dialogo con la teologia e offrendo nuove prospettive sull'eternità, la creazione, la relazione tra fede e ragione e il problema del male. Capire che cosa significa eternità ci permette di pensarci oltre il limite della morte.

Tra i 24 filosofi, teologi, fisici e psicologi di rilievo internazionale che hanno collaborato al volume, riflettendo su temi fondamentali come il limite e l'infinito, il tempo e l'eternità, lo spazio vuoto e quello materiale, anche due Nobel hanno dato il loro contributo. Si tratta di Roger Penrose - insignito nel 2020 per avere scoperto che “la formazione dei buchi neri è una robusta previsione della teoria generale della relatività” - e di Gerard 't Hooft - premiato nel 1999 per aver spiegato la struttura quantistica dell'interazione elettrodebole -. Sono inoltre da segnalare i contributi di Federico Faggin (Medaglia per la Tecnologia del Congresso Usa), Gabriele Veneziano (autore dei primi lavori sulla teoria delle stringhe), Massimo Cacciari, Giulio Goggi, Kurt Appel e altri importanti studiosi.

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