All’Opéra di Parigi non c’era mai stata un’étoile italiana. Perché il titolo, anche se non c’è una regola scritta, è stato sempre riservato solo ai ballerini di casa. Poi è arrivata Eleonora Abbagnato. «Certo, ho dovuto aspettare un po’ di tempo perché il riconoscimento è giunto nel 2013 dopo molti anni, anni nei quali ho sempre danzato ruoli da étoile. Ma la nomina è arrivata nel momento culminate della mia carriera». Oggi la ballerina palermitana, classe 1978, che a Parigi nel 2010 è stata nominata Chevalier dans l’ordre National du Mérite «un’onorificenza molto importante, seconda solo a quella della Legion d’Onore» racconta, torna in Italia. E lo fa con un gruppo di colleghi francesi dell’Opéra di Parigi. Sabato sarà al teatro del Vittoriale di Gardone riviera (Brescia) per un gala di danza. «Con me ci saranno Nicolas Le Riche, Clairemarie Osta, Benjamin Pech ed Hervé Moreau. Ho scelto un programma dove ci saranno pezzi dei coreografi con i quali mi sono confrontata nel corso della mia carriera». Una carriera dove, accanto alla danza, ci sono stati anche la televisione (il Sanremo 2009 con Paolo Bonolis), il cinema (
Il 7 e l’8 di Ficarra e Picone) il videoclip (era lei a danzare sulle note di
Ad ogni costo di Vasco Rossi) e la scrittura (esce nel 2009 la sua autobiografia
Un angelo sulle punte). A Gardone, sotto le stelle, la Abbagnato danzerà
Cheek to Cheek con la coreografia di Roland Petit, un brano da
Le parc di Angelin Preljocaj e il terzo passo a due di
In the night di Jerome Robbins, ideato su musiche di Chopin che saranno eseguite dal vivo al pianoforte. Tra gli altri brani dei suoi friends Le Riche, nella doppia veste di coreografo e di interprete al fianco della Osta, proporrà il suo
Odyssée su musica di Arvo Pärt. Quello del gala è un format che per la Abbagnato, «può avvicinare al balletto anche chi non lo frequenta di solito. Una formula sicuramente più adatta ad un pubblico vasto ed eterogeneo come quello estivo che, grazie a queste occasioni, può imparare a scoprire la danza». Sabato a Gardone, dunque, una serata dal sapore francese. «Anche se nella fase di globalizzazione che stiamo vivendo – riflette la ballerina – le vecchie distinzioni tendono ad assottigliarsi. La scuola dell’Opéra di Parigi è una grande istituzione pubblica e questo fa già una prima significativa differenza con quello che avviene in altri paesi. Per quanto riguarda il repertorio, invece, la scuola francese si è aperta da molti anni ai coreografi più moderni. Non si può dire lo stesso di quella russa, rimasta invece ancorata alle sue tradizioni». Diversa la situazione in Italia dove «la danza sta vivendo un momento di notorietà, anche se troppo spesso viene penalizzata dalla mancanza di risorse che si traduce in una scarsa organizzazione e in un’insufficiente capacità di programmare, specie a lungo termine». A proposito, specie negli ultimi mesi, dopo la consulenza artistica al Petruzzelli di Bari, si è fatto il nome di Eleonora Abbagnato per la possibile guida del Corpo di ballo dell’Opera di Roma. «Il mio mondo e la mia vita sono la danza e il mio desiderio più vivo è quello di poter un giorno dirigere una scuola di ballo o una compagnia. Per ora, però, sono ancora sulle punte».