Gli interpreti dello spettacolo "Vi presento Matilde Neruda"
“Nuda sei semplice come una delle tue mani”. Prende il via dal primo verso di questo notissimo sonetto il percorso d’amore, di vita e di arte, che Sebastiano Somma e sua moglie, la brava attrice Morgana Forcella, hanno dedicato a Pablo Neruda, il poeta cileno premio Nobel per la Letteratura, e alla sua profonda relazione con Matilde Urrutia, che divenne la massima fonte della sua ispirazione. Un reading teatrale scritto da Liberato Santarpino (per la sapiente regia dello stesso Somma) andato in scena per due giorni al Teatro Ghione di Roma e che ora sarà portato in tournée in tutta Italia. Spettacolo intitolato “Vi presento Matilde Neruda”, che - va detto subito – è di pregevolissima fattura che fonde i versi delle liriche di Neruda con brani delle lettere che la coppia si scambiava, intersecandoli con brani bellissimi di tango (Astor Piazzolla, soprattutto) e coreografie intense.
La scena è essenziale ma non minimalista, dominata dalla presenza statuaria di Somma che nel suo completo di lino bianco con tanto di “Panama” in tinta, dà con grande maestria voce e corpo al poeta, mentre Forcella interpreta Matilde con forza e dolcezza, modulando di volta in volta con le parole il colore dei diversi sentimenti, amore, passione, sofferenza. Dietro di loro l’ensamble musicale ben affiatata (Giuseppe Scigliano al bandoneon, Marco De Gennaro al pianoforte, Gianmarco Santarpino al sassofono, e lo stesso Liberato Santarpino al violoncello) e una grande tenda a strisce, sulla quale come frammenti di ricordi scorrono le immagini del vero Neruda e del suo grande amore. Mentre il canto di Emilia Zamuner e i passi di danza di Enzo Padulano e Francesca Accietto aggiungono manciate di brividi emotivi all’intera rappresentazione. Il pregio della quale sta anche nel non fermarsi solo alla grande storia d’amore, ma nell’indagare pure la sofferenza che accomunò la coppia in diverse fasi della loro vicenda sentimentale e nel portare in primo piano l’impegno civile di Neruda, appassionato cantore dell’epica dei poveri, fra i più pronti ad assumere nella propria voce le istanze degli oppressi, oltre che fermo oppositore della feroce dittatura cilena, di cui fece in tempo a vedere l’inizio, poiché morì pochi mesi dopo il golpe di Pinochet.
Anche lo spettacolo segue questo duplice filone, suscitando negli spettatori vertici di commozione (e conseguenti applausi a scena aperta) soprattutto in due momenti: il racconto dell’aborto spontaneo di Matilde/Forcella, che sulle note struggenti di Oblivion di Piazzolla narra il proprio dolore per non essere riuscita a custodire la vita che le stava germogliando in grembo. E l’intensa filippica politica di Neruda/Somma che di fatto costituisce uno dei punti di approdo del reading.
In sintesi, un gran bello spettacolo, elegante ed equilibrato nella sua fusione di arti diverse (poesia, recitazione, musica, canto, danza) ed estremamente godibile anche per avvicinare il grande pubblico al teatro.