venerdì 9 agosto 2024
Nella finale dell’all around la ventenne marchigiana conquista il bronzo, la prima medaglia olimpica individuale in questa disciplina per l'Italia
Sofia Raffaeli in gara a Parigi

Sofia Raffaeli in gara a Parigi - Reuters

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Ritmica? Spettacolo al servizio della ginnastica, se poi porta un altro podio al medagliere, allora è megashow per Casa Italia che festeggia il bronzo storico, sofferto e meritato di Sofia Raffaeli. Prima medaglia individuale di sempre della ritmica azzurra. Prima di Londra 2012 però, Vanessa Ferrari, 33enne argento della ginnastica artistica a Tokyo 2020, grande assente a Parigi per infortunio, tuonò contro le colleghe della ritmica definendole senza mezzi termini “delle ballerine fallite”. Tradotto dal ferrarismo, delle ginnaste da talent di Maria De Filippi, viste e scartate, secondo Vanessa.

Per carità, il pubblico delle tante famiglie italiane al seguito delle azzurre (alla Porte de La Chapelle Arena si contano più tricolori che in tutti quanti i palazzetti parigini messi assieme), per la prima volta due atlete in finale ai Giochi, fa un po’ pensare di assistere a quel tipo di spettacolo del sabato sera, con il giudice Rudy Zerbi piazzato in mezzo alla tavolata dei direttori di gara. Una tribuna gaudente che ad ogni lancio e conseguente aggancio di attrezzo fa partire gridolini da concerto dei Måneskin , presenti in scaletta: la tedesca campionessa olimpica Darja Varfoloomev si esibisce al cerchio sulle note di Zitti e buoni. “Siamo fuori di testa”, canta tutta l’arena.

E ci andiamo un po’ anche noi, fuori di testa, dopo tre ore di sorrisi stampati, cuoricini mimati e manine che salutano leggiadre a favore di telecamera. Sulla pedana piovono lacrime versate su una palla o un cerchio che sfugge di mano alle ginnaste, che comunque trovano sempre conforto nel coach seduta in panchina che attende maternamente, limandosi le unghie e strofinando gli amuleti, la fine dell’esercizio. Un minuto e mezzo a rotazione, 360 secondi totali per tutti e quattro gli attrezzi (completano clavette e nastro) e altrettanti per un responso della giuria che viene puntualmente contestata, almeno una dozzina di volte. Il tutto tra l’indifferenza generale della platea che mastica popcorn e beve “Coca Zero” a fiumi aspettando trepidante lo show della prossima ballerina, pardon ginnasta. “Formidable”, come le note della cover di Stromae sulle quali si cimenta alla palla Milena Baldassarri, che sembra impeccabile e invece per i direttori di gara alla fine non va oltre l’8° posto. Ritmica crudele. Ma quella stessa giuria nonostante qualche sbavatura, al nastro soprattutto, alla fine premia l’agente di Polizia Raffaeli.

Sorride e saluta tutti Milena che abbraccia Sofia: compagne nella Ginnastica Fabriano, due amiche del cuore. Anzi “sorelle” d’Italia. Milena, ravennate, classe 2001, primo argento mondiale della ritmica italiana abdica definitivamente e spinge Sofia sul podio. Sofia la “Formica atomica”, prima campionessa del mondo della specialità nel 2022 e ora prima bronzo olimpico. “Like a sister” è il loro motto e forti di questa sorellanza hanno riscritto ancora la storia della ginnastica italiana ai Giochi di Parigi. Unico rammarico, poteva essere oro. L’ingresso della Raffaeli in finale ci aveva illuso: punteggio monster 139.100 punti, 2.250 di vantaggio sulla Varfolomeev e 2.650 in più della bulgara Borjana Kaleyn che alla gli strappa dal collo l’argento. Alla Raffaeli la palla scivola via mentre volteggia con il folk salentino Bella ci dormi. Titolo che sa di cattivo presagio. Se Sofia si addormenta alle clavette e poi al nastro gli tocca scendere dal podio e giù con un’altra medaglia di legno.

Momento catartico: gridolini con annesso “che peccato!” arrivano fino a Chiaravalle. Borgo nell’anconetano a qualche collina dal mare di Senigallia dove vive e opera ritmicamente l’ultimo critico letterario militante e maggiore esperto di letteratura francese, Massimo Raffaeli. E Chiaravalle 20 anni fa ha dato i natali anche all’altra Raffaeli, Sofia, che nella Parigi cara al critico ha trovato il senso al suo percorso di ginnasta sempre al vertice. Ma è tutta la ginnastica italiana che ha dato spettacolo qui a Parigi. «La più grande sorpresa finora di queste Olimpiadi è stato l’oro di Alice D’Amato nella ginnastica», ha detto il presidente del Coni Giovanni Malagò che all’ingresso di Casa Italia fa subito appendere anche questo bronzo dorato di Sofia. La ginnastica a Parigi 2024 non verrà ricordata soltanto per il greco Eleftherios Petrounias, primo uomo a vincere tre medaglie olimpiche agli anelli o per il fenomeno americano Simone Biles che con l’oro all-around, al volteggio e con la squadra, più l’argento al corpo libero, ha salutato tutti con l’undicesima medaglia olimpica in carriera (7 ori, due argenti e due bronzi in tre edizioni), ma anche per la nostra Nazionale. Parigi custodirà nella memoria anche un pezzo importante di storia della ginnastica italiana.

Ricorderanno l’oro alla trave, vent’anni dopo Igor Cassina, di Alice D’Amato e il bronzo di Manila Esposito. Solo la ginnastica artistica e il tiro a segno hanno visto salire due nostri atleti sullo stesso podio. E come dimenticare la fiaba d’argento delle Fate (D’Amato, Esposito, Angela Andreoli, Giorgia Villa ed Elisa Iorio)? Le cinque azzurre hanno riportato in “vita” le “Piccole Pavesi” e quell’argento di Amsterdam 1928. E non è finita. Oggi, (alle 14) tocca alle Farfalle qualificate per la finale. Alessia Maurelli, Martina Centofanti, Agnese Duranti, Daniela Mogurean e Laura Paris, promettono battaglia e in caso di podio anche qualche sit-in di protesta contro chi ha troppo lucrato sullo scandalo delle “violenze psicologiche” (vedi accuse e “caso” della dt Emanuela Maccarani). Le Farfalle dopo lo show con l’attrezzo valigia, improvvisato all’aeroporto di Fiumicino prima del volo per Parigi, oggi decollano come seconde dietro la Bulgaria e vogliono volare su quel podio, per chiudere il cerchio olimpico e una volta per tutte anche la bocca a tanti. Potere della ginnastica, anche quella ritmica.

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