sabato 15 febbraio 2025
Secondo classificato l'outsider Lucio Corsi, terzo classificato Brunori Sas in un finale al cardiopalma. Quarto Fedez e quinto Simone Cristicchi
Il vincitore della 75ma edizione del Festival di Sanremo Olly accanto a Lucio Corsi secondo classificato

Il vincitore della 75ma edizione del Festival di Sanremo Olly accanto a Lucio Corsi secondo classificato - ANSA

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Vince la 75ma edizione del Festival di Sanremo Olly, secondo Lucio Corsi, terzo Brunori Sas. Una finale al cardiopalma che ha escluso dalla cinquina finale i superfavoriti Giorgia e Achille Lauro. In cui invece sono finiti Fedez al quarto posto e al quinto Simone Cristicchi. Ben tre cantautori da Premio Tenco nella cinquina finale di Sanremo, di cui uno terzo (Brunori) e uno assolutamente outsider e poco conosciuto al grande pubblico (Corsi) al secondo, sono comunque una rivoluzione copernicana.

Ecco i premi collaterali: Premio Bardotti – Miglior testo a L’albero delle noci di Brunori Sas, il Premio per il miglior componimento musicale Giancarlo Bigazzi votato dai professori dell’orchestra a Simone Cristicchi per Quando sarai piccola che vince anche il Premio Sala stampa “Lucio Dalla” mentre a Lucio Corsi va il Premio della Critica “Mia Martini”. Premio Tim all'artista più amata sull'applicazione a Giorgia, che accoglie la standing ovation del pubblico, che aveva protestato per la sua esclusione dalla cinquina finale, sciogliendosi in lacrime.

Ma vediamo come è andata la serata della finalissima. Una tarantella per celebrare “Tutta l’Italia” unita davanti alla tv nella più grande festa popolare del nostro Paese. Il tormentone martellante del produttore e dj Gabry Ponte alla consolle, tra ballerine e pulcinella 2.0 apre la finalissima della 75ma edizione del Festival della Canzone Italiana.

Carlo Conti scende le scale col sorriso di chi sa di avere vinto una sfida difficile, non solo eguagliando ma superando a sorpresa i dati auditel del festival dei record di Amadeus. Presto raggiunto da un Alessandro Cattelan biancovestito e da una Alessia Marcuzzi entusiasta. Stasera il rush finale nell’attesa della proclamazione del vincitore.

La gara inizia con la commozione e i ringraziamenti di Francesca Michielin alla mamma, anche per il sostegno datole in questi due anni in cui ha avuto seri problemi di salute. Poi l’ironia di Willie Peyote e la combattente Marcella tutta un diamante che dedica la sua Pelle diamante a tutte le donne. Mentre un imbrillantato Bresh manda baci alla sorella Chiara e Rocco Hunt che corre in platea ad abbracciare la mamma, mamma che saluta anche Olly. Che la festa della famiglia abbia inizio. Con qualche momento intenso come la dedica per Vito Cascella, l'amico morto in un incidente in un moto, incisa sul petto di Kekko, il cantante dei Modà. E le lacrime di Cristicchi, appena chiude l'intensissima Quando sarai piccola dedicata alla madre disabile, dice più di molte parole. I cantanti sfilano uno dopo l’altro, quasi tutti sfoggiando vistose parure di brillanti (prestiti sponsorizzati evidentemente), roba da fare impallidire Tony Effe che invece, vestito con un elegante completo nero, per la finale decide di sfoggiare intorno al braccio che regge il microfono un rosario con un vistoso crocefisso d’oro. Scelta solo estetica, provocatoria, per ripulire l’immagine di bad boy o (si spera) con un filo di senso?

Di "miracolo" invece parla Antonello Venditti venuto a ritirare il premio alla carriera e a a cantare i suoi successi all'Ariston. "La notte di Natale mi ha mandato un video girato in una chiesa dove dei ragazzi cantavano Stella: è stato un segno".

Fortissima la testimonianza di Edoardo Bove, giocatore della Fiorentina, che racconta dal palco del Festival di Sanremo il suo dramma umano e sportivo dopo il malore che lo ha colpito il primo dicembre scorso durante la partita casalinga dei viola contro l'Inter. "Sto vivendo questa esperienza con alti e bassi, il calcio è la mia forma di espressione. Senza il calcio sento che mi manca qualcosa, esattamente come un cantante che resta senza voce o una persona che subisce una grande perdita. In questo momento mi sento un po' incompleto, un po' vuoto come se mi mancasse qualcosa, so che ci vuole tempo, serve coraggio, mi sto facendo aiutare per iniziare un percorso di analisi su me stesso, che mi fa star male e mi fa soffrire ma so che mi servira' per il futuro".
Ad appena 22 anni, Bove non sa quale sia il suo futuro calcistico. Gli e' stato impianto un defibrillatore sottocutaneo e per la normativa medico-sportiva vigente in Italia non puo' giocare a pallone.

"Voglio ringraziare tutta l'Italia per l'affetto che mi ha dato - ha detto Bove a Carlo Conti, grande tifoso viola - un affetto che è arrivato al di là dei colori, delle bandiere e delle squadre. Un affetto che mi ha fatto capire realmente la gravità della situazione. Inizialmente non mi ero reso conto, mi ero svegliato in ospedale senza ricordare nulla e solo vedendo la reazioni degli amici, dei miei familiari e degli estranei, che mi chiedono sempre come sto, ho capito quanto sia stata vera la paura di perdermi. Mi ritengo davvero fortunato perché per come sono andate le cose, capitate nel posto giusto al momento giusto, in 13 minuti ero gia' in ospedale. Tanta gente - ha confidato ancora Bove - mi ha detto di aver perso i propri cari per episodi simili al mio perché non c'é stata una prontezza nel soccorso. Ecco, nel mio caso e' stato importante l'intervento di primo soccorso. Tra la vita e la morte la linea e' sottile e fa capire quanto noi dipendiamo da chi ci sta accanto. La vicinanza che mi avete dato mi ha aiutato ad affrontare questo episodio e non tutti hanno la fortuna di avere un supporto. A loro dedico un pensiero"

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