Amadeus e Fiorello - Ansa
Avrei tanto voluto scrivere di Fulminacci e della rinascita del giovane cantautorato qui al Festival del cantar leggerissimo, ma devo rimandare per concentrarmi anima e core sull’ultima novità di Rai 1: il Sanremo social club. Siamo onesti, l’auditel ormai sta al Festival della canzone italiana come le carrozze dei cavalli stanno all’automobile elettrica. Però, in piena pandemia mio egregio presidente, scusate se cito ancora Boris Vian, scopriamo, con sorpresa, che Sanremo è un Paese per giovani.
Il 71% del pubblico della prima serata sanremese è composto da ragazzi tra i 15 e i 24 anni e il target del pubblico giovanile avanza compatto con un più 123%, rispetto a un anno fa, che manderebbe in tilt tutti gli indici del borsino televisivo internazionale. Il momento è catartico. Però noi vecchi utenti canonizzati (canone tv - inteso come apparecchio, certo - regolarmente pagato) e catechizzati al dogma del "dio auditel" dalla nostra piccola parrocchia registriamo che i devoti di Sanremo martedì sera sono stati 8 milioni e 363mila, contro i 10 milioni dell’edizione 2020. Lo share dunque è sensibilmente sceso dal 52,2% al 46,6%. Senza prendere la calcolatrice del telefonino, vuol dire quasi due milioni di telespettatori in meno che hanno rinunciato al panettone del natale canzonettaro.
Ma l’«analisi» degli ascolti per il direttore filologo di Rai 1, Stefano Coletta, vede una perdita fisiologica di «1 milione e 400mila telespettatori. Primo perché il palinsesto di Sanremo 2021 è in ritardo di un mese rispetto al Festival 2020 – andato in onda a febbraio – secondo, la prima serata è partita con 11 milioni di telespettatori quindi con uno share in linea con il 47% delle recenti edizioni». Solo Gianni Morandi aveva fatto peggio al debutto nell’ultimo decennio, nella prima serata del Festival del 2011 lo share fu del 46,3%. Ma non è il peggior risultato storico del terzo millennio, quello è uno dei tanti primati che spettano all’ex monarca assoluto dell’Ariston, Pippo Baudo: nel 2008 toccò il fondo con il 36,46% . Ma era un Baudo ormai a fine corsa sulle tavole del palco sanremese, mentre qui gli "Amarello", Amadeus e Fiorello, ancor prima di cominciare minacciavano un Sanremo ter. Coletta sta con Gaber e diffida di quelli che... la qualità non è richiesta. E la vera giuria di qualità per Rai 1 sono i "gggiovani" che da remoto e via social hanno organizzato gruppi di ascolto i cuii picchi sono stati toccati durante l’esibizione di Diodato e Fiorello che canta Se stasera sono qui. «Ben 14 milioni», ragazzi e ragazze. Papà Fiorello ringrazia i «pischelli» neofidelizzati e si commuove al pensiero della figlia e di «tutti gli adolescenti... li stanno privando del momento più bello della loro vita ed è terribile come si stanno adeguando a dover restare chiusi in casa» (Bravo Fiore, chiediamo un bis dal palco).
Il lockdown delle ultime generazioni forse ha generato quel più 71% di pubblico composto dalle giovanissime. Dalla tv delle ragazze al Rai social club, il successo viene sbandierato ai quattro venti dalla direttrice di Rai Play Elena Capparelli. «Il Festival è l’evento più visto in diretta streaming, con +45% rispetto al 2020 e un’offerta on demand che fa segnare un +62%. La prima serata, inoltre, è stata la più commentata di sempre sui social con 4 milioni di interazioni nelle 24 ore (+31% rispetto al 2020)». La metà delle interazioni su Twitter che registra un +58% e Instagram un +23%. Così, quella piccola scatola chiamata tv scompare dinanzi al gigantismo delle piattaforme social. E noi vecchi aficionados della tv dei ragazzi delle origini siamo qui a chiederci il perchè del dato negativo degli ascolti da elettrodomestico classico.
Disaffezione? Nostalgia canaglia per un mondo che non è più lo stesso dopo il Covid e allora un Sanremo senza pubblico in sala e con tanta tristezza fuori ha avuto il potere di svuotare anche i salotti domestici? Lockdown allargato anche ai video della provincia più remota che ormai vive o sopravvive solo in remoto e dove un tempo gli assembramenti si chiamavano gruppi di ascolto? Certo è che per affrontare la maratona sanremese bisogna essersi allenati in alta quota, alle 1.30 della notte dopo cinque ore di diretta no-stop (pubblicità massacrante a parte) anche gli sherpa nepalesi incomincerebbero ad avvertire una certa mancanza d’ossigeno. O magari ha ragione quello spot della Regione Liguria – che in diretta non ha digerito Amadeus, e sicuramente suona di autogol –: «Tanto dopo la terza canzone addormentano tutti». Ad interpretarlo è l’attore Maurizio Lastrico. Nomen omen, le quotazioni degli ascolti di Sanremo oggi stando alle nostre analisi sarebbero davvero sul lastrico, ma dinanzi alla nuova Rai social club forse siamo noi, che come diceva Gaber, siamo una razza in estinzione.