venerdì 1 maggio 2020
Lorini (Anec): «Persi 125 milioni di euro». Lonigro (Anica): «Lavoriamo uniti per rilanciare il mercato». Giraldo (Acec): «Serve un piano a lungo termine».
Una sala cinematografica chiusa

Una sala cinematografica chiusa

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Come dice Carlo Verdone, che il cinema in Italia possa ripartire dai “drive in” è «un’idea romantica» che non corrisponde alla nostra realtà. La crisi, dati alla mano forniti da Anec, dalla chiusura totale del 7 marzo sino al 3 maggio farà perdere alle 1100 strutture sul suolo nazionale (in totale 3850 schermi) ben 19 milioni e 500 mila spettatori, per un 125 milioni di euro di incassi bruciati. E mentre le sale italiane restano chiuse, nell’attesa di uno spiraglio dei prossimi decreti governativi, qualche nuovo film ha cominciato ad uscire sulle piattaforme online. Come l’ultimo film dei fratelli D’Innocenzo che ha vinto l’Orso d’argento per la miglior sceneggiatura al Festival di Berlino 2020, Favolacce, la cui uscita in sala era prevista il 16 di aprile, che arriverà on demand dall’11 maggio su Sky ed altre piattaforme. Sempre su Sky arriverà il 7 maggio il trionfatore degli Oscar e di Cannes Parasite del coreano Bong Joon–ho. Piattaforme web e mondo del cinema tradizionale stanno intessendo un dialogo sempre più stretto, come conferma l’iscrizione un paio di giorni fa all’Anica del colosso americano del web Netflix, annunciata dal Presidente dell’Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e multimediali, Francesco Rutelli.
In questa fase di grande trasformazione dell’ecosistema cine– audiovisivo, la filiera del cinema italiano ora sta pure cercando una soluzione per fare sopravvivere le sale italiane all’emergenza coronavirus.
Come dice Luigi Lonigro, presidente sezione distributori Anica: «Le associazioni stanno lavorando ad un progetto comune finalizzato a far ripartire il mercato in tempi brevi e con una presenza di prodotto importante. Siamo in attesa di conoscere quali saranno le decisioni dei comitati scientifici sia rispetto ai tempi che alle modalità per la riapertura in sicurezza delle sale al chiuso e delle arene in spazi aperti». L’uscita in digitale dei film in questo periodo è un fatto «assolutamente eccezionale e strettamente collegato alla chiusura di tutti i cinema sul territorio nazionale» prosegue annunciando uscite di peso presto in sala. «Al momento sono previsti per fine luglio titoli importantissimi come Tenentil nuovo film di Christopher Nonantola e Mulan mega produzione della Disney. Inoltre ci sono tanti importanti film italiani ,che sarebbero dovuto uscire nel periodo del lockdown , pronti per arricchire la proposta in occasione della riapertura dell’intero parco sale italiano».

Ma chi sta reagendo meglio in questo periodo di emergenza sono le sale di comunità, proprio perché, nonostante le immense difficoltà, non sono strettamente legate alle regole del profitto. Chiuse da fine febbraio, tenaci nella loro vocazione di aggregatore sociale nel nome di un annuncio di bellezza e speranza, stanno dimostrando la loro capacita di adattamento meglio delle multisale da blockbuster. Capaci di riorganizzare le proprie risorse e metterle a servizio della comunità in modo originale, ecco che le 650 sale Acec di tutta Italia hanno adottato, ciascuna a suo modo, gli strumenti digitali per raggiungere i loro spettatori e raccoglierli, ancora una volta, attorno a un progetto comune. Per esempio, decine sono le iniziative delle sale coordinate dall’Acec Milano, che ha fatto da collettore delle creatività individuali, promuovendo i progetti delle singole sale con l’hashtag #CulturaACasa. «Tante le sale della Diocesi di Milano che si sono messe in pista – afferma don Gianluca Bernardini, presidente Acec Milano – ci sono proposte di film da vedere in salotto con commenti e dibattito online fino a “call comunitarie”, moderate dall’associazione». Si va dal Dopocena con Dante ai “radiodrammi” del CinemateatroNuovo di Magenta, dal supporto alla didattica a distanza del Centro Asteria di Milano, alle visioni collettive pensate per i più piccoli offerte dall’Excelsior di Cesano Maderno, dal Cinemateatro Stella di Milano e dal Cinema Rondinella di Sesto San Giovanni. Il motto è “essere vicini agli spettatori” come fa “Casa Tiberio”, dove il Cinema Tiberio di Rimini propone film, opere, balletti e documentari. C’è poi chi, come il Piccolo Teatro di Padova propone film sul tema del “cambiamento delle proprie abitudini”. Nella Settimana Santa, poi, è stata seguitissima l’iniziativa Passio contemporanea – La Passione tra cinema e arte. Altre iniziative vedono le “catechesi a domicilio” attraverso il cinema e la messa in scena live di Roberto Anglisani nello spettacolo vincitore de I Teatri del Sacro (2017) Giobbe, storia di un uomo semplice. Mille le iniziative da scoprire sulla pagina Facebook AcecSdC, sotto l’hashtag #acasaconAcec.
«I tempi incerti in cui viviamo hanno cambiato il modo in cui si dialoga con il pubblico, ma non hanno intaccato la voglia e la capacità di restare vicini, con la motivazione forte di tornare presto a incontrare tutti gli amici della sala, nuovamente “in presenza” – spiega Francesco Giraldo, segretario generale Acec – Una volta usciti da questa situazione pandemica sarà giunto il momento che il modo cattolico investa più decisamente sulla cultura che insieme alla fede popolare potranno segnare la Chiesa del prossimo futuro. Linguaggio cinema e teatro servire a metterci in contatto con il mondo». Come ripartire in pratica? «Il pubblico che ci frequenta, non è un pubblico generalista da block buster, è un pubblico che coccoliamo da sempre con rassegne e attività educational. Per noi importante è l’esperienza, più che il prodotto. E il web andrà ad aumentare l’esperienza cinematografica, non va a sostituire la sala. Comunque da questa emergenza è emersa una forte voglia di cinema che sta caratterizzando gli italiani: da qui dobbiamo ripartire e ragionare in maniera strategica». Lo Stato sta dando una mano ma «il vero problema sarà un piano a lungo termine, c’è bisogno di un sostegno anche per la stagione 2021– 2022».
Mario Lorini, presidente dell’Anec, l’associazione che raduna gli esercenti del cinema, sottolinea come questo tsunami si sia abbatutto dopo un anno positivo: «Il 2019 si era chiuso chiusa con la miglior performance a livello europeo, più 14,5 per cento di crescita. Grazie al lavoro di Movie–ment, progetto coordinato di tutta la filiera cinema sostenuto dal Mibact, prima della chiusura stavamo a un incremento del + 22% di spettatori. Oggi completamente fermi, la nostra interlocuzione principale è col Mibact, grazie al fondo emergenze di 130 milioni per il settore cinema audiovisivo e spettacolo. Ora – aggiunge – chiediamo che gli ammortizzatori sociali vengano proprogati». Resta il nodo della riapertura. «I cinema sono i luoghi dove la popolazione troverà i primi momenti di ripresa controllata e sicuri. Le sale cinematografiche, ricordiamocelo, non sono solo luoghi di intratteninemto, sono presidi sociali, che siano nei centri storici come nei centri commerciali. Aiutano gli uomini a crescere insieme – aggiunge Lorini –. Gli spazi verranno rimodulati, ma stiamo lavorando anche sulla distanza di gruppo, permettendo di stare insieme allo stesso gruppo familiare. E stiamo lavorando a un progetto che ricominci da spazi all’aperto. I cinema da sempre sono nati per raccogliere in sicurezza i grandi numeri, siamo abituati alla sanificazione, siamo in grado di garantire un flusso, spalmato su più giorni e più orari. Macché “drive in” con spettatori chiusi in auto, ripartiamo dalle arene che abbiamo in meravigliose rocche, giardini, castelli». Ripartire sì, ma con quali film? «Sarebbe bello partire con i film dell’Accademia dei David Donatello. Una delle offerte potrebbe essere riproporre alcuni dei film più importanti della stagione e quelli che sono rimasti in mezzo al guado come Volevo nascondermi di Giorgio Diritti, e qualche blockbuster per la famiglia».

Coglie l’assist Piera Detassis, Presidente dei David di Donatello, che verranno trasmessi in diretta su Rai 1 in prima serata l’8 maggio con la conduzione di Carlo Conti e premiazioni virtuali: «C’è un’ipotesi, in caso di riapertura delle arene, che il David possa essere il filo conduttore con i suoi protagonisti: speriamo di sì perché ci teniamo. Abbiamo voluto fortemente la diretta dell’8 maggio: si parlerà della crisi, certo, ma sarà un momento importante per la riaffermazione del cinema italiano».

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