I Ricchi e Poveri, Angela Brambati e Angelo Sotgiu - Foto di Amilcare Incalza
“In oltre 50 anni di carriera abbiamo cantato dappertutto, ma non abbiamo mai cantato per un Papa, non sappiamo perché, ma è una cosa a cui avremmo sempre tenuto. Lanciamo un appello a Papa Francesco: gli diciamo che gli vogliamo tanto bene e gli vogliamo cantare una canzone tutta per lui”.
Solari, energici e positivi, sorprendono sempre i Ricchi e Poveri, Angela Brambati e Angelo Sotgiu, che torneranno in gara al prossimo festival di Sanremo per la tredicesima volta con un brano dance scatenato Ma non tutta la vita, scritto da Edwyn Clark Roberts, Cheope e Stefano Marletta e arrangiato da Merk&Kremont e Edwyn Roberts. Un invito a cogliere l’attimo e a vivere pienamente l’esistenza, prodotto dall'etichetta DM Produzioni su licenza Carosello Records, casa discografica legata al gruppo sin dagli esordi (1967).
Il gruppo italiano più famoso nel mondo ha venduto 22 milioni di dischi, realizzato 30 album, con 5,7 milioni di ascoltatori mensili si conferma il più streammato di Spotify tra gli artisti in gara al Festival di Sanremo 2024, dato che attesta l'intergenerazionalità di un repertorio di grandi successi, tra i quali Sarà perché ti amo, inno di festa che ha collezionato 186.000.000 di streaming. Due di queste canzoni, Mamma Maria e Sarà perché ti amo, le porteranno sul palco in un medley per la serata delle cover di Sanremo e le canteranno insieme a Paola e Chiara.
Come mai i Ricchi e Poveri hanno scelto di rimettersi in gioco in gara a Sanremo?
La verità è che non siamo mai andati via. Avevamo altri impegni ma questa volta ci siamo presentati e Amadeus per fortuna ci ha preso. Questo pezzo lo ha scritto un autore giovane, Edwyn Clark Roberts, appositamente per noi. E’ entrato dentro di noi e ha scritto delle cose adatte a noi ed a lui affideremo la scrittura del nostro nuovo album. Ma non tutta la vita è un inno a vivere pienamente la vita, a scendere adesso in pista. Ci sarà molto entusiasmo all’Ariston: diremo alla gente di mettersi in gioco, la vita è importante e non bisogna rimandare troppo i propri sogni.
Una canzone che non è distante dalla linea giocosa dei grandi successi dei Ricchi e Poveri.
Non ci discostiamo molto dal nostro passato, perché abbiamo sempre fatto canzoni leggere e festose: è il nostro marchio di fabbrica. Noi siamo così, siamo comunque positivi, amiamo la nostra professione, la facciamo con entusiasmo. Siamo due ragazzini che non vogliono crescere dentro.
La vostra ultima apparizione sul palco dell'Ariston in veste di ospiti risale al 2020, con la storica reunion dell'intero quartetto originario con Franco Gatti e con Marina Occhiena.
Avevamo un progetto bellissimo, che peccato. Era nato per festeggiare i 50 anni de La prima cosa bella, avevamo una programmazione di concerti per un anno. Poi la pandemia ha fatto saltare tutto.
Con la scomparsa di Franco nel 2022 la storia dei Ricchi e Poveri ha perso un tassello importante.
E’ un discorso che affrontiamo raramente, per noi è un dolore e non dobbiamo rattristare il pubblico. Abbiamo vissuto insieme gli anni migliori, quelli dei grandi successi. E anche quelli difficili degli inizi, siamo nati insieme e ce lo abbiamo sempre nel cuore. Lui ce l’ha sempre detto, portate avanti la nostra musica, infatti da anni noi due questo facciamo. Un po' di nostalgia sarà inevitabile ma noi a Franco pensiamo ogni sera che saliamo sul palco per un concerto e certamente lo ricorderemo anche all'Ariston.
I Ricchi e Poveri hanno girato, e continuano a girare, il mondo, che ora è sempre piu complicato. Pensando soprattutto a Russia e Ucraina, due Paesi in cui siete molto amati.
La Russia e l’Ucraina sono due Paesi che abbiamo sempre amato e frequentato. Purtroppo questo è un momento difficile e speriamo che torni la pace. Ci sono già troppi problemi nel mondo. Con la nostra musica noi portiamo questo messaggio di gioia e unione. Siamo appena rientrati dal tour internazionale che ha toccato Mongolia, Moldavia, Romania, Uzbekistan, Germania, Kazakistan e dopo il Festival di Sanremo proseguirà in Estonia, Australia, Georgia e molti altri paesi. Poi in estate gireremo l'Italia. Il nostro pubblico è composto ormai da quattro generazioni, dai bambini ai nonni.
Con la vostra carriera siete un esempio per i ragazzi che saliranno sul palco di Sanremo.
Gli diamo un incentivo per andare avanti e di non aspettare ancora. Ora vediamo molta durezza anche tra i giovani, quando eravamo giovani noi si guardava più al futuro. Ma al futuro noi continuiamo a guardare.
Voi siete credenti, questo vi aiuta ad avere questa visione positiva della vita?
Certo, siamo ambedue credenti. La fede è una speranza, bisogna sempre stare uniti, andare avanti, scambiarci le idee, le gentilezze e l’educazione. E occorre avere rispetto degli altri, se no non si va da nessuna altra parte. E poi noi siamo due Angeli (ridono, ndr).