lunedì 4 novembre 2024
Dal 1983 il patron dell'emittente romana Eduardo Montefusco è azionista unico di una realtà in forte espansione e sul versante dell'innovazione tecnologica è seguita dal figlio Massimiliano
L'Auditorium romano di RDS l'emittente che da oltre 40 anni è di proprietà della famiglia Montefusco

L'Auditorium romano di RDS l'emittente che da oltre 40 anni è di proprietà della famiglia Montefusco - RDS

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A Roma, la radio ha la dimensione del suono, per questo nell’ormai lontano 1976, Mario Tagliaferri e Roberto Giorgio pensarono di chiamare l’emittente RDS, Radio dimensione suono. Nell’80, l’inizio del decennio ruggente della Magica Roma del divino Falcao, che qui fu anche speaker, il 50% di RDS viene rilevato dall’attuale patron, Eduardo Montefusco, presidente, diventato poi unico azionista nel 1983, che con suo figlio il General Manager Massimiliano porta avanti quella che appare come un’azienda di famiglia in forte espansione, anche al nord, con la sua sede milanese in via Melchiorre Gioia. Nella capitale, prima di mettere su casa in via Pier Ruggero Piccio, RDS 100% Grandi Successi, dopo aver traslocato da piazza Euclide, per un lungo periodo era la dirimpettaia di mamma Rai nella storica sede di viale Mazzini al civico 119.

Radio come trasmissione di "passione generazionale"

Ma parliamo di storie del secolo scorso e allora dopo quasi cinquant’anni viene da chiedere al Presidente: come è cambiato il modo di fare radio a RDS? «E’ cambiato moltissimo. L’evoluzione tecnologica ci ha portati avanti non solo dal punto di vista dell’audio, la nostra ormai è diventata una produzione di multimedialità su multipiattaforma», attacca Eduardo Montefusco, 71 anni e non sentirli, ex “ragazzetto” spettatore pagante del Folk Studio, cresciuto con il mito della grande casa discografica Rca e frequentatore appassionato dei locali culto della movida romana degli anni ’70: il mitico Piper dove si esibivano tutti i cantanti della nouvelle vague del pop italiano di allora. «La mia passione per la musica è nata e cresciuta in questa atmosfera ed inevitabilmente l’ho trasmessa a Massimiliano. RDS è fortemente legata ai valori famigliari. Di recente con mio figlio abbiamo preso parte a un convegno a Milano in cui abbiamo detto che più che di passaggio generazionale noi parliamo di “passione generazionale” che si trasmette geneticamente e che si è materializzata nel tempo in una azienda divertente e fortemente creativa». Massimiliano è la parte RDS 2.0, quella continuamente in viaggio, da Roma alla Silicon Valley per tenere sempre aggiornata la radio di famiglia, e per questo ci tiene a sottolineare: «La nostra è una family business con manager integrati alla proprietà». «La centralità delle persone, collaboratori o ascoltatori è fondamentale – continua Montefusco senior - . Il nostro modello si basa su sostenibilità e valori etici e la missione principale è: far star bene le persone che ci ascoltano e i dipendenti che lavorano con noi. A Roma i nostri dipendenti operano con serenità e in piena armonia, in quanto gli abbiamo messo a disposizione un building con un orto open-house, una palestra, una bicicletta a pedalata assistita, un ristorante e delle arnie per incentivare la biodiversità e consegnare periodicamente del miele prodotto qui, a km0, in casa RDS».

il villaggio radiofonico rural metropolitano con tanto di arnie

Un villaggio radiofonico rural metropolitano e in pieno stile epicureo, ma costantemente proiettato verso il futuro. «Tutto questo che abbiamo realizzato è pienamente integrato all’Agenda ‘20-’30 e siamo stati appena riconosciuti dal Winnig Wommen Institute, una certificazione importantissima che attesta il grande lavoro fatto per la parità di genere. Grazie alla nostra direttrice delle risorse umane, Tiziana Mennuti, è stato fatto un lavoro certosino di misurazione che ha visto in clima di ricerca e sviluppo interno l’impegno per circa il 40% di donne. I percorsi di sviluppo manageriale contano un 50% di partecipanti al femminile. La parità di genere è una delle nostre priorità, così come la piena realizzazione dell’inclusività». Non a caso a RDS è esplosa la prima speaker riconosciuta dal pubblico dei radioascoltatori degli anni ’80, Anna Pettinelli. «E Anna Pettinelli per noi continua ad essere un brand ambassador naturale che nel tempo ha prodotto altre donne di talento del nostro palinsesto come Rossella Brescia e Roberta Lanfranchi – spiega Eduardo Montefusco -. Il nostro prodotto editoriale da sempre è caratterizzato da fasce di conduzione a coppia composte da un uomo e una donna che rispondono per tradizione consolidata a uno stile che non è mai volgare e a un intrattenimento interattivo con l’ascoltatore che non segue le scorciatoie trash, ma punta alla quotidiana ricerca di contenuti autoriali e a una variegata selezione musicale. Tutto ciò viene fatto all’interno di programmi che per tradizione seguono la filosofia del divertimento mixata alla riflessione che viene espressa con profonda leggerezza».

La forza della tradizione e i grandi amici internazionali

Quando si parla di “tradizione RDS” inevitabile tornare con la memoria ai formidabili anni ’80-’90 che sono stati quelli della consacrazione nazionalpopolare dell’emittente. «Memorabili gli incontri in diretta con Bob Geldof ideatore del mitico “Live Aid”, il concertone storico di Wembley, nel1985 o la popstar Lionel Richie. Lionel è rimasto un grande amico di RDS, ci scriviamo delle mail quasi ogni settimana e nei miei lunghi soggiorni americani a volte capita di vedere lui e anche altri artisti internazionali che abbiamo avuto il privilegio di ospitare nei nostri studi e poi nel fantastico Auditorium che abbiamo costruito e dove ciclicamente facciamo degli straordinari showcase - racconta con orgoglio nostalgico patron Montefusco - . La nostra tradizione è frutto di un’accademia interna e di un nostro stile costruito grazie a personaggi monumentali nel settore radiofonico, come Maurizio Costanzo. Il suo “Taccuino” ha fatto la storia e quel solco oggi viene riempito in maniera altrettanto magistrale da Enrico Mentana, grande firma del giornalismo che ogni ora in 100 secondi ha la capacità unica di far riflettere il pubblico sui grandi temi dell’attualità». Il passato è la grande scuola di RDS che guarda all’oggi con un’informazione attenta e capillare che è anche in videovisione. Un occhio a ieri e uno rivolto al domani, all’innovazione tecnologica affidata al fiuto e alla competenza di Massimiliano Montefusco. «Noi in passato vivevamo con un canale distributivo tutto incentrato sulla fm, negli ultimi anni si è passati all’integrazione a un ping-pong tra digitale e fruizione audio e audiovisiva, con il territorio che è parte integrante. Questo determina una complessiva capacità di arrivare a tutti gli utenti e di estendere i contenuti e la durata di contatto e d’ascolto. Tra le tante innovazioni che migliorano la qualità della fruizione c’è il nostro hybrid-radio: l’ibrido che dà accesso di priorità grazie al dab on-off, con un accesso personalizzato e lo switch on-demand che consente il replay di ascolto. Sottolineo però che l’evoluzione non è solo dentro gli autoveicoli digitalizzati con schermi sempre più grandi, come quegli i-pad che Elon Musk aveva installato nelle auto di sua produzione. Il trend ormai segue la digitalizzazione all’interno delle nostre case. E il nostro approccio di radiovisione porta lo spettatore-radioascoltatore ad essere protagonista interattivo: con il tasto rosso indica il like al brano o il videoclip, con il tasto giallo segue le biografie e i testi degli artisti preferiti e con quello blu archivia la performance dello showcase che si è tenuto nel nostro Auditorium… E molto di tutto questo processo innovativo è chiaramente rivolto alla generazione Z, i nati digitali, con il brand Rds Next, che ha un palinsesto in streaming e on demand che cambia ogni due-tre mesi allo scopo di far crescere alcuni talent e mantenere viva l'attenzione e l'engagement dei nostri utenti».

Un popolo da stadio, con quasi 20 milioni di radioascoltatori settimanali

Una popolazione quella di RDS che tra fidelizzati di vecchia data e ultime generazioni conta su 19.5 milioni di ascoltatori settimanali, alcuni dei quali ora sono anche dei tifosi amanti del calcio collegati con Radio Tv Serie A, l’emittente che nel weekend ospita una bandiera del giornalismo sportivo radiotelevisivo, Massimo De Luca. «Noi siamo partner della Lega di Serie A in questo progetto che è sempre più integrato anche con la piattaforma sportiva di Dazn, nel palinsesto ci sono esperti ex calciatori come Brocchi, Donadoni e Pazzini – puntualizza Massimiliano Montefusco - quest'anno oltre alle novità del palinsesto con i diritti radiofonici per le partite della Coppa Italia, l'emittente è partner di diverse iniziative quali “il Social Football Summit, il Festival del calcio a Parma». Palla al centro e ripartire ogni giorno è il monito del patron Eduardo Montefusco. «Il mio mantra è non ci possiamo annoiare, perché il nostro lavoro è divertente. Io mi vanto di essere uno startupper degli anni ‘70 e la testa rimane quella del “ragazzetto” da cui siamo partiti che non ha mai smesso ogni giorno di sognare per inventare qualcosa di nuovo». “Tradizione e innovazione". «È lo stesso messaggio che è stato lanciato a Las Vegas all’ultimo meeting del Cta (Consumer technology association) che ha celebrato il genio italiano di Guglielmo Marconi – conclude Massimiliano Montefusco -. La contaminazione open innovation con start up più veloci consentirà una sperimentazione permanente in grado di farci trovare sempre nuove soluzioni. Noi saremo gli ultimi lavoratori ad aver vissuto la transizione con l’I.A. Che impatto avremo? Qui ogni azienda deve trovare risposte. La Radio dal canto suo può dare delle risposte importanti, anche in una chiave tecnologica, nel mondo multimediale in quanto crossmediale. Ascoltare, navigare e al contempo vivere il proprio quotidiano è una leva unica e straordinaria che sviluppa la nostra community. E qui subentra il ruolo sociale della Radio, e in questo RDS, credo sia maestra: nell’accompagnamento informativo che porta a una crescita culturale e al rafforzamento della buona e corretta opinione pubblica».

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