I Folkatomik in gara al Premio Andrea Parodi 2022
«Questa musica è il punto di vista del popolo, è la musica che nasce nelle case, nelle strade. Condita con la cultura e con lo studio diventa qualcosa di estremamente ricco ». Valentina Casalena, moglie di Andrea Parodi, sorride pensando all’eredità musicale e spirituale lasciata dall’ex voce de Tazenda scomparso 16 anni fa, mentre intorno corrono i suoi nipotini. Un’eredità tangibile tra i corridoi dell’Auditorium del Conservatorio di Cagliari, dove da giovedì si sta svolgendo il Premio Andrea Parodi per la world music (direttrice artistica Elena Ledda) che stasera vedrà la sua finalissima, visibile sul canale Facebook della Fondazione Andrea Parodi e sulle pagine social di Rai Radio 1. Ospiti attesi Canzoniere Grecanico Salentino, Tosca con la star portoghese Tiago Nacarato (domani in concerto a Roma, ospite a Officina Pasolini, presso il Teatro Eduardo De Filippo) e il vincitore dell’anno scorso Matteo Leone.
Otto i finalisti selezionati fra 275 proposte arrivate da tutto il mondo. Una qualità musicale elevatissima quella che si ascolta a Cagliari, dall’ironico duo spagnolo Ual-la! che canta a cappella contro la plastica nei mari Bolsa de bolsas (vincono il Premio Andrea Parodi 2022 oltre al premio della critica, nonché quello per la migliore interpretazione di un brano di Andrea Parodi e la menzione dei giovani), alle originali sorelle catalane Escarteen Sisters, violoncello e violino (miglior interpretazione e miglior arrangiamento), al flamenco dell’olandese Raquel Kurpershoek (miglior musica, remio della giuria internazionale e Premio Bianca D'Aponte). Nutrito il gruppo di italiani che riescono mescolare la musica delle nostre radici ai suoni contemporanei. «Sono felice di aver dato voce con questo festival nel nome di Andrea ad artisti che probabilmente non trovano altrettanto spazio altrove – aggiunge Valentina –. La memoria di Andrea è sempre più viva: è stato un precursore».
E così il rap si può cantare in sardo, come fa da 27 anni lo storico gruppo Balentia (Alessio e Andrea Mura, premiati per il miglior testo), per raccontare il disagio di oggi in Cali sensu( Quale senso). Mentre i torinesi d’adozione Folkatomic portano in gara Polaris, brano in calabrese che parla di rotte marinare e stelle polari. Nell’omonimo album appena pubblicato con brani in dialetto brindisino, calabrese e campano, mescolano una esplosiva miscela di musica tradizionale del sud e avanguardia elettronica. «Ci siamo formati nel 2019 unendo due musicisti che arrivano dalla world music, Daniele Li Bassi e Oreste Forestieri, mentre Valentina Procopio ed io arriviamo dal mondo pop ed elettronico – ci spiega il chitarrista Franco Montanaro –. Quest’incontro è una continua sorpresa». «Venti anni fa c’è stato un revival del folk – aggiunge il percussionista Li Bassi – e abbiamo riportato la musica in piazza a far ballare la gente. Poi ci siamo rinchiusi in una nicchia. Ora invece con la commistione di ritmi folk e pop la gente è tornata a ballare».
Mescola elettronica e musica tradizionale anche Walter Laureti che ha incantato il pubblico con La Madonna del mare, dove la preghiera in salentino di un povero pescatore padre di 4 figli naviga sulle onde evocative di una elettronica nordica, accompagnata dalla potente voce di Valeria Taccone. Laureti, romano, classe 1996, inizia le sue esplorazioni studiando musica classica e poi elettronica fra Roma e la Norvegia, spaziando dalla world music, al jazz, alla classica. «Sentivo una somiglianza incredibile fra il mondo dell’elettronica e la musica tradizionale legata alla dimensione del rito e della 'trance' – spiega l’artista -. Mi ha affascinato ed ho fondato l’etichetta Catalea dove c’è Davide Ambrogio cantante e polistrumentista con cui stiamo facendo dei lavori sul mondo del Mediterraneo fra suoni della cultura tradizionale e sonorità moderne. Quest’anno ho pubblicato il mio primo ep Ode, dedicato alla bellezza del mare, cui seguirà a breve Anatema, con sonorità più acide che tratta dell’inquinamento del mare».
Ancora una preghiera di marinai in balia delle onde, ma in siciliano, è Naviganti del veterano Antonio Smiriglia, contenuta nel bellissimo album appena uscito Amanti, santi e naviganti interpretato con voce cristallina. «Racconto una Sicilia fuori dagli stereotipi, ricca di amore e bellezza» spiega Smiriglia, collaboratore di Ambrogio Sparagna e di Franco Battiato. «In occasione del suo docufilm Attraversando il bardo ho curato alcuni canti devozionali. il maestro Battiato mi contattò perché conosceva la mia attività di direttore dei Cantori della Tradizione, un gruppo di giovani settantenni, fra cui c’è anche mio padre, che cantano canti a cappella brani devozionali». E da Catania, arriva il delicato e significativo canto Ciuri di pace (Calicanto)( Fiori di pace) scritto e interpretato dai Beija Flor, due talenti trentenni Alessandra Pirrone e Giulio Matheson, in trio con la cugina Sara Castrogiovanni. «Stiamo preparando il nostro primo album che segue il nostro primo Ep Kuneneche contiene brani in 5 lingue diverse, dall’inglese, al siciliano, allo spagnolo, all’arabo – spiegano –. Il nostro obiettivo è la multiculturalità e il superamento di ogni barriera. In nostri bran invitano a riflettere sui nostri rapporti con gli altri e con la natura».