L’”avatar” di Platone crato con l’IA - Stefania Sepulcri
In una sala del rettorato de “La Sapienza” chi partecipa al XXV Congresso mondiale di filosofia potrà conversare con Confucio e Platone. “Miracoli” dell’Intelligenza artificiale, che sarà uno dei temi portanti della settimana che vede a convegno più di cinquemila filosofi da 115 Paesi dei cinque continenti per conoscersi, scambiare idee e cercare di capire quale impatto queste possono avere sui tanti fronti dell’attualità: dalla guerra, al cambiamento climatico, dalla filosofia del linguaggio e della mente, alla diseguaglianza di genere , fino alle questioni legate al ruolo delle religioni, della medicina, dello sport, dell’educazione al sapere critico e alla cittadinanza. Confucio e Platone, o meglio i loro avatar, rappresentano due delle visioni filosofiche, quella orientale e quella occidentale, molto presenti al congresso. La presenza multimediale di Confucio è anche un omaggio alla cultura che ha ospitato il XXIV congresso, tenutosi a Pechino nel 2018.
A organizzare l’iniziativa di dialogo basata sull’IA, è “Engeneering”, importante società di digital transformation. Oltre a dialogare con i partecipanti per tutta la settimana, i Confucio e Platone digitali saranno al centro domani del simposio su “I confini dell’IA”, che si concentrerà sulle tre direttrici tematiche di tecnologia, etica e legislazione. I simposi in totale saranno dieci, cinque le plenarie, oltre cinquecento i panel inter- e multidisciplinari. La giornata di domenica, invece, sarà interamente dedicata alle sessioni degli studenti, con mille paper che saranno presentati da studenti italiani di scuola superiore, nonché da studenti universitari e dottorandi di ricerca di tutto il mondo. Il 20% in più dell’appuntamento pechinese, sottolineano dall’organizzazione italiana dell’evento, che è portato avanti dalla Federazione internazionale delle società filosofiche (Fisp), dalla Società filosofica italiana e dall’Università di Roma “La Sapienza”. «I diversi, numerosi congressi mondiali che anche nei mesi estivi si stanno avvicendando nel nostro Ateneo, conso-lidano la centralità di Sapienza e dei suoi studiosi e ricercatori nel dibattito scientifico internazionale, ma soprattutto hanno il pregio di ribadire quanto la scienza, la ricerca, lo studio, lo scambio di saperi siano strumenti straordinari di cooperazione e di superamento delle differenze che ci dividono», sottolinea la rettrice Antonella Polimeni.
«Ci sarà una straordinaria pluralità di punti di vista. Come città siamo onorati e felici e abbiamo cercato di aprire questo congresso alla città per farne un evento culturale non solo per i filosofi», ribadisce il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri. L’evento inaugurale si è tenuto ieri sera alle Terme di Caracalla e vi hanno partecipato, oltre a Gualtieri e Polimeni, il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e gli organizzatori, Luca Maria Scaratino presidente della Fisp ed Emidio Spinelli, a capo del comitato italiano. Molte le figure di spicco presenti, come la grande scrittrice americana Joyce Carol Oates, insignita solo pochi giorni fa del premio alla carriera Raymond Chandler. Ci saranno inoltre l’economista sattunitense Jeffrey Sachs, David Chalmers, tra i più nomi più noti nella riflessione sull’IA , Yuk Hui studioso dei rapporti tra tecnologia e filosofia, il filosofo del linguaggio Ernie Lepore, l'antropologa indiana Veena Daas e Dismas Masolo, uno dei più influenti filosofi africani contemporanei. Numerosi gli appuntamenti che uniscono filosofia e arti. Lo Stadio Palatino sarà teatro di alcuni eventi serali, dal titolo “Filosofi sotto le stelle”. La musica sarà protagonista mercoledì 7 con un'esibizione al Teatro Ateneo del musicista e filosofo della musica di Princeton, Dmitry Timoczko, che studia la struttura geometrica della composizione e coinvolgerà musicisti italiani.
“Quale ruolo pubblico oggi per la filosofia in Italia”, è l’incontro al quale parteciperanno oggi il presidente dell’ordine dei giornalisti Carlo Bartoli, Marilena Maniaci, componente del direttivo dell’Anvur, l’agenzia nazionale di valutazione del sistema dell’Università e della ricerca e Carmela Palumbo, capo dipartimento del ministero dell’Istruzione e del merito. Coordina Adriano Fabris, presidente della Consulta nazionale di filosofia. La rilevanza della filosofia italiana nel mondo è ben illustrata dal caso dei Gramsci Studies. Il 70% delle opere del filosofo e politico sardo, infatti, è pubblicata in una lingua diversa dall’italiano. Una sala del rettorato è dedicata alla mostra, curata dalla Fondazione Gramsci, dei 33 quaderni scritti durante la prigionia tra il 1929 e il 1935, nonché una selezione di giornali e di libri appartenuti al grande intellettuale antifascista. I visitatori potranno sfogliare e ingrandire le pagine dei manoscritti grazie agli schermi touch screen. E pannelli ne ripercorrono la vita e portano alcune sue citazioni. Come: «Occorre dimostrare preliminarmente che tutti gli uomini sono “filosofi”, definendo i limiti e i caratteri di questa “filosofia” spontanea, propria di “tutto il mondo”». E il mondo ora è a Roma per metter al centro la filosofia. I Congressi mondiali sono iniziati nel 1900 a Parigi, ma solo nel Dopoguerra con la nascita della Fisp hanno conosciuto uno sviluppo significativo. L’Italia ha già ospitato l’appuntamento, che ha scadenza quinquennale, nel 1911 (Bologna), nel 1924 (Napoli) e nel 1954 (Venezia).